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Un nuovo album, intotolato G pronto a uscire, il prossimo 7 novembre. Canzoni che sente fortemente sue a cominciare da “La Cura Per Me” in versione duetto con Blanco, l’autore originale del brano che ha segnato il suo ritorno sul palco del Festival di Sanremo lo scorso febbraio. «Mi ha detto fin dal primo momento che La Cura per Me era scritta per me. A me è arrivata cantata con la sua voce strappata e mi ha subito emozionata. Ho provato a chiedergli se voleva duettare con me a Sanremo, ma non avevo in programma di farlo, aveva altri progetti in costruzione. Anche a me è successo di dire no a un duetto in passato. Devi essere sempre preparato anche psicologicamente per andare a Sanremo e salire sul palco dell’Ariston…».


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Una canzone che ha “dovuto” cambiare, almeno nel finale. «Dovevo per quello che sono, per la mia storia».

Poi spiega:  «Lui ha cantato il suo inciso, ma anche il mio. Si vede la forma che la canzone aveva prima e che ha preso dopo». Cambia anche il finale del pezzo con il verso “Solo tu sei la cura per me”. «Nell’essere donna, con il mio passato, non potevo andare da una ragazzina e dirle che c’è qualcuno a cui affidare interamente la sua felicità. Ho chiuso quindi cantando “Non sarò mai più sola per me”, per aggiungere un tocco di indipendenza. Volevo essere coerente con la mia storia e ho detto a Blanco che, se l’avesse cantata lui, sarebbe andata bene anche la sua versione, e lui lo ha accettato».

Con lei si parla anche di femminismo e dei recenti accadimenti: «Non trovo niente di femminista nell’insultare le persone, non è nella mia educazione» Nonostante il sesto posto finale a Sanremo 2025 per lei è stata una rinascita. «L’ennesima rinascita», racconta Giorgia nel corso della presentazione del disco  che sarà presentato al pubblico con un tour lungo 18 palazzetti molti di questi già sold-out. «La verità? Mi sento come Terminator 2 che ogni volta che lo accoppano poi si riforma», poi ancora:  «Non me lo aspettavo di avere attorno tutto questa attenzione, se me lo avessero detto 10 anni fa non ci avrei creduto, pensare che volevo smettere a 26 anni». E con X-Factor tutto questo calore è aumentato: «Io la chiamo follia collettiva ma credo di essermi meritato quello che ho vivendo momenti alti, come quando esce un nuovo album, come momenti più difficili. Ma alla fine sono quelli che ti insegnano a reagire e tornare».

Giorgia si è affidata anche al lavoro di tanti giovani, non solo Blanco. “Carrilon”, per esempio, è scritta da alcuni ragazzi di Avellino. «È come parlare alla me ragazzina, quella che stava chiusa in una stanza. Ricordo delle frasi, nel primo Sanremo, dicevano che ero fredda e che non mi emozionavo. In realtà, dentro di me c’era la pietra lavica!. E questa canzone mi riporta indietro…».

In “G”, c’è anche una canzone che racconta la storia d’amore tra Giorgia e il compagno Emanuel Lo, “Corpi celesti”: «Anche se gli autori sono stati molto più poetici rispetto alla realtà», dice ridendo. Nella canzone c’è un verso “Non cado più all’indietro… «Spero di riuscirci un giorno. Per il momento la canto. Aspirarla con chi ti sti al tuo fianco, con la quotidianità, è la cosa più bella che ti possa capitare».

Diciotto date programmate, ma nessuno stadio in programma. Nè oggi, né domani. Non rientra nei suoi programmi: «Ne farei al massimo uno o due. Invece il bello della tournée è che fai tante date, viaggi… Lo stadio è un altro tipo di emozione, con Elisa è stato pazzesco, ma non desidero lo stadio. Fosse per meI vorrei tornare nei club da dove è cominciato tutto…».


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