“Io ho fatto il break e tu stai seduto…?” Che succede se l’allievo di 24 anni rimprovera il maestro di 60? Ordinari fatti di campo al masters 1000 di Parigi. Ma la scena di Sinner che invita il suo box ad alzarsi dopo un punto importante con Zverev ha fatto il giro del mondo e dice tanto del rapporto fra l’azzurro e Darren Cahill. Sì, uno dei due uomini dietro il campione (l’altro è chiaramente Simone Vagnozzi), capace di raccogliere l’eredità lasciata da Riccardo Piatti, precedente allenatore dell’italiano. Ma ora che il coach superstar australiano si è un po’ stancato di girare il mondo tutte le settimane all’anno c’è da chiedersi come cambierà Jannik.

Perché star dietro a un ragazzo di 24 anni – seppur di grande rigore come l’altoatesino –, non è facile, la vita è logorante. Sinner lo ha detto più volte: “Proverò a convincerlo a restare”. In attesa dell’ultimo atto, le Atp Finals, nessuno scioglie le riserve sul futuro della squadra, che potrebbe anche restare uguale agli Australian Open. Anzi, si è parlato di una possibile “collaborazione a distanza con Cahill”. In ogni caso prima o poi qualcuno bisognerà trovare: “Vagnozzi deve avere la possibilità di riposare”, ha detto qualche giorno fa lo stesso Sinner da bravo ed esperto datore di lavoro. Tanti i nomi fatti in questi mesi sul possibile nuovo compagno del tecnico marchigiano. Più recentemente era filtrata qualche voce su contatti con Carlos Moya, ex giocatore di grande livelle e allenatore di Rafa Nadal nell’ultima parte di carriera, dal 2016 al 2024. Voce anticipata dalla stampa russa, però smentita rapidamente dallo stesso Carlos ed etichettata come “fake news”.

Del resto è un compito per grandi nomi. Basti pensare a ruolino di marcia dell’azzurro in questa stagione: cinque titoli (di cui due Slam), nove finali su 11 tornei, oltre cinquanta vittorie contro sei sconfitte, insomma, un ritmo da campione.

E poi c’è quello che pare il candidato perfetto, Ivan Ljubicic. Il croato ha riportato Federer alla vittoria Slam e al numero 1, insomma è abituato ai grandi. Poi riservatezza, equilibrio nel carattere e l’apparente calma potrebbero combaciare benissimo con lo spirito dell’azzurro. Lo stesso Ljubo, su queste pagine, non aveva chiuso la porta alla domanda ’se Sinner la chiamasse?’. “Non so se ci sarà mai una proposta. Sicuramente se arriva la chiamata di un giocatore del genere è giusto pensarci”.

Restando nelle suggestioni si era parlato anche dell’amico e conterraneo Andreas Seppi, oppure di Andre Agassi. Mentre Boris Becker, ha confessato in un’intervista: “Mi aveva chiesto di allenarlo – ha spiegato Becker, riferendosi al 2022, quando ancora Sinner era con Piatti –. Ma aspettavo la sentenza di Londra (quella per bancarotta, ndr). Gli dissi: non so come finirà, non posso prendermi l’impegno. Però non volevo lasciarlo solo: gli suggerii due nomi, uno era Darren Cahill. Per me, il migliore”.

Gabriele Tassi