La battaglia di Pokrovsk si combatte casa per casa: gli ucraini resistono (aspettando l’inverno)

(Marta Serafini) La chiamano unità Timur, l’unità di ferro. Sono gli uomini del Hur, l’intelligence militare di Kiev, mandati a Pokrovsk per tentare di contrastare l’avanzata dei russi. L’ex l’hub logistico, la porta di Donetsk che Mosca dà per accerchiata è, secondo i report che arrivano dal campo, teatro di «feroci combattimenti». In un filmato diffuso ieri in Rete si vede nel dettaglio l’operazione di venerdì, quando una decina di uomini delle forze speciali si sono buttati da un elicottero Black Hawk e, sotto il fuoco nemico, sono penetrati per respingere l’assalto dell’Armata.

Droni, body cam: la battaglia viene seguita in diretta dai generali sugli schermi nei bunker. I report parlano di perdite alte per i russi, i comandanti sul campo riferiscono in condizione di anonimato di un «massacro per il nemico» ma DeepState, la mappa ucraina open source, mostrava ieri ulteriori avanzamenti di Mosca, mentre il ministero della Difesa rivendicava il controllo di 35 edifici.

Si combatte casa per casa a Pokrovsk. Un cumulo di macerie, ormai. Prenderla potrebbe fornire a Mosca una piattaforma per avanzare verso Kramatorsk e Sloviansk, le due più grandi città ancora sotto controllo ucraino che Putin vuole per stringere intorno alla gola di Zelensky la cintura del Donbass. Ma la strada è ancora lunga, mentre l’inverno si avvicina e minaccia — lui sì in grado di farlo — l’accerchiamento totale. Perfino il blogger militare russo Rybar se parla di un controllo russo che aumenta, ammette: «Una completa bonifica della città è ancora lontana».

Sessanta per cento a Mosca, quaranta ancora a Kiev, stimano gli analisti. La realtà è che buona parte di Pokrovsk è un’enorme area grigia, dove la polvere delle macerie si mischia col fango. E né Zelensky né Putin vogliono mostrarsi deboli agli occhi dell’arbitro che dalla Casa Bianca guarda e tace, mentre nei cieli d’Europa non s’arresta la minaccia dei droni: ieri poco prima delle 20 ne è stato rilevato uno sospetto nello spazio aereo dell’aeroporto internazionale di Bruxelles, subito chiuso al traffico «per precauzione». Un’incursione di droni si è verificata anche sopra la base militare belga di Kleine-Brogel.

Intanto provano a resistere gli ucraini sotto il diretto comando del capo del Hur Kyrylo Budanov, l’uomo d’oro della Cia in Ucraina, e del generale Oleksander Syrsky, eroe della resistenza di Kiev. Ieri sul campo anche il presidente Volodymyr Zelensky che ha incontrato i soldati del 1° Corpo dell’Azov, che conduce l’operazione difensiva nel settore di Dobropillia, e quelli della Quarta Brigata di Reazione Rapida Rubizh, anche loro impegnati sulla stessa direttrice.

Schierato anche il centro operativo speciale Alpha che sta distruggendo truppe e attrezzature russe a Pokrovsk. Il meglio del meglio dell’esercito di Kiev, che proprio a Dobropillia tenta la controffensiva cercando di spezzare l’accerchiamento e la chiusura della via dei rifornimenti da Mirhograd.
Mentre gli occhi sono puntati sulla cittadina che un tempo era casa per 60 mila anime, Kiev corre ai ripari e blocca la stazione di Kramatorsk più a nord. Kramatorsk rimane un obiettivo dell’artiglieria e dell’aviazione russa. E se sulla banchina della stazione sono scesi migliaia di soldati dispiegati nel Donbass, con l’autunno la Russia, oltre ad aumentare i raid sulle infrastrutture energetiche, ha intensificato i raid sulle ferrovie ucraine, provocando un aumento di ritardi e cancellazioni dei treni. Un problema per i civili. Ma anche per gli spostamenti dei militari e i rifornimenti al fronte.