di
Andrea Camurani
Si è allontanato dalla casa lavoro dove stava perchè «socialmente pericoloso». Nel 1998, a Cadrezzate (Varese). Elia Del Grande aveva ucciso madre, padre e fratello perché contrari alle sue nozze. In precedenza aveva accoltellato un tassista: la gioventù spericolata e l’abuso di droga
Dopo l’allontanamento dalla casa lavoro di Castelfranco Emilia, in provincia di Modena dove avrebbe dovuto rimanere per sei mesi perché ritenuto socialmente pericoloso, torna sulle pagine delle cronache la storia di Elia Del Grande, 49 anni, scarcerato solo un paio di anni fa dopo aver trascorso oltre 25 anni in carcere per il triplice omicidio commesso nel gennaio 1998 in provincia di Varese, e ribattezzato «la strage dei fornai».
Elia, poco più che ventenne, sterminò a fucilate il padre, la madre, e il fratello, tutti impegnati nella conduzione di una famosa impresa di panificazione che aveva il suo quartier generale a Cadrezzate, piccolo paese nel mezzo della zona dei laghi del Varesotto. Del Grande, conosciuto da tutti nel piccolo centro di provincia come un giovane dall’infanzia spericolata e successivamente in preda all’abuso di sostanze stupefacenti, aveva già consumato appena maggiorenne diversi gravi reati, fra cui l’aggressione ad un tassista che venne raggiunto da numerose coltellate, ferimento che gli causò la perdita di un occhio.
Per allontanare il ragazzo dai guai, i familiari lo avevano mandato a Santo Domingo dove la famiglia aveva diverse proprietà immobiliari fra cui anche un night club che in quel periodo – erano gli anni Novanta – era particolarmente frequentato anche dalla clientela italiana attirata dalla destinazione caraibica. Qui Elia ha conosciuto una ragazza alla quale si era legato. Ma al ritorno in patria, dopo aver annunciato la sua intenzione di consolidare il legame con questa giovane dominicana, i genitori opposero un netto rifiuto. Fu la loro condanna a morte. Elia, in preda alla cocaina, insieme ad un complice sterminò con dei fucili da caccia l’intera famiglia.
Morirono papà Enea di 58 anni e la madre Alida, di 53, e il fratello Enrico di 27. Poi, la notte stessa (era il 7 gennaio 1998), il tentativo di fuga in Svizzera per raggiungere l’aeroporto di Agno, a Lugano: venne fermato alla frontiera dalla polizia cantonale, arrestato e portato in Italia. Al processo in primo grado venne condannato all’ergastolo e in appello la pena si abbassò a trent’anni per via del riconoscimento di una seminfermità mentale.
Dopo l’uscita dal carcere, nell’estate 2023, Del Grande aveva fatto ritorno in Lombardia, dicendosi persona provata dal carcere, ma di aver saldato i conti con la giustizia. Conti che a quanto pare si riaprono per via dell’inottemperanza alla misura di sicurezza disposta a suo carico.
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1 novembre 2025 ( modifica il 1 novembre 2025 | 11:38)
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