Il Tiziano sta conquistando non solo i brianzoli. Nel primo fine settimana oltre 1.200 visitatori hanno fatto tappa a Villa Cusani, a Carate Brianza, per ammirare l’opera Venere che benda Cupido. Un capolavoro del Tiziano che sarà visibile (gratuitamente) fino all’1 dicembre.
La protesta per quel giardino all’italiana
Ma mentre in molti, all’interno della sala, ammiravano l’opera del principe dei pittori italiani, fuori, in quel giardino all’italiana che circonda la villa c’era chi, in modo originale, manifestava e criticava. Non certo il capolavoro del maestro, ma l’accoglienza che era stata fatta in quel giardino tutt’altro che curato. A protestare è stato Renato Evaristo Perego, il brianzolo che, a bordo della sua Renault 4 che sul tettuccio ha un sofà, gira per la Brianza per documentare quello che – a livello artistico, paesaggistico e di lavori pubblici – non funziona.
Chi è Renato Perego, il brianzolo che ha un divano sul tetto della macchina“Questo è un disastro all’italiana”
“Ben venga l’arrivo del principe Tiziano a Carate Brianza – spiega Perego nei sui video poi condivisi sui social – ma non andava accolto in un giardino del degrado”. Una passeggiata che mostra un giardino tutt’altro che in salute. “Lo stanno facendo morire – continua -. Non è un attacco all’attuale amministrazione. Il problema prosegue da anni, risale alle amministrazioni passate”. Le immagini parlano da sole: siepi poco curate, edere che ormai “mangiano” questa delizia botanica. “Più che di un giardino all’italiana siamo di fronte a un disastro all’italiana – prosegue -. Abbiano portato a Carate Brianza un quadro che parla di bellezza e di amore, in uno spazio massacrato dall’oblio e dal degrado”. Non è la prima volta che Perego denuncia il problema. Già in passato, con le se originali “incursioni” che diventano subito virali, aveva accesso le luci sulla condizione del giardino all’italiana all’interno di Villa Cusani.
“Facciamo arrivare i capolavori e poi ci dimentichiamo dei nostri capolavori, dei gioielli di casa nostra, che da sempre appartengono alla nostra comunità”, conclude passeggiando tra quei viali e raccogliendo foglie e secche.