Bonus elettrodomestici 2025 al via nei prossimi giorni. La misura offre fino a 200 euro per l’acquisto di un nuovo apparecchio, purché prodotto in Europa. Si potrà presentare domanda a partire dalla metà di novembre 2025. Il nuovo bonus coprirà fino al 30% del costo di un elettrodomestico, con un limite massimo di 100 euro per ciascun prodotto. Il limite è elevato a 200 euro per le famiglie con un Isee inferiore a 25mila euro. È valido solo per alcune tipologie di elettrodomestici che dovranno essere realizzati in Europa e rispettare determinati requisiti energetici: lavatrici e lavasciuga con classe energetica A o superiore; forni di classe energetica A o superiore; cappe da cucina di classe B o superiore; lavastoviglie di classe C o superiore; asciugabiancheria di classe C o superiore; frigoriferi e congelatori di classe D o superiore; piani cottura conformi ai limiti previsti dal Regolamento Ue 2019/2016. 
 

I decreti

Le domande partiranno probabilmente in una data tra il 10 e il 20 novembre su una piattaforma web gestita da PagoPa e Invitalia e sull’app Io. I prodotti saranno poi segnalati da appositi bollini in negozio oppure online, ma visti i tempi ristretti per usare il bonus (appena quindici giorni) è rebus sull’eventuale cumulo con gli sconti del Black Friday (che di solito su questi prodotti valgono attorno al 15-20%) del prossimo 28 novembre.

La volontà di produttori e venditori è di permettere il cumulo, mentre il Mimit ragiona se non sia opportuno evitarlo. La ratio sarebbe non dare adito a eventuali polemiche, impedendo che qualche esercente o piattaforma di e-commerce possa sfruttare illecitamente la concomitanza per gonfiare gli sconti e farli apparire maggiori di quanto in realtà siano. In ogni caso, se qualcuno avrà fatto domanda senza averne i requisiti o non utilizzerà il contributo entro 15 giorni da quando ottiene il voucher, il Mimit potrà riaprire le richieste. Gli sconti non potranno però comunque essere usati oltre il 31 dicembre di quest’anno, com’era inizialmente previsto. 
 

Cosa si può comprare

L’incentivo consiste in uno sconto del 30% sul prezzo degli elettrodomestici fino a un massimo di 100 euro (che salgono a 200 euro per chi ha un Isee entro i 25mila euro). Con il bonus si potranno acquistare solo i cosiddetti “grandi elettrodomestici”. E solo se prodotti all’interno dell’Unione europea. Per l’esattezza: lavatrici e lavasciuga con classe energetica non inferiore ad “A”; forni di classe energetica almeno “A”; cappe da cucina di classe energetica non inferiore a “B”; lavastoviglie di classe energetica non inferiore a “C”; asciugabiancheria di classe energetica almeno “C”; frigoriferi e congelatori di classe energetica non inferiore a “D” e piani cottura conformi ai limiti ambientali citati nel Regolamento Ue numero 66 del 2014.

Non si potranno invece comprare phon, frullatori o simili. Per ottenere lo sconto è poi obbligatorio rottamare un prodotto dello stesso tipo e di classe energetica inferiore. Il bonus non è cumulabile con altre agevolazioni o benefici, compresi quelli di natura fiscale, riferiti alle stesse spese. Di conseguenza, non può essere richiesto da chi usufruisce già della detrazione del 50% per l’acquisto di grandi elettrodomestici legata al bonus ristrutturazioni (il cosiddetto “bonus mobili”). 

La procedura per i produttori e i venditori

Il decreto pubblicato dal Mimit chiarisce i termini della prima fase che si concluderà il prossimo 10 novembre. Coinvolge produttori e venditori per l’adesione all’iniziativa e poi un eventuale ritiro last minute. Nel frattempo sarà stabilita una data, molto probabilmente tra il 10 e il 20 novembre (lo indicherà ufficialmente un secondo decreto del Mimit), per far partire le domande dei cittadini su una piattaforma web gestita da PagoPa e Invitalia o sull’app Io. Lì si riceveranno i voucher da presentare ai venditori: saranno massimo 480mila (con un tesoretto da 48,1 milioni a disposizione) e potrebbero esaurirsi in poche ore.

Da domani, 23 ottobre, ed entro il 27 ottobre, i produttori dovranno presentare, tramite una Pec, la richiesta di adesione all’iniziativa a Invitalia, che gestisce la misura. Quest’ultima, fatti i controlli, comunicherà a PagoPa i nominativi dei delegati che potranno compilare l’elenco informatico degli elettrodomestici ammessi alla campagna. Una volta abilitato, il produttore otterrà un link tramite mail per accedere al portale e caricare i file con l’elenco dei prodotti.

Dal 27 ottobre, poi i venditori, potranno aderire e sottoscrivere il contratto tramite l’area riservata di PagoPa accedendo con Spid o Cie. Potranno quindi registrare almeno un punto vendita (fisico o online) che sarà inserito nell’elenco consultabile sul sito https://bonuselettrodomestici.it;ì. Infine dovranno indicare gli operatori dei singoli punti vendita e assegnare le credenziali di accesso al portale dedicato. 
 

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Le domande online

Dopo la prima fase, come detto, sarà avviata la seconda per le richieste dei cittadini. È previsto un solo bonus per famiglia anagrafica. Una volta fatta e accettata la domanda online si otterrà un codice numerico da presentare direttamente in negozio per avere lo sconto in fattura. La piattaforma sarà quindi collegata alla banca dati dell’Inps per verificare le Dichiarazioni sostitutive uniche, così da conoscere l’Isee del richiedente. Il voucher potrà essere usato sia nei negozi fisici sia su siti di e-commerce accreditati. L’elenco completo dei punti vendita aderenti sarà pubblicato e aggiornato sul sito ufficiale.

Se il negozio ha un sito di e-commerce aderente, l’utente segue le istruzioni sullo schermo e inserisce il codice del voucher prima di pagare. Se invece l’acquisto avviene in negozio, l’addetto accede al portale con le proprie credenziali, seleziona il prodotto, inserisce il prezzo e il codice del voucher mostrato dal cliente. Il controllo del codice fiscale serve solo se il cliente non usa il voucher direttamente tramite l’app Io.

Dopo l’acquisto e trascorso il periodo previsto per eventuali resi, il venditore deve caricare la fattura sulla piattaforma di PagoPA e inviare la dichiarazione che certifica il ritiro dell’elettrodomestico rottamato. Invitalia, entro il 30 del mese successivo all’acquisto, svolge le verifiche necessarie e provvede a liquidare il rimborso sul conto corrente dedicato (Iban) indicato dal venditore al momento dell’adesione. Il venditore è tenuto a conservare tutta la documentazione relativa alla vendita, alle eventuali operazioni di reso e al corretto smaltimento del vecchio apparecchio più inquinante avviato al riciclo.  
 

La conferma nel 2026

In caso di recesso o di mancata consegna del vecchio elettrodomestico, il venditore deve annullare la pratica entro 7 giorni e restituire l’importo. Tutte le operazioni sono tracciate digitalmente per garantire la massima trasparenza. Il ministero delle Imprese e PagoPa gestiranno il monitoraggio dell’intera misura, con report periodici su numero di richieste, importi erogati e andamento delle risorse.

C’è però da risolvere ancora una questione fiscale. Se il bonus viene considerato come uno strumento di pagamento, l’Iva andrà infatti calcolata sull’intero prezzo. In alternativa, l’imposta sul valore aggiunto andrà basata sul costo ridotto. L’Agenzia delle Entrate non si è ancora espressa in merito.

I produttori di elettrodomestici, intanto, spingono per accelerare il più possibile, anche per evitare la crisi strutturale del settore (le vendite degli apparecchi made in Italy sono in netto calo dallo scorso maggio) e di confermare il bonus nei prossimi anni. Al momento la Manovra non prevede il prolungamento dell’incentivo nel 2026 e nel 2027, ma il Mimit, favorevole, potrebbe intercedere facendo presentare alla maggioranza o al governo un emendamento ad hoc in Parlamento.


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