Intorno a Tadej Pogačar e, in generale, intorno al ciclismo degli ultimi anni c’è stato un fiorire di primati e di prestazioni mai viste prima, almeno in termini di dati, partendo dalle velocità medie toccate durante le gare e toccando anche i vari tempi di salita lungo ascese già affrontate tantissime volte dalle corse. Su questa crescita vertiginosa un ruolo, molto importante, lo ha avuto il progresso tecnologico, con i corridori che si sono trovati a disposizione delle biciclette sempre più veloci, oltre che caratterizzate da una componentistica che ne ha spinto il limite ancora più in là.
A sottolineare questo aspetto, con un ragionamento abbastanza chiaro, è stato Geraint Thomas, uno che questo progresso lo ha vissuto in prima persona e che, spesso, negli ultimi anni si è trovato a sottolineare quanto si andasse più forte rispetto al recente passato. L’ormai ex corridore gallese si è espresso sul tema durante il podcast Watts Occurring, che produce insieme all’ex compagno in casa Sky e Ineos, ora direttore sportivo alla Decathlon Ag2R La Mondiale, Luke Rowe.
“Tadej Pogačar avrebbe vinto il Tour de France 2025 con la bicicletta che ho usato io quando ho vinto il Tour 2018? No, non l’avrebbe vinto – la risposta di Thomas a una domanda arrivatagli – Tadej è stato davanti a Jonas Vingegaard di quasi cinque minuti alla fine, ma non sarebbe riuscito a farcela con una bici di dieci, ma anche cinque, anni fa. Bisogna pensare a tutta la fatica in più che avrebbe accumulato nell’arco delle tre settimane, rispetto a un avversario in gara con una bici del 2025″.
Rowe si è detto d’accordo con l’ex collega: “C’è una differenza troppo grande fra una bicicletta del 2018 e una di oggi, i progressi che sono stati fatti sono enormi – il pensiero dell’ex corridore, ora direttore sportivo – Se ne facciamo un discorso di sfida diretta su una singola salita, Pogačar, pedalando su una bici di 8 anni fa, potrebbe anche essere più veloce e vincere la sfida. Ma sarebbe troppo dura riuscire ad assorbire tutti gli svantaggi che avrebbe nell’arco di ogni singola tappa. Se lui fosse equipaggiato come nel 2018 e Vingegaard fosse in versione 2025, Tadej non avrebbe possibilità di batterlo al Tour”.
