di
Gloria Bertasi

Il presidente di Sinistra per Israele era stato zittito dai pro Pal una settimana fa: «Contrario a ogni forma di boicottaggio contro Israele». All’esterno studenti con cori e striscioni: «Ci chiamano antisemiti ma è protesta politica»

In calle, la protesta dello stesso collettivo che lunedì 27 ottobre aveva interrotto l’incontro: una ventina di giovani con striscioni antisionisti. In aula Baratto, la sala di rappresentanza progettata dall’architetto Carlo Scarpa per l’ateneo veneziano di Ca’ Foscari, alla presenza della ministra Anna Maria Bernini (Università e ricerca), di tutte le autorità cittadine, del presidente della comunità ebraica Dario Calimani e di rav Alberto Sermoneta, il proseguio dell’incontro – interrotto dagli antagonisti di Sumud la settimana prima – con l’onorevole pd Emanuele Fiano intervistato dall’associazione Futura Venezia sul tema della pace in Palestina. «Questo è un momento di unione, la cui finalità è l’ascolto e il dialogo – l’introduzione, martedì, della rettrice Tiziana Lippiello – la mia solidarietà più profonda per quanto accaduto. Questo ateneo e la nostra città sono aperti al mondo e al multiculturalismo».

Fiano: contrario al boicottaggio di Israele

Toccato dalla vicinanza delle istituzioni, Fiano è stato accolto da applausi. «Grazie prima di tutto alla rettrice e alla ministra. Le università devono restare luoghi liberi: con quei ragazzi avrei parlato perché il dissenso è il sale della democrazia ma non è stato possibile – l’esordio – chi impone il silenzio uccide ogni progetto di convivenza e pace». In tal senso, come disse no in aula alle sanzioni a Iran e Russia, oggi Fiano è «contrario a ogni forma di boicottaggio», in particolar modo accademico. Anche perché «le università israeliane sono al centro della protesta contro Benjamin Netanyahu».



















































Un incontro (a intervistare Fiano, Giulia studentessa di arabo e israeliano a Ca’ Foscari) che ha affrontato più temi: l’uso del linguaggio, con un approfondimento sul perché per l’onorevole a Gaza oggi non si può parlare di genocidio («ciò non significa che non sono perché si fermi il massacro che è in corso. Ma genocidio, termine coniato tra il 1943 e il 1944 da un ebreo polacco fuggito negli Usa, significa: distruggere un gruppo umano in quanto tale, non in un conflitto, è quanto è accaduto a ebrei, armeni, in Cambogia, agli Hutu in Africa e anche a Srebrenica»), un excursus storico sulla crisi mediorientale e un racconto biografico che ha commosso tutti. I Fiano furono tutti deportati ad Auschwitz e solo il padre dell’onorevole dem è riuscito a tornare in Italia: «Gli altri furono tutti uccisi».

Bernini: università luogo di apertura e di dissenso

Bernini solo a margine ha preso parola: «Il governo, le università e persone come Emanuele Fiano o come i novanta studenti e professori palestinesi che ho portato personalmente dalla Striscia di Gaza devono poter parlare sempre. Devono poter dire e dissentire liberamente perché l’Università è un luogo di apertura, di libertà, anche di dissenso. Ma quello che è successo lunedì scorso è violenza: un reato».

Proteste

Fuori dalla sede centrale di Ca’ Foscari, durante l’incontro si è tenuta la protesta di una trentina di studenti con striscioni e megafono: il gruppo si è fermato a breve distanza dal palazzo principale dell’ateneo, davanti a un cordone di polizia. «Non diamo il benvenuto a Emanuele Fiano – hanno gridato – ci hanno dato degli antisemiti, hanno detto che chi si mobilita contro la complicità del governo italiano con il genocidio del popolo palestinese sarebbe antisemita. La verità è che Fiano viene contestato per le sue posizioni politiche. Vorremmo chiedere a chi dice che siamo antisemiti se secondo loro Moni Ovadia, un altro ebreo con posizioni politiche diverse sarebbe stato contestato? No, non sarebbe successo».


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4 novembre 2025 ( modifica il 4 novembre 2025 | 16:21)