Karina Cascella, opinionista di Aversa, parla di sé. E non senza difficoltà o dolore. La sua è infatti una storia di grandi cicatrici, cominciate già dall’infanzia, essendo cresciuta in una famiglia disfunzionale.
A parlarne è lei stessa nell’ultima intervista rilasciata a Verissimo, dove ha parlato delle sue origini. I problemi in famiglia sono cominciati quando il padre di Karina ha cominciato a bere. “Aveva problemi con l’alcol”, svela l’opinionista, tornando indietro nei ricordi, in un passato impossibile da dimenticare. A soffrire insieme a lei, le due sorelle. “Siamo state tanto unite nel dolore che ci ha accompagnato in diverse fasi della nostra vita”, racconta oggi.
“Nostra madre è stata una donna meravigliosa. Era buona, talmente buona che pensava che l’amore potesse cambiare tutto, anche mio padre. Lui, cantautore, soffriva di depressione: questa malattia, unita all’alcol e agli anti depressivi assunti in dosaggio elevato, lo portavano a essere violento. La nostra vita ruotava attorno a come rientrava lui la sera”. Il racconto si fa sempre più duro. “Mia madre ci metteva a letto vestite e ci svegliavamo con le sue urla”, continua Karina. “Lei ci trascinava via per scappare, per questo ci metteva a letto vestite. Picchiava anche noi figlie”.
Il padre sarebbe morto a 51 anni per un tumore al pancreas. “Abbiamo vissuto la sua malattia come una liberazione, perché ormai era fragile. Mia madre invece l’ha vissuta malissimo, sebbene le facesse male. Io chiamavo la polizia e scappavo dai vicini, ma quando la polizia arrivava lei faceva un passo indietro”, dice ancora.
Karina non è mai riuscita a perdonare il papà. Neanche sul letto di morte. “In quel periodo non l’ho mai perdonato”, ammette. “Sapevo che stava per morire ma non ce l’ho fatta. Prima che lui morisse gliel’ho detto. Lui mi ha guardata pentito e consapevole. Sapeva che stava chiedendo troppo. L’ho perdonato dopo, con il tempo, quando sono diventata adulta. Ma l’ho fatto più per me stessa, per non vivere nel rancore”.
Subito dopo la morte del padre, la mamma è caduta in depressione. “Non aveva più voglia di restare, di stare nel mondo. E guarda caso ha avuto un ictus: ha perso così la memoria. Un giorno, in ospedale, mi ha parlato come fossi un’estranea e mi ha detto: ‘Sa, signora, io ho tre figlie. Può dire a mia figlia Karina di occuparsi sempre di Sanny, che è la più piccina? In quel momento mi rendo conto che l’avevo persa per sempre”.