Accumulare troppe cose è una malattia?  La parola agli esperti del sito “Dottore ma è vero che…?”, lanciato dalla Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici, chirurghi e odontoiatri) con ha l’obiettivivo di contrastare le fake news.

“In alcuni casi – spiegano – accumulare troppe cose può essere una condizione patologica. Si tratta del disturbo da accumulo (o disposofobia, dall’inglese ‘hoarding’ cioè ‘accumulazione’), da non confondere con il collezionismo, e si manifesta con la persistente difficoltà a eliminare i propri beni. Chi ne soffre continua a conservare nella propria abitazione numerosi oggetti, anche inutili o danneggiati, perché separarsene provoca un profondo disagio. Naturalmente, è ben diverso dal disordine delle camerette dei ragazzi – precisano – L’accumulo compulsivo, o seriale, è oggi riconosciuto ufficialmente come patologia a sé stante nel Dsm-5 (il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali). Pur appartenendo allo spettro dei disturbi ossessivo-compulsivi, viene classificato separatamente proprio per le sue caratteristiche specifiche”.

Come si riconosce? 

“L’Associazione degli psichiatri americani – spiegano ancora gli esperti – ha stilato un elenco di sintomi e manifestazioni che identificano gli accumulatori compulsivi: difficoltà insuperabile a buttare via, vendere, riciclare, regalare; accumulo di oggetti (e rifiuti, talvolta anche organici) in equilibrio precario, disordinato, in ogni spazio della casa, compresi letti, scale, lavandini e bagno; molto tempo impiegato a spostare gli oggetti o cercare ciò che è effettivamente utile; conflitti con persone che offrono aiuto per eliminare il disordine; la convinzione che qualsiasi cosa possa essere utile in futuro o che abbia un valore economico; in casi più rari, accumulo di animali domestici. “Secondo diversi psicologi – continuano – è possibile tracciare un identikit dell’accumulatore seriale. Si tratta di una persona che spesso vive da sola, che non ha una vita sociale attiva; inoltre, ha difficoltà a prendere decisioni e a gestire le emozioni, la sofferenza in particolare”.

Perché accumulare eccessivamente è pericoloso? 

Secondo gli specialisti questa patologia rappresenta un rischio non solo per chi ne soffre in prima perona ma anche per i suoi conviventi. “L’accumulatore è soggetto a cadute e lesioni, alla contaminazione alimentare e a infestazioni (anche di insetti o di animali, come topi), oltre a disattenzioni che causano incendi e danni all’abitazione. Gli ingombri in cucina e in bagno possono anche impedire la corretta alimentazione e l’igiene personale”.

Quali sono le terapie efficaci per questo disturbo?

Ciò che porta l’accumulatore seriale a trattenere con sé gli oggetti sono i ricordi, le emozioni, l’illusione di controllo legata ai beni materiali. La terapia più adatta, di conseguenza, è un percorso psicologico: “Generalmente si seguono i trattamenti psicologici riservati a chi soffre di depressione o di disturbo ossessivo compulsivo. La terapia più diffusa consiste in farmaci antidepressivi e la psicoterapia cognitivo-comportamentale. Naturalmente occorre anche un aiuto pratico, per rendere abitabile e sicura l’abitazione, stimolando il paziente a liberarsi consapevolmente degli oggetti accumulati”.

 

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