Roma, 2 novembre 2025 – Il 40% dei casi di tumore “può essere evitato seguendo stili di vita sani. Intanto: no al fumo, dieta corretta e attività fisica costante”. Parte da qui Francesco Perrone, presidente Aiom, l’Associazione italiana di oncologia medica che si prepara al Congresso nazionale, in calendario il 7 e l’8 novembre a Roma.

La top model Bianca Balti a settembre 2024 ha scoperto di avere un cancro ovarico al terzo stadio
“Nei numeri epidemiologici – chiarisce l’oncologo – il primo errore in graduatoria è il fumo che, si stima, rappresenta un 25-28% di quel 40%. Questo vuol dire che tra i fattori di rischio pesa per oltre il 60”. Dopo “le cose cambiano, a seconda dell’area geografica. Nel Nord Est troviamo l’alcol; nel Meridione invece sedentarietà e sovrappeso, che sono fattori correlati. L’obesità è un cocktail di tante cose: ridotta attività fisica, errata alimentazione, associata ad esempio a bevande zuccherate e inadeguato consumo di frutta e verdura. E anche su questo il problema riguarda ancora una volta in particolare le regioni del Sud, siamo sorpresi tutti ma è così. Le analisi sono complicate, ma la traccia è questa”.
Al Congresso della Società europea di Oncologia medica che si è chiuso il 21 ottobre a Berlino, è stato rilanciato un dato importante: l’Italia è prima nell’Unione europea per calo delle morti. La diminuzione dei tassi di mortalità nella Ue (e nella Gran Bretagna) era già stata anticipata in uno studio coordinato dall’Università di Milano in collaborazione con l’ateneo di Bologna e il sostegno della Fondazione Airc. Eva Negri, docente di Epidemiologia ambientale all’Alma Mater, premette: “Abbiamo analizzato la mortalità per cancro, che è influenzata dall’incidenza, quindi da quante persone si ammalano, ma anche dalla sopravvivenza. In generale i tassi sono in diminuzione. Le cause vanno indagate di volta in volta. Per esempio, nei maschi soprattutto sta diminuendo la mortalità da tumore del polmone, soprattutto perché sta diminuendo l’incidenza grazie alle campagne contro il fumo che hanno avuto una loro efficacia”.

Eva Negri, epidemiologa, è docente all’Università di Bologna. Tra gli ultimi studi, quello sul tasso di mortalità dei tumori
Lo studio, pubblicato a marzo, conferma dunque che “in genere gli andamenti sono favorevoli – rimarca la professoressa Negri -. Sicuramente si può fare di più, ad esempio per il cancro al polmone, che resta comunque la principale causa di morte per tumore nei maschi ed è la seconda nelle donne, dopo la mammella. Ed è una malattia molto prevenibile, i tassi di mortalità negli uomini pesano per 20 su 100mila, per dare un’idea nella prostata sono 6 su 100mila”.
Invece lo smog a che livello si colloca come fattore di rischio? “Non sono in grado di posizionarlo ma il livello è alto”, riconosce Perrone. Inevitabile pensare alla Pianura padana, “ho in mente mappe dell’Europa dove quel territorio ha il colore che si accende, vivo, perché è uno dei punti critici per l’inquinamento atmosferico da polveri sottili. E questa cosa è molto rilevante anche dal punto di vista politico-sociale”.
Ma la scienza non è mai in grado di stabilire “che un tumore è nato per una singola esposizione, tutti i fattori di rischio tendenzialmente concorrono tra di loro – mette in evidenza l’oncologo -. Quindi, in termini di impatto sul rischio di ammalarsi di cancro, se sommiamo il vivere in una zona con un alto livello di inquinamento da polveri sottili al fumo, all’alcol, al rimanere seduti sul divano, senza fare attività fisica e mangiando male, arriviamo a un cocktail micidiale. Ma non si può mai mettere l’etichetta. Ed è una ricerca molto complessa, un bel filone di ricerca epidemiologica”.
Nello studio sostenuto dalla Fondazione Airc si mette anche in evidenza che in Italia gli unici tassi di mortalità previsti in lieve aumento sono quelli che riguardano il cancro del pancreas e della vescica nelle donne. Sul primo “non c’è una spiegazione chiarissima – osserva Perrone -. Direi che il tumore al pancreas rappresenta soprattutto un’emergenza culturale e concettuale. Perché negli ultimi vent’anni in oncologia, anche quando c’erano storicamente poche possibilità terapeutiche, siamo riusciti a fare progressi. Vale ad esempio per il fegato. Purtroppo i tumori del pancreas sono tra gli ultimi tipi di cancro per i quali stentiamo a vedere miglioramenti significativi. Sì, le diagnosi aumentano perché aumenta anche la coscienza, la percezione. Non possiamo individuare una causa specifica e precisa per l’aumento dei casi, intervengono tutti i fattori di rischio, alcol e fumo in particolare. Ma per noi, ribadisco, è un’emergenza prima di tutto culturale perché è uno di quei tumori per i quali non abbiamo avuto quasi mai risultati soddisfacenti”.
Sul cancro s’inseguono costantemente notizie e spesso fake news. Come “quando sento parlare di trattamenti cosiddetti alternativi, che in realtà sono semplicemente di non provata efficacia – non si capacita il presidente Aiom -. Oltre ad essere una sorta di reato d’opinione, danneggiamo i malati. Abbindolati da sciocchezze, rischiano di morire, ed è successo, perché non hanno fatto le cose giuste. Questo accade ogni tanto, per fortuna sempre meno. Ma quando succede, la rabbia è proprio tanta”. Eva Negri considera grave far credere che “sia stata scoperta un’altra causa di tumore che di colpo sembra la più importante di tutte. Invece sappiamo bene quali sono i fattori, e magari saremo anche noiosi a ripetere sempre le stesse cose. Ma fumo, eccesso di alcol, obesità, sono determinanti molto importanti. Sostenere altro, rischia di far perdere la bussola alle persone”.

Da qui al 2050 la spesa sanitaria per i tumori in Italia sarà simile a quella della Ue (fonte: Ocse 2024)