di
Rinaldo Frignani

Vigili del fuoco impegnati fino a notte fonda per estrarre Octay Stroici dalle macerie dell’edificio a largo Corrado Ricci, ma non è bastato per salvarlo. La Procura indaga per disastro e omicidio colposi

Estratto vivo dopo 11 ore sotto le macerie della Torre dei Conti. Ma la gioia per il salvataggio è durata poco: a mezzanotte e venti infatti Octay Stroici, operaio rumeno di 66 anni, è morto al pronto soccorso del Policlinico Umberto I dove era arrivato in ambulanza con la staffetta di poliziotti e carabinieri. 

I timori dei soccorritori si sono rivelati purtroppo fondati: troppo gravi le conseguenze dello schiacciamento causato dai detriti subìto così a lungo dal lavoratore, che alla soglia della pensione continuava a operare in situazioni a rischio. La tragica conclusione di una giornata iniziata con il doppio crollo della costruzione medievale sui Fori Imperiali, a due passi dal Colosseo. 



















































Il doppio crollo

È implosa all’improvviso, alle 11.20 di ieri, sventrata poi da un secondo crollo poco più di un’ora dopo davanti al sindaco Roberto Gualtieri, al prefetto Lamberto Giannini e anche al ministro della Cultura Alessandro Giuli impegnati in un sopralluogo: anche loro sono stati investiti dalla nube di polvere che per qualche interminabile secondo ha nascosto alla vista di tutti pure i cinque pompieri che in cima all’autoscala provavano a raggiungere Stroici, che gridava supplicando di essere salvato, da una piccola finestra: prima di allontanarsi, rischiando ancora la vita, i soccorritori gli hanno costruito attorno una barriera di sicurezza fatta di assi di legno e ringhiere cadute dal terrazzo che in qualche modo ha protetto il 66enne. 

Estratto vivo, ma inutile il massaggio cardiaco

Non è bastato. Inutile purtroppo il massaggio cardiaco prolungato effettuato dai medici dell’Ares 118 sul paziente apparso in condizioni critiche fin dalle prime battute dopo essere stato estratto dalle macerie. Con la maschera d’ossigeno sul volto, le flebo alle braccia. 

Gli operai salvati e il collega dimesso dall’ospedale 

Un brivido ha attanagliato le centinaia di persone che assistevano al delicato intervento, colte di sorpresa anche loro pensando che fosse meno complicato di quello che si è poi rivelato. Fra loro tanti turisti stranieri che hanno cominciato a scattare foto, a girare video con i telefonini. 

Qualcuno si è perfino lasciato andare ai selfie con la torre semidistrutta sullo sfondo, senza rendersi conto che dentro c’era un uomo che rischiava di morire, come poi è successo davvero. Altri tre operai, colleghi del 66enne, impiegati per la Edilerica, una ditta specializzata in restauri di edifici storici, sono stati invece salvati subito dai vigili del fuoco che li hanno raggiunti al secondo piano della torre: i due sui ponteggi interni sono rimasti illesi, il terzo — Gaetano La Manna, 64 anni, anche lui quasi in età da pensione — è stato trasportato all’ospedale San Giovanni e dimesso in serata. 

Soccorso anche un pompiere

Soccorso un pompiere per un problema agli occhi, tanta paura ma nessuna conseguenza per gli operai della seconda ditta impegnata nei lavori di riqualificazione del complesso, la Picalarga di Campagnano, che ha operato anche in palazzi istituzionali. 

Riunione di crisi sotto gli ombrelloni dei ristoranti 

Toccherà ora alla Procura, che indaga per disastro e omicidio colposi, stabilire cosa sia accaduto sulla base delle relazioni inviate dai carabinieri della compagnia Roma Centro e dell’Ispettorato del lavoro dell’Arma. Ieri sono stati ascoltati lavoratori, tecnici delle imprese e numerosi testimoni.
Il prefetto Giannini ha subito allestito un punto di crisi sotto gli ombrelloni dei locali proprio davanti alla torre, in quegli stessi ristoranti dove fino a poco prima c’erano già i clienti per il pranzo.

Che sono stati fatti subito allontanare dalle forze dell’ordine per il concreto pericolo che l’apice della torre, ormai senza alcuna struttura portante, solo facciate in bilico, potesse cedere schiantandosi a terra da 29 metri d’altezza. Anche per questo i pompieri hanno installato alcuni rilevatori di movimento sui davanzali per poter operare in sicurezza. Mentre gli artificieri dei carabinieri hanno manovrato da terra mini-droni con visori a realtà aumentata: sono riusciti a pilotarli fra le macerie per individuare l’operaio sepolto, che continuava a urlare e al quale, per circa nove ore, non è stato possibile far arrivare né acqua né un rinforzo di ossigeno.

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La moglie dell’operaio abbracciata dal sindaco 

Tutto attorno, per lui, un immenso campo base, circondato dalle troupe televisive di mezzo mondo, con decine di veicoli dei vigili del fuoco, ambulanze, autoarticolati equipaggiati per l’aspirazione delle macerie fatti arrivare dal Comune, insieme a gru e fari talmente potenti da illuminare a giorno l’intera zona rossa, transennata dalla polizia. Un fortino di luci blu stretto attorno a Marianna, la moglie dell’operaio, e alla figlia, giunta di corsa da Lecce, assistite dai servizi sociali del Campidoglio e dall’ambasciatrice rumena Gabriela Dancau. 

Il sindaco Gualtieri le ha abbracciate, cercando di rincuorarle in un momento difficile. Vicinanza manifestata ieri dai sindacati dei lavoratori e da tutte le forze politiche. E dalla premier Giorgia Meloni. «Seguo con profonda apprensione l’evolversi delle operazioni di soccorso alla Torre dei Conti — ha detto la premier in serata —. Il mio pensiero e la mia più sincera vicinanza vanno alla persona che in queste ore sta lottando per la vita e alla sua famiglia». Purtroppo Stroici ha perso la sua battaglia.


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4 novembre 2025 ( modifica il 4 novembre 2025 | 07:30)