di
Chiara Corradi

La 22enne di Traversetolo a processo a Parma per il duplice omicidio dei figli appena nati ha parlato di se stessa ai consulenti della Procura: «Il mio comportamento non è stato dettato dalla pazzia, studio per rifarmi una vita»

«Non un comportamento “da pazza”, ma “il comportamento di una persona debole e sola che ha avuto paura”». Ha risposto così Chiara Petrolini, in un colloquio del 22 novembre 2024, alla domanda dei consulenti tecnici della Procura di Parma, Mario Amore e Domenico Berardi, su cosa penserebbe uno psichiatra di lei, accusata di aver ucciso i due figli neonati e di averne sepolto i corpi.

Chiara Petrolini e l’accusa di omicidio dei due figli neonati

Chiara, parlando con i professori, che sono stati sentiti lunedì 3 novembre al processo, espresse la speranza di rifarsi una vita: «Il mio sogno è fare la maestra alle elementari o al nido, sto studiando per quello».



















































Su Petrolini è in corso una perizia con due esperte nominate dalla Corte di assise, per valutare la capacità di intendere e di volere. I consulenti dell’accusa, che hanno depositato una relazione sui colloqui in fase di indagine, avevano concluso per una piena capacità e un’assenza di disturbi, concetti ribaditi in udienza. 

Nei colloqui a fine 2024, parlando del peso morale che si suppone stesse portando per quanto successo, la ragazza, oggi 22enne, ai domiciliari, rispose: «Faccio fatica a condividerlo, tengo tutto dentro». «Non mi sento capita dalla giustizia», disse ancora e, in un altro passaggio: «Il carcere mi fa paura, spero di rimanere a casa sempre, non ho mai pensato di aver fatto qualcosa di male». 

«La prima gravidanza non era voluta, la seconda sì»

La ragazza ha partorito i suoi due figli, uno a maggio 2023 e l’altro ad agosto 2024, al termine di gravidanze di cui nessuno aveva mai saputo nulla, neppure genitori e l’ex fidanzato e padre dei bambini. Ha raccontato delle gravidanze, la prima descritta come un fatto non voluto, la seconda invece desiderata: «L’ho cercata perché la prima è andata male, mi sono rimessa con lui (l’ex fidanzato, ndr) per un’altra gravidanza, il secondo era un po’ una rivincita verso me stessa». 

«Avevo la pancia, non è vero che era piatta»

Non ha detto niente al fidanzato, «speravo che lui se ne accorgesse, ma non se n’è mai accorto». E se è vero che nessuno intorno a lei si è accorta del suo stato di gravidanza, ha spiegato, però: «Io avevo la pancia, è un mito che avevo la pancia piatta. Nessuno l’ha vista, ma io l’avevo». Parlando dei parti, con alcuni passaggi della ricostruzione non del tutto chiari, la ragazza ha spiegato di aver pensato che in entrambi i casi i bambini fossero nati morti: «Continuavo a pensare che continuavo ad avere dei figli morti, pensavo che il mio destino fosse quello, ho nascosto tutto e sono andata avanti». 

E come si conciliava quello che era successo con l’andare dall’estetista subito dopo la morte del bimbo, nel caso del secondogenito? «Dopo quello che ho fatto ho cercato di coprire tutto, cercando di eliminare questa brutta cosa che è successa, quindi facevo quello che avevo sempre fatto».

Il processo e la parola degli esperti in udienza

Proprio durante l’ultima udienza i consulenti della Procura avevano chiarito che Petrolini «non ha un disturbo psichiatrico chiaramente documentabile, non ci sono malattie mentali chiare organicamente definite». Amore aveva aggiunto che Petrolini, fatte alcune premesse, «non ha un disturbo di personalità ma ha piena capacità di intendere e volere», al momento dei fatti e «buona capacità di stare in giudizio». Su questo tema è in corso una perizia.

Il ritratto degli psichiatri: «Fuori ragazza modello»

In tribunale gli specialisti avevano aggiunto che Petrolini è una ragazza «che vista dall’esterno è un modellino», come baby sitter, ma anche come catechista. «Formalmente ineccepibile», «iperadattata». Ma anche una ragazza con «povertà interiore ed emotiva» aveva aggiunto Amore, riferendo del risultato dei tre colloqui avuti con lei. «In Chiara però non c’è nulla di vivo perché le uniche cose vive sono il rapporto con la nonna e poi le gravidanze, in cui il mondo di Chiara è cambiato», ha detto il testimone.

Una personalità dal «doppio registro»

Poi ci sono i rapporti con le altre persone caratterizzati da poca comunicazione, come con l’ex fidanzato Samuel Granelli: «Abbiamo avuto modo di conoscere papà e mamma e non abbiamo trovato elementi disfunzionali. Una famiglia normale, con papà e mamma molto impegnati nel lavoro. Chiara è stata una bambina voluta, così come il fratellino». Lo psichiatra ha quindi ricapitolato parlando di un «iperadattamento al mondo esterno a sacrificio di una povertà sul piano emotivo».

Nel raccontare la personalità il consulente psichiatrico aveva fatto riferimento ad una «ambivalenza di fondo» e ad un «doppio registro». Petrolini è «diventata spregiudicata con le gravidanze: nel non dirlo ai genitori, nel modo con cui ha partorito. 

«I due figli nati vivi e morti dopo il taglio del cordone ombelicale»

Per quanto riguarda invece i riscontri medico-scientifici anche durante il processo è stato ribadito che il secondo neonato era nato vivo e che la morte sarebbe avvenuta a causa dell’emorragia provocata dal taglio del cordone ombelicale. Stessa ipotesi anche per il primo figlio: «Ma i resti scheletrici non permettono di avere l’assoluta certezza sulle cause della morte».


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6 novembre 2025 ( modifica il 6 novembre 2025 | 17:44)