di
Gian Guido Vecchi
Il pontefice ha fatto chiarezza a beneficio di un miliardo e quattrocentomila fedeli, a cominciare dai gruppi di devozione mariana sparsi nel mondo: il titolo, apparso nel XV secolo, già criticato da Joseph Ratzinger nel 1996
CITTÀ DEL VATICANO «Madre di Dio», naturalmente, la Theotókos proclamata nel 431 dal concilio di Efeso, e tra gli altri appellativi anche «prima discepola», ma la Madonna «Corredentrice» no, non è proprio il caso: il titolo «rischia di oscurare l’unica mediazione salvifica di Cristo, può «generare confusione» ed è quindi «sempre inappropriato» e perfino «sconveniente». Ci sono voluti decenni, ma alla fine la nota dottrinale «Mater Populi fidelis» dell’ex Sant’Uffizio, approvata e firmata da Leone XIV, ha fatto chiarezza a beneficio di un miliardo e quattrocentomila fedeli, a cominciare dagli innumerevoli gruppi di devozione mariana sparsi nel mondo.
Devozione
Tale devozione è «un tesoro della Chiesa» e «non si tratta di correggere la pietà del popolo fedele di Dio», premette cardinale Víctor Manuel Fernández, prefetto del dicastero per la Dottrina della fede. Però si trattava di mettere ordine, per distinguere le espressioni che «rispondono a una devozione mariana genuina e ispirata al Vangelo» da quelle che spesso vengono diffuse «attraverso le piattaforme mediatiche» ma «devono essere evitate» perché «non favoriscono un’adeguata comprensione dell’armonia del messaggio cristiano nel suo insieme». Si trattava insomma di «approfondire i corretti fondamenti della devozione mariana, precisando il posto di Maria nella sua relazione con i fedeli, alla luce del mistero di Cristo quale unico Mediatore e Redentore».
Redentore
L’espressione più controversa era proprio quella di Maria «Corredentrice», un titolo che apparve nel XV secolo «come correzione dell’invocazione di Redentrice (abbreviazione di Madre del Redentore) che Maria riceveva dal X secolo». Anche «San Bernardo assegna a Maria un ruolo ai piedi della Croce che dà origine al titolo di Corredentrice, titolo che ritroviamo per la prima volta, in un inno anonimo del XV secolo, a Salisburgo». Del resto «alcuni Pontefici hanno impiegato questo titolo senza soffermarsi a spiegarlo», per lo più intendendo che Maria «ha reso possibile la Redenzione realizzata da Cristo» o «in riferimento alla sua unione con Cristo accanto alla Croce redentrice». Il primo Papa ad usarla era stato Pio XI il 20 luglio 1925, rivolto alla Regina del Rosario di Pompei: «Ma ricordati pure che sul Calvario divenisti Corredentrice, cooperando per la crocifissione del tuo cuore alla salvezza del mondo, insieme col tuo Figliuolo crocifisso». Se il Concilio Vaticano II «evitò di impiegare il titolo di Corredentrice», Giovanni Paolo II «lo utilizzò almeno in sette occasioni, collegandolo soprattutto al valore salvifico del nostro dolore offerto insieme a quello di Cristo, a cui si unisce Maria soprattutto sotto la Croce». Eppure le perplessità non sono mai mancate. La Nota dell’ex Sant’Uffizio richiama anzitutto le riflessioni di un grande teologo come Joseph Ratzinger, futuro Papa Benedetto XVI, che nel 1996 guidava la Dottrina della Fede e, alla richiesta di un gruppo mariano, diede un responso «negativo»: «Il significato preciso dei titoli non è chiaro e la dottrina ivi contenuta non è matura».
Lontano dal linguaggio
Lo stesso Ratzinger, nel 2002, lo avrebbe ripetuto nel libro intervista Dio e il mondo: «La formula “Corredentrice” si allontana troppo dal linguaggio della Scrittura e della patristica e quindi causa malintesi… Tutto viene da Lui, come affermano soprattutto le Lettere agli Efesini e ai Colossesi. Maria è ciò che è grazie a Lui. Il termine “Corredentrice” ne oscurerebbe l’origine». Anche Papa Francesco ha detto più volte che Maria «non ha mai voluto prendere per sé qualcosa di suo Figlio. Non si è mai presentata come co-redentrice. No, discepola».
Vanno quindi bene titoli come «Madre dei credenti», «Madre spirituale», o «Madre del popolo fedele», ma «Corredentrice» no: in generale, bisogna evitare «titoli ed espressioni riferiti a Maria che la presentino come una specie di “parafulmine” di fronte alla giustizia del Signore, come se Maria fosse un’alternativa necessaria all’insufficiente misericordia di Dio».
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4 novembre 2025
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