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Redazione Online e Davide Frattini
Yifat Tomer-Yerushalmi si è dimessa venerdì dopo aver ammesso di aver consentito la diffusione di un video che mostra militari israeliani mentre maltrattano un detenuto palestinese. Nella giornata di oggi, Netanyahu si era detto furioso per quel video, «il peggior danno all’immagine dell’esercito»
Paura, per ore, per la sorte di Yifat Tomer-Yerushalmi. Grado di generale, fino a venerdì era la procuratrice generale delle forze armate, il ruolo legale più alto nell’esercito.
Si era dimessa dopo aver ammesso di «aver autorizzato la diffusione» di un video», mostrato da Canale 12, che documentava gli abusi commessi dai soldati su un prigioniero palestinese nella base di Sde Teiman. In seguito alla diffusione di quel video, cinque riservisti erano stati arrestati.
Nel filmato il palestinese viene calpestato a terra, sottoposto alle scariche elettriche con un taser, torturato con un pugnale fino a riportare ferite al retto.
Quando la notizia delle accuse alle guardie si era diffusa, i parlamentari dell’estrema destra avevano assaltato la caserma per fermare la polizia militare.
Tomer-Yerushalmi diceva di essere stata spinta a diffondere il video dal timore che in qualche modo «venisse messo in discussione il nostro dovere di indagare quando esiste il ragionevole sospetto di violenze contro un detenuto».
Oggi, tre giorni dopo le dimissioni, l’ex procuratrice è scomparsa per alcune ore. Eyal Zamir, capo di Stato maggiore delle Forze di difesa d’Israele, ha incaricato la direzione delle Operazioni di attivare «tutti i mezzi a disposizione per trovarla». Le ricerche si sono concentrate sulla spiaggia di Hatzuk a Tel Aviv: la sua auto era stata ritrovata nei dintorni, con una lettera al suo interno. L’ex procuratrice è stata poi ritrovata, «sana e salva», dopo che aveva contattato il marito.
La bufera contro di lei, però, non si placherà.
Sempre nella giornata di oggi, il premier israeliano Benjamin Netanyahu e gli oltranzisti nella coalizione erano tornati a esprimere il loro sdegno per la diffusione del video. «Ha arrecato danni immensi all’immagine dello Stato d’Israele e delle Forze di Difesa Israeliane, ai nostri soldati. Forse si tratta dell’attacco d’immagine più grave che lo Stato d’Israele abbia subito dalla sua nascita. Non ricordo nulla di altrettanto mirato e intenso», aveva detto. «Questo richiede un’indagine indipendente e imparziale, e mi aspetto che venga compiuta».
Netanyahu aveva da subito iniziato a usare il caso per rafforzare la campagna contro il sistema legale, Corte suprema compresa: una lotta che sta portando avanti da quando è arrivato al potere nel gennaio del 2023.
In un altro video che aveva voluto pubblicizzare lui stesso, Itamar Ben-Gvir, ministro per la Sicurezza Nazionale e fanatico leader dei coloni, invocava «la pena di morte per i terroristi»: ai suoi piedi, distesi a terra con le mani legate e bendati, ci sono gli uomini della forza Nukhba di Hamas catturati il 7 ottobre del 2023 mentre assaltavano i kibbutz e le cittadine nel sud di Israele, 1.200 persone uccise. Gli ostaggi rilasciati nelle scorse settimane hanno raccontato che le esibizioni di Ben-Gvir con i detenuti causavano la rappresaglia contro di loro dei fondamentalisti.
Secondo un rapporto classificato del dipartimento di Stato, durante i due anni di guerra a Gaza i soldati israeliani avrebbero commesso «centinaia» di violazioni delle leggi americane sui diritti umani. Ma per esaminarle potrebbero volerci «diversi anni»: sulla base della norma Leahy gli Stati Uniti non possono fornire assistenza militare o armamenti alle nazioni che commettono questi reati.
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2 novembre 2025 ( modifica il 2 novembre 2025 | 18:29)
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