di
Matteo Magrini
I viola sempre più in fondo alla classifica. La partita finisce 0-1 tra i fischi e le dure contestazioni dei tifosi. La Fiorentina sceglie il silenzio stampa prende tempo per decidere cosa fare
E’ finita tra una bordata di fischi, con i cori di contestazione, e con Stefano Pioli solo, sconsolato e a testa bassa. E’ questa, l’immagine della Fiorentina. Sconfitta anche dal Lecce, sempre più in fondo alla classifica, e destinata a vivere ora uno scossone dopo l’altro.
Dovrà arrivare un nuovo direttore sportivo e, quasi certamente, un nuovo allenatore. Perché così non si può andare avanti e qualcosa, qualsiasi cosa, deve succedere.
E pensare che Pioli aveva sostanzialmente tirato dritto per la sua strada. Fedele a quel pensiero (“ci manca veramente poco…”) che evidentemente non era e non è solo di facciata ma convinzione profonda.
Avanti quindi col 3-5-2, anche se gli interpreti erano diversi da quelli attesi. Certo, che questa potesse essere la partita di e per uno come Edin Dzeko ci stava. Questione di personalità, più che altro, e di capacità di giocare senza farsi “ustionare” dal pallone. C’era lui insomma a supporto di Kean mentre a centrocampo l’escluso eccellente (quasi mai successo fin qua) è stato Mandragora. Al suo posto riecco Fagioli e, quindi, il doppio regista. E poi la difesa, con Comuzzo confermato nonostante le (enormi) difficoltà di San Siro e nonostante paresse che soltanto Pablo Marì potesse giocare come centrale dei tre. Un ritorno alle primissime giornate che, caratteristiche alla mano, poteva valere come una manifestazione d’intenti: linea alta, aggressività, e volontà di aggredire forte la partita. Un atteggiamento questo, non esattamente adatto (appunto) per l’ex Monza.
Del resto, non è che ci fossero alternative. Doveva vincere, la Fiorentina, e possibilmente farlo mandando qualche segnale che andasse oltre i “soli” tre punti. Per questo, era lecito attendersi impeto e tanta, tanta voglia di attaccare.
Teoria, trasformata in pratica per una decina di minuti.
Un’effimera illusione, prima che il Lecce capisse che tipo di avversario avesse davanti, trovasse il gol del vantaggio grazie ad un’incredibile palla persa da Ndour e alla solita, immancabile, dormita collettiva.
Il niente, la Fiorentina. Una squadra terrorizzata e in preda a fantasmi che anche domenica le hanno completamente paralizzato gambe, cuore e cervello. Senza idee, e senza che nessuno riuscisse ad assumersi un minimo di responsabilità. Male (tutti) i giocatori, e malissimo Pioli.
Perché quando un allenatore lascia negli spogliatoi tutto il centrocampo, e dopo un quarto d’ora del secondo tempo si gioca il quarto cambio, significa che le scelte iniziali erano tutte sbagliate.
Certo, non si può dire che non le abbia provate tutte. Prima è tornato al tridente (Gud-Dzeko-Kean) provato per tutta l’estate salvo pensionarlo prima ancora che la stagione iniziasse, quindi è passato a quattro dietro e, alla fine, ha chiuso con due centravanti, una seconda punta, ed un trequartista. Tutto inutile. Tanta confusione, una valanga di pallonate buttate lassù sperando che Kean inventasse qualcosa. E stop. Perché non è un problema né di uomini, né tanto meno di moduli. La Fiorentina è malata dentro, e le scenate di Ranieri (il capitano) dopo che il Var gli aveva giustamente cancellato il rigore, stanno a lì a spiegare di cosa stiamo parlando. Un gruppo senz’anima, perso, incapace di qualsiasi reazione se non qualche raro, e isolato, scatto di nervi.
Inutile, star qua a domandarsi come sia stato possibile arrivare a questo. Resta solo da trovare rapidamente una soluzione per salvare un campionato e una stagione che stanno scivolando sempre più verso il baratro. Una soluzione che, a questo punto, non può e quasi certamente non avrà il volto di Stefano Pioli.
Silenzio stampa e contestazioni
Intanto la Fiorentina ha deciso per il silenzio stampa.
Mentre i tifosi contestano la squadra e intonano il coro «Pioli, salta la panchina», le prossime ora serviranno per valutare la situazione e decidere il da farsi: così ha comunicato la società viola al termine della partita persa al Franchi contro il Lecce.
Il tutto mentre all’esterno dello stadio è proseguita la contestazione (iniziata durante la partita) dei tifosi viola.
Fumogeni accesi e tamburi con le camionette della Polizia in antisommossa davanti a ingresso della tribuna centrale. È chiaramente in forte bilico la posizione dell’allenatore Stefano Pioli, dopo dieci giornate la Fiorentina non ha ancora vinto una partita in campionato.
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2 novembre 2025 ( modifica il 2 novembre 2025 | 18:17)
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