Secondo l’ultimo rapporto di Oxfam America, la ricchezza collettiva dei dieci miliardari più ricchi degli Stati Uniti è aumentata di 698 miliardi di dollari nell’ultimo anno. I ricercatori hanno calcolato che l’1% delle famiglie più ricche ha accumulato una ricchezza 101 volte superiore a quella di una famiglia media americana.
Negli Stati Uniti la disuguaglianza economica sta aumentando e il dito è puntato proprio verso l’amministrazione Trump. Mentre pochi si arricchiscono, il 40% della popolazione statunitense viene considerato a basso reddito, con guadagni inferiori alla soglia di povertà. Basta guardare ai dieci Paesi con le economie più grandi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) per avere una visione più chiara della situazione: gli Stati Uniti hanno il tasso più alto di povertà relativa, il secondo più alto di povertà infantile e mortalità infantile e il secondo tasso più basso di aspettativa di vita.
La ricchezza concentrata nelle mani dell’1%
Utilizzando i dati della Federal Reserve dal 1989 al 2022, Oxfam calcola che l’1% più ricco delle famiglie americane abbia accumulato 101 volte più ricchezza della famiglia media e 987 volte quella del 20% più povero.
In termini assoluti, significa un guadagno medio di 8,35 milioni di dollari per famiglia nell’élite dell’1%, contro appena 83.000 dollari per un nucleo medio nello stesso periodo.
Anche se Oxfam non cita i nomi dei miliardari presi in considerazione, i dati coincidono con quelli pubblicati da Forbes e da Bloomberg Billionaires Index. Nella classifica 2025, i dieci uomini più ricchi degli Stati Uniti sono:
- Elon Musk
- Jeff Bezos
- Mark Zuckerberg
- Warren Buffett
- Larry Ellison
- Bill Gates
- Larry Page
- Sergey Brin
- Steve Ballmer
- Michael Dell.
Oxfam denuncia la disuguaglianza
Rebecca Riddell, avvocata per i diritti umani e responsabile senior delle politiche per la giustizia economica e razziale presso Oxfam America, ha dichiarato: “La disuguaglianza è una scelta politica”.
Oggi, infatti, oltre il 40% della popolazione e quasi la metà dei bambini vive in condizioni di basso reddito. Tra le dieci maggiori economie Ocse, gli Stati Uniti registrano il più alto tasso di povertà relativa, il secondo più alto di mortalità infantile e una delle più basse aspettative di vita.
Tradotti in numeri, il report fotografa:
- il 50% dei bambini che vive in famiglie a basso reddito;
- un’aspettativa di vita media di 76,4 anni, contro gli 82,2 medi dell’OCSE;
- il doppio della mortalità infantile rispetto a Francia e Germania.
La scelta politica: la causa della povertà
Il rapporto denuncia un sistema che, negli ultimi quarant’anni, ha smontato progressivamente il welfare, i diritti dei lavoratori e il sistema fiscale progressivo, trasformando la ricchezza economica in potere politico.
Secondo Oxfam, la riforma fiscale definita da Trump “una grande, bellissima legge” ha invece rappresentato uno dei più grandi trasferimenti di ricchezza verso l’alto degli ultimi decenni.
Dietro c’è anche la lotta all’immagine della welfare queen, uno stereotipo nato negli anni ’80 e reso popolare da Ronald Reagan, simile all’idea dei “nullafacenti da divano” o dei “furbetti” utilizzata dall’attuale governo Meloni per screditare misure come il Reddito di cittadinanza.
L’immagine era quella di una donna afroamericana di città che sfruttava i programmi di welfare per tornaconto personale. Quella narrazione ha influenzato la percezione pubblica sui programmi sociali e resta tuttora intrecciata a pregiudizi razzisti. Oggi è stata ripresa per fini elettorali, e su questa retorica si basano molte delle politiche di tagli dell’amministrazione Trump.
Eppure, dal 1980, i redditi del top 1% dei più ricchi sono cresciuti del 343%, mentre quelli del 50% più povero sono rimasti quasi fermi, un divario che si è allargato sotto ogni amministrazione, sia repubblicana che democratica. Oxfam cita direttamente il Child Tax Credit, una misura che non ha affrontato le cause strutturali della disuguaglianza, portando a stanchi e limitati effetti positivi.
Come invertire la rotta: riforme fiscali e sociali
“Serve un tipo diverso di politica – ha aggiunto Riddell – una che punti a ridurre rapidamente la disuguaglianza e a restituire potere alle persone comuni”.
Il rapporto di Oxfam America non si limita a criticare, ma propone alcune linee di intervento:
- una riforma del finanziamento elettorale e delle leggi antitrust per limitare la concentrazione del potere;
- una riforma fiscale progressiva sui grandi patrimoni e sulle multinazionali;
- il rafforzamento della rete di protezione sociale;
- la tutela dei sindacati e dei diritti dei lavoratori.