Ispra ha pubblicato il quarto rapporto sul rischio idrogeologico in Italia. Un lavoro triennale che ha messo in luce criticità legate a fenomeni franosi e alluvionali, all’erosione costiere ed alle valanghe. A livello nazionale è stato registrato un incremento delle aree classificate a maggiore pericolosità, passate dall’ 8.7% al 9.5%. Ma qual è la situazione a Roma?

I fenomeni franosi

Nella Capitale i fenomeni franosi hanno un’incidenza piuttosto relativa.  Ispra ha una banca dati, l’IFFI (inventario fenomeni franosi italiani), all’interno della quale sono catalogate tutte le frane di cui si è avuto notizia nel Paese dal 1116 ad oggi. In Italia se ne sono registrate 636mila. Un dato di tutto rispetto che fa della Penisola una dalle aree maggiormente esposte in Europa: addirittura si stima che due terzi delle frane sperimentate nel Vecchio Continente si siano verificate in Italia. E Roma? Nella Capitale sono state appena una decina gli eventi più rilevanti.

Dossier – Frane voragini e allagamenti: la mappa delle zone più a rischio

Gli esempi sono sempre gli stessi e riguardano zone anche lontane tra loro. Si parla della Rupe Tarpea, sul colle Capitolino, e della dorsale che interessa Monte Mario e Monte dei Cocci, con una frana che nel 2014 ha comportato la temporanea chiusura della “panoramica”. In epoca precedente, e più precisamente nel 1972, il comune è stato interessato da una frana nella zona di viale Tiziano. Poche, comunque, e piuttosto diradate. Molto più significativi sono stati infatti i fenomeni franosi nella Città Metropolitana, nella zona intorno al lago di Nemi, in generale nei Castelli Romani e ancora a Palestrina, Labico, Valmontone. La piattaforma IdroGEO, messa in rete ed aggiornata da ISPRA e dal Sistema nazionale della protezione ambientale, fornisce informazioni dettagliate. Nel complesso sono 24.235 gli abitanti che vivono in aree a rischio frane, buona parte delle quali (17.541) vivono in zone a pericolosità molto elevata (P4).

Ispra idrogeologico Roma-2

Le aree a rischio allagamenti

Ben diverso è il discorso delle alluvioni. I romani che, provincia compresa, abitano in zone che ne sono soggette sono più di 144mila. I dati, al riguardo, sono aggiornati rispetto alle esigenze della direttiva europea sulle alluvioni. Ha durata triennale e quindi, per avere delle novità, bisogna attendere il 2026. Le zono più esposte sono quindi quelle note: la piana del Tevere, quella dell’Aniene. Fiumicino, l’Idroscalo di Ostia e tutto l’entroterra del municipio X da Castel Porziano all’Infernetto, passando per Ostia Antica, Acilia, la Longarina e parte di Casal Palocco. A poca distanza restano a rischio alluvioni anche Piana del Sole e la Valle del Risaro, per restare al quadrante sud occidentale.

“Avere un quadro conoscitivo sempre aggiornato – ha commentato Saverio Romeo, geologo dell’ISPRA – è fondamentale sia per monitorare i fenomeni legati al rischio idrogeologico che per mettere in campo le azioni finalizzate al loro controllo e mitigazione. La conoscenza è sempre il primo passo ed in questa chiave uno strumento come IdroGEO, finalizzato alla divulgazione di dati nei confronti della cittadinanza, si rivela sicuramente utile”.