di Paul McCartney
Sebbene poche persone amino parlare dell’età o pensare ai problemi fisici o mentali che inevitabilmente essa porta con sé, ci sono anche molti aspetti positivi. Proprio come alla fine degli anni ’60 mi ribellavo all’etichetta di BEATLE che mi era stata affibbiata, sapevo anche che gli impulsi indipendenti che animavano i Wings non potevano durare per sempre. Con il passare del tempo acquisiamo una ricchezza di prospettiva di cui ora sono particolarmente consapevole. Shakespeare scrive della “mercé di un turbolento torrente“, un’espressione che mi piace perché dice che, se siamo fortunati, possiamo trovare misericordia alla fine del torrente impetuoso che è la vita. A questo proposito, penso a RAM, l’album che Linda e io abbiamo pubblicato poco prima dei Wings, ma che all’epoca John e Yoko hanno trovato offensivo. Ripensandoci, era solo un periodo molto turbolento. Eravamo una famiglia. Le famiglie litigano, i fratelli litigano. E una volta che te ne rendi conto, puoi guardare indietro con misericordia e pensare: “Oh no, è stato davvero bello“, anche se a volte è stato caotico, a volte deludente, a volte persino molto triste. Ma il tempo ci permette di capire che, in altre occasioni, il nostro rapporto era molto felice. Mi viene in mente quando Yoko chiese a me e Linda di salvare John dopo che si erano separati e lui era andato sulla West Coast. Fui felice di farlo, di riportarlo dal suo vero amore. Era un dovere emotivo, era così che mi sentivo, volevo farlo sedere e dirgli: “Yoko dice che ti riprenderà se torni“, e sono molto orgoglioso che sia andata così. La stampa amava dipingerci come persone costantemente in conflitto, ma in realtà eravamo molto empatici. Non volevamo certo dominare il mondo o distruggere la vita di nessuno e, nel caso di John, credo che la risposta fosse l’amore. Era follemente innamorato di quella ragazza e quando si è innamorati si fanno cose folli. Una delle cose più belle che sono venute fuori da quel weekend è stata la nascita di Sean. Sono molto felice che John mi abbia ascoltato.
È passato più di mezzo secolo dalla nascita dei Wings, e mi fa piacere che la gente ricordi le canzoni e che molte continuino a essere riproposte. Ora ho raggiunto un’età che nessun giovane può immaginare, ma è proprio il passare del tempo che mi affascina perché ci offre un prisma attraverso cui guardare la vita in modo diverso, con molta più gentilezza e amore.
Per tutta la vita, e anche allora, ho voluto fare qualcosa di diverso. Per avere successo, doveva
essere qualcosa di diverso. Volevo scrivere canzoni e l’ho fatto, ma col tempo è diventato un corpus di opere, senza che me ne rendessi conto. E adesso ho venticinque canzoni che finirò nei prossimi mesi, canzoni nuove e interessanti. Sento qualcosa, ascolto un brano musicale e penso: “Oh, mi piace“, e incorporo quella sensazione in una nuova canzone. Spesso il filo conduttore dei miei testi è la nostalgia, i ricordi di cose passate.
Non mi interrogo troppo su come questo accada, sono semplicemente entusiasta che avvenga.
Traduzione di Salvatore Serù
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2025 La nave di Teseo editore, Milano