di
Aldo Grasso
Per movimentare un po’ la scena il regista televisivo Fabrizio Guttuso Alaimo è costretto a usare qualche inquadratura di esterni e a servirsi di continue carrellate per animare frontalmente una scenografia soverchiante
Quando la realizzazione di un’opera lirica è all’altezza della sua fama si dice che è «da Scala», sottintendendo l’eccellenza. Quando si potrà dire che un melodramma è «da Teatro dell’Opera di Roma», sottintendendo non so bene cosa?
Forse il fascino del red carpet dove un’impacciata Cristiana Capotondi intervistava personaggi del calibro di Federica Sciarelli, Bruno Vespa, Noemi, Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, Luca Barbarossa, Serena Autieri.
Forse l’ennesima riproposta di Tosca, il capolavoro di Giacomo Puccini tutto ambientato a Roma. Forse un ricordo che pesa ancora, quello del weekend di Tosca, nei luoghi e nelle ore di Tosca (1992) di Andrea Andermann, una rappresentazione concepita specificatamente per una trasmissione televisiva, in diretta, e quindi gli interpreti cantavano ogni atto da luoghi celeberrimi, seguendo esattamente le istruzioni del compositore.
Sia quel sia, la Tosca firmata da Alessandro Talevi (non parlo di esecuzioni musicali, non mi compete) ripropone una ricostruzione completa e dettagliatissima dell’allestimento originale ideato da Adolf Hohenstein per il Teatro Costanzi, realizzata con la supervisione dell’Archivio Storico Ricordi. Grande rispetto filologico per le scene ambientate a Sant’Andrea della Valle, Palazzo Farnese e Castel Sant’Angelo.
Risultato? Per movimentare un po’ la scena il regista televisivo Fabrizio Guttuso Alaimo è costretto a usare qualche inquadratura di esterni e a servirsi di continue carrellate per animare frontalmente una scenografia soverchiante, più prossima al monumento che a un allestimento teatrale (Rai3).
Viene spontaneo il confronto con Tosca di Davide Livermore (2019), la «prima» della Scala più vista in tv, con una media di 2 milioni 850 mila spettatori, pari al 15% di share, caratterizzata da un’impostazione televisiva, piena di video, e da una scenografia molto hi-tech.
A raccontare la trama è stato chiamato Alessandro Preziosi, con voce impostata stile «Elisa di Rivombrosa». Alla fine, pare ci fossero forse più spettatori dentro il teatro, «a gratis», che davanti ai televisori di casa.
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2 novembre 2025
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