Sono dell’idea che Luc Besson sia nu bravo guaglione, capace anche di fare dei bei film, ma che ogni tanto si annoia e si mette a trollare il prossimo per far passare il tempo. Sono anche dell’idea che la sua trollata migliore risalga al lontano 1997 e sia questa:

Ma ora anche Besson è invecchiato, è diventato un ricco bolso e inoffensivo e devo ammettere che nel frattempo non ho seguito il suo cinema con assiduità. Mi era decisamente piaciuto Dogman, un film non scevro da difetti e in cui non tutti i conti tornano, ma tenuto in piedi da un grande Caleb Landry Jones; per cui, quando ho saputo che Besson e Jones (e la squadra di produzione artistica di Dogman) si erano riuniti per un altro film, mi sono subito interessata. Un attimo dopo, ho saputo che questo film era Dracula – L’amore perduto.
I meme imitano la vita o la vita imita i meme?
Ma stiamo scherzando? Ho scritto la recensione di Nosferatu all’inizio di quest’anno e adesso devo scriverne una di Dracula? Ma perché, santo cielo, perché un altro film su Dracula? Che senso ha? Nelle interviste di promozione al film, Besson ha tergiversato: un po’ col classico «Non mi interessa l’horror» (come se nel 2025 dire una cretinata del genere fosse ancora sinonimo di essere un autore serio), un po’ lodando Caleb Landry Jones e pensando che sarebbe stato figo mettergli i dentoni da vampiro. Insomma, ha ammesso anche lui ciò che è evidentissimo guardando il film: questo Dracula non ha nessuna precisa ragione di esistere. Non ha l’urgenza della storia drammatica di Dogman, non ha la potenza iconoclasta de Il Quinto Elemento, non arriva in un momento preciso – anzi, arriva proprio a ridosso di quello di Eggers, quando non ce n’è bisogno. Che palle. Quindi Monsieur Besson che cosa fa? Mette il pilota automatico, imbastisce una sorta di brutta copia del Dracula di Coppola, compresi i capelli lunghi, candidi e sontuosamente acconciati del Conte, e commissiona a Danny Elfman una colonna sonora che riecheggia pericolosamente quella di Wojciech Kilar.
Ma mi prendi per il culo?
La storia la conosciamo tutti, naturalmente ci sono alcune differenze, specialmente nelle motivazioni dei personaggi, ma nulla di particolarmente moderno o innovativo su cui valga la pena soffermarsi. Il cast fa il suo dovere ma niente di più: Jones è sicuramente molto bravo, ma l’intensità del suo Dogman sta di casa da un’altra parte (fun fact: lo scambio di battute “Non credo in Dio” “Allora prega che Dio creda in te” è ripresa quasi esattamente da Dogman); sembra che persino lui, nonostante il film sia stato appositamente scritto come veicolo per lui, non ci creda fino in fondo. Christoph Waltz, un po’ come Willem Dafoe in Nosferatu, è solo lì a farsi dare un cospicuo assegno e recita come se si fosse appena svegliato. Sapete chi invece fa benissimo il suo dovere e si diverte un mondo? Matilda De Angelis, la migliore di tutta la squadra.
Matilda 6 mitica
Qua e là, fra un’incongruenza e l’altra, fra momenti ridicoli e altri imbarazzanti, Besson ha qualche guizzo di immaginazione: è carina l’idea dei gargoyles/scherani di Dracula, potevano creare un buon effetto di spalla comica, e invece sono realizzati con la CGI di mio nonno, una robaccia improponibile. Un paragrafo a parte dovrebbe essere speso per elencare tutti i motivi per cui le sequenze di danza (ebbene sì, ci sono le SEQUENZE DI DANZA) sono sbagliate, ma onestamente non mi va di rigirare i canini nella piaga di un film che è chiaramente una trollata – come dimostra il fotogramma sotto:
Sì, mi prendi per il culo
Non credo che Monsieur Besson farà dei gran soldi con questo film, ma il prossimo spero che sia un film vero; non una scopiazzatura, non una presa per il culo. Ci meritiamo tutti di meglio.
DVD-quote:
“Una trollata”
Cicciolina Wertmüller, i400calci.com
Dove guardare Dracula – L’amore perduto