Firenze, 2 novembre 2025 – “Negli ultimi giorni abbiamo assistito a un episodio che dovrebbe farci riflettere, più che indignarci. Non tanto per i nomi coinvolti, ma per ciò che rappresenta: un segno dei tempi”, Dario Nardella, ex sindaco di Firenze e attualmente europarlamentare, nel suo lungo post sui social si riferisce al caso scoppiato in questi giorni delle influencer attiviste Carlotta Vagnoli, Valeria Fonte e Benedetta Sabene, indagate per stalking. Suo malgrado il nome di Nardella è finito al centro di una delle chat incriminate e per questo replica via social. 

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Dario Nardella, europarlamentare ed ex sindaco di Firenze

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Il caso “Fascistella” e la replica dell’ex sindaco: “L’odio si traveste da giustizia, la gogna da coraggio”

Nardella è stato chiamato in causa nella questione in quanto Vagnoli ha accostato il suo nome a una delle chat al centro delle polemiche –  chiamata “Fascistella” – precisando l’origine dell’appellativo: “Tra le altre cose è il soprannome goliardico dato da sinistra all’ex sindaco di Firenze, mi spiace rovinarvi i complotti elaborati, ma siamo molto più terra di quanto crediate”.

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Di qui la replica di Nardella all’attivista: “Sui social, l’impegno civile si è spesso trasformato in una gara di superiorità morale. Si parla di empatia e inclusione, ma dietro molte parole si nascondono arroganza, rabbia e disprezzo. L’odio si traveste da giustizia, la gogna da coraggio, e il risultato è un dibattito avvelenato in cui non c’è più spazio per il dialogo, solo per il giudizio. Questo non è progresso, è la caricatura del progresso. Perché quando chi dice di voler difendere i diritti costruisce muri e nemici, finisce per distruggere proprio le cause che dice di servire.”, spiega l’ex sindaco nel post.

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“Ho tre figli e penso a che mondo stiamo consegnando loro: si distrugge per affermarsi, la violenza verbale è la norma”

“Ho tre figli, e penso a che mondo stiamo consegnando loro: un mondo dove per affermarsi bisogna distruggere, dove la violenza verbale è diventata una forma di linguaggio accettata, quasi normale. E invece dovremmo recuperare umanità, misura e responsabilità — parole semplici, ma rivoluzionarie. Quanto all’etichetta di “fascista”, ricordo con orgoglio di essere stato sindaco di Firenze, città Medaglia d’Oro al Valor Militare per la liberazione dal nazifascismo. E di aver inaugurato la tradizione che vuole il sindaco suonare personalmente, ogni 11 agosto, la Martinella di Palazzo Vecchio, per ricordare la libertà riconquistata. Perché la libertà si difende con i fatti, non con le etichette”.