di
Tommaso Loreto

La soluzione Galloppa fino alla sosta per le Nazionali poi l’ingaggio del nuovo allenatore e del d.s. Ma c’è il rischio dello sforamento dei parametri Uefa

Fiorentina, un caos totale. Una montagna di problemi da affrontare subito, perché la classifica è un baratro e la città bolle. Lo scenario è desolante, e forse anche per questo tutto il mondo viola si è rifugiato al Viola Park per restarci in ritiro (almeno) fino a mercoledì, giorno della partenza per la Germania. 

Lì, dopo ore di riflessione e in silenzio stampa, proprietà e quel che resta della dirigenza dovranno prendere decisioni importanti, determinanti per il futuro del club. Se ancora ieri sera da casa viola filtrava la volontà di prendersi del tempo per studiare il da farsi e valutare la posizione del tecnico — includendo l’opzione dell’esonero — Pioli ha invece escluso fin da subito l’ipotesi delle dimissioni, rimettendo tutto in mano alla società: oggi la conferma, Pioli ha rifiutato la buonuscita. 
 
Dinamiche tipiche di un’emergenza di risultati ma anche figlie dell’oneroso contratto del tecnico (triennale da 3 milioni netti l’anno) che complica i piani viola: dopo l’alzamento degli ingaggi e i costi sostenuti in estate, i viola, in caso di ulteriori ingaggi da pagare, rischierebbero di non rientrare nei parametri Uefa. 



















































Ecco perché il club si aspettava le dimissioni di Pioli. Un’ulteriore problematica nasce ovviamente dalle dimissioni di Pradè di sabato, che hanno lasciato vacante la casella del d.s., necessaria però per disegnare il futuro tecnico della Fiorentina e, soprattutto, per indicare la strada che possa portar fuori la squadra da queste sabbie mobili.

Sotto questo profilo la gara di ieri non ha fatto altro che aggravare una situazione già di per sé pesante, e nella quale ancora il club deve muovere ufficialmente i primi passi. Problemi diversi su piani diversi, anche se la proprietà della Fiorentina al momento resta risolvere l’emergenza in panchina. Se prima delle dimissioni di Pradè era Vanoli il profilo più considerato adesso, oltre a qualche perplessità che resiste, la concorrenza del Genoa in cerca di un sostituto di Vieira rischia di far saltare qualsiasi piano.

Impossibile l’ipotesi Thiago Motta (visti i costi d’ingaggio), mentre restano valide le ipotesi De Rossi e del ritorno di Palladino, anche se l’ampia riflessione viola prende in considerazione per il momento anche allenatori più abituati a lottare per la salvezza (da Pecchia, D’Aversa fino addirittura a Ballardini, la lista sarebbe ampia). 

Così in attesa che Commisso sciolga tutte le riserve del caso, resta forte anche lo scenario che chiama in causa l’allenatore della Primavera Daniele Galloppa, dotato di tesserino Uefa Pro e comunque in grado di allenare già da giovedì a Mainz in Conference League. 

In questo modo, con una soluzione temporanea (diciamo fino a domenica, quando i viola sfideranno il Genoa prima della sosta di campionato), la Fiorentina si concederebbe un lasso di tempo utile per decidere chi dovrà fare cosa e soprattutto individuare la figura del d.s. al quale, inevitabilmente, affidare la scelta del nuovo allenatore. 

Un interregno utile, quello eventuale di Galloppa, a ponderare qualsiasi strategia nel momento più difficile dell’era Commisso, una settimana (e due partite) nella quale è in ballo il futuro di un intero club: sul fronte d.s., la ridda d’ipotesi che vanno da Giuntoli a Maldini fino a Petrachi e Sabatini fino a ora sono catalogabili soltanto come idee allo stato embrionale. La priorità, come detto, adesso è l’allenatore.

Di certo c’è che la patata bollente non può che essere in mano a Commisso, e dovrà essere lui a dare gli indirizzi definitivi al d.g. Ferrari e al d.t. Goretti. 


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3 novembre 2025 ( modifica il 3 novembre 2025 | 15:42)