Dopo il parziale crollo della Torre dei Conti, nel cuore di Roma, è la Procura capitolina a dover fare i “conti” sulle cause dei due cedimenti avvenuti ieri mattina a distanza di poco più di un’ora l’uno dall’altro, in cui sono rimasti feriti 4 degli 11 operai impegnati in un restauro da circa 7 milioni di euro. Il procuratore aggiunto Antonino Di Maio e il sostituto procuratore Mario Dovinola hanno aperto un fascicolo per disastro colposo e omicidio, al momento contro ignoti. Le ipotesi investigative sono principalmente tre: un ponteggio interno montato male o un montacarichi che potrebbe aver minato la stabilità statica dell’edificio medioevale; una progettazione non idonea, “a monte”; oppure un intervento di restauro troppo tardivo, considerato che la Torre che affaccia sui Fori Imperiali era chiusa già da 18 anni in attesa di lavori per la sua messa in sicurezza. I carabinieri del comando di piazza Venezia hanno già sentito a sommarie informazioni testimoniali alcuni operai, mentre i colleghi del Nucleo ispettorato del lavoro di Roma stanno verificando il rispetto delle normative sulla sicurezza. «Prima dell’avvio delle opere sono state effettuate indagini strutturali, prove di carico e carotaggi per verificare l’idoneità statica della struttura, che avevano attestato le condizioni di sicurezza necessarie per procedere agli interventi sui solai – ha specificato la Sovrintendenza capitolina ai Beni culturali – Il crollo ha interessato il contrafforte centrale del lato meridionale della Torre dei Conti e ha provocato a sua volta il collasso di parte del sottostante basamento a scarpa. Un secondo crollo ha interessato parte del vano scala e del solaio di copertura». Le due ditte impegnate nei lavori sono altamente specializzate. Picalarga srl, nata nel 1878 a Campagnano di Roma e arrivata alla quinta generazione di maestri ebanisti, si è occupata del restauro delle aule della Camera dei deputati, del Senato e del Consiglio regionale del Lazio. Mentre Edilerica Appalti e costruzioni ha restaurato il Vittoriano, il Colosseo, il museo di Castel Sant’Angelo (sempre a Roma) e il memoriale Giuseppe Garibaldi a Caprera.
L’INTERVENTO
Per il recupero della Torre eretta nel IX secolo è stato stanziato uno dei finanziamenti più consistenti del Pnrr “Caput Mundi”. L’intervento di manutenzione straordinaria da 6,9 milioni prevede «opere di consolidamento statico, restauro conservativo, installazione di impianti elettrici, di sollevamento e idrici, abbattimento delle barriere architettoniche, realizzazione di un centro servizi per l’area archeologica centrale, oltre a un percorso di visita alla Torre e alla parte ipogea». Attualmente è in corso il primo stralcio dei lavori, avviato a giugno 2025 e sostanzialmente concluso, per un importo di 400mila euro, che comprende la bonifica dall’amianto e lavorazioni preliminari, tra cui piccole demolizioni interne. Ad agosto il sindaco Roberto Gualtieri aveva specificato che l’edificio «diventerà un bellissimo centro culturale con aule studio per i giovani e una stupenda terrazza panoramica». «Presenteremo un’interrogazione per accertare le motivazioni che avrebbero portato alla mancata continuità del monitoraggio strutturale», ha anticipato Fabrizio Santori, capogruppo della Lega in Assemblea capitolina. Il responsabile del procedimento è l’architetto comunale Federico Gigli, mentre la redazione del progetto esecutivo è stata assegnata – per 101mila euro – all’architetto Emiliano Mura, che si è occupato del restauro del Mausoleo del casal Rotondo sull’Appia Antica, ha partecipato alla Missione archeologica italiana in Turchia e lavora con il ministero della Cultura.
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