Firenze, 2 novembre 2025 – Ecco le pagelle dei viola in Fiorentina-Lecce.
De Gea 6 – Spettatore non pagante di uno spettacolo per certi versi deprimenti, almeno per uno come lui abituato a ben altri scenari e palcoscenici. Non può nulla sulla botta a distanza ravvicinata di Berisha. Poteva essere sv. Pongracic 5 – L’ex della gara inizia con il piglio giusto, salvo poi anche lui andare in totale confusione, quando invece dovrebbe sfruttare la sua libertà che Di Francesco gli concede visto che attacca con una sola punta vera. Fuori posizione però nell’occasione del gol giallorosso. Comuzzo 5 – Meglio da centrale che con la linea accanto. Pochi guizzi e poche sbavature in una situazione del genere non è poco. Ma anche lui resta nella mediocrità senza prendere iniziative che il ruolo impone. Dal 77’ Fazzini 5 – Non si poteva certo chiedergli di togliere le castagne dal fuoco, ma non ci mette neppure la sua classica verve. . Ranieri 4,5 – Sbaglia un’occasione che gli capita ancora sugli sviluppi di un calcio da fermo e non è la prima volta. Poteva essere l’episodio che poteva riaprire la gara, come il rigore cancellato dal Var cercato con arguzia. Dodo 4 – Incrocia Gallo che prova a contenerlo, arrangiandosi. Poi il black out collettivo contagia anche lui che appare e scompare dalla partita senza lasciare evidenti tracce. Thiago Gabriel gli crea non pochi problemi. Ma non è la prima volta in stagione che combina poco. Ndour 4 – Inizia di gran carriera, almeno nell’atteggiamento poi si spegne fino a perdere completamente il filo del gioco, diventando macchinoso e timido, in maniera quasi sorprendente. Ma il guaio doveva ancora arrivare e si materializza nella sanguinosa e banale palla persa che apre le porte alla ripartenza del Lecce culminata con la rete di Berisha. Pomeriggio da incubo. Dal 46’ Mandragora 4,5 – Da uno della sua esperienza si chiede almeno una sferzata d’orgoglio, che non c’è. Nicolussi 4 – Si piazza regista basso ma si fa sempre prendere in mezzo tra Berisha e Coulibaly. Va in confusione presto e smarrisce le certezze. Sbaglia nell’occasione del gol, facendosi sorprendere da Berisha. Dal 46’ Gudmundsson 4,5 – Poche tracce se non un tiraccio fuori misura non da lui. Fagioli 4 – L’avvio sarebbe incoraggiante, ma si intuisce che gioca ’sulle uova’ e infatti dopo il quarto d’ora iniziale si avvita su se stesso perdendo alcuni palloni che solo gli errori avversari non riescono a capitalizzare. Dal 46’ Sohm 4 – Un tempo praticamente da spettatore. Fortini 6 – Debutta da titolare (dopo la gara di Conference a Vienna) e fa il jolly, iniziando largo a sinistra per spingere sulla corsia. Poi, nella ripresa, quando si passa a un centrocampo a 4 va a destra sempre sulla fascia. Prova sempre a saltare l’uomo, senza trascurare la copertura ed è uno dei pochi che si salva per impegno e intensità. Mette qualche traversone nel mezzo, salvo poi calare inevitabilmente. Dzeko 4,5 – Dovrebbe attingere alla sua esperienza per provare a lasciare il segno in una zona di campo dove servirebbe qualità. Invece non riesce a emergere. Posizione ibrida la sua che non lo aiuta se l’idea era quella di aggiungere una presenza accanto a Kean. Dal 58’ Piccoli 5 – Prova a fare qualche sponda e nulla più. Kean 5 – Il suo mestiere dovrebbe essere quello di fare gol, ma i palloni arrivano con il contagocce. Quando prende palla punta sempre l’uomo e prova a costruirsi le occasioni, anche se i risultati restano modesti. All. Pioli 4 – Per rispetto dal suo passato, ci fermiamo qui. Ma il cambio a metà gara di un intero reparto vuol dire aver sbagliato completamente le decisioni iniziali che ovviamente non hanno pagato. Non che i sostituti siano andati meglio. La rivoluzione ’verde’ alla fine è un boomerang perché da una temporanea sicurezza si passa a una duratura incertezza che genera il pasticcio che alla fine decide la gara e forse le sue sorti.