La gip di Milano Patrizia Nobile, come richiesto dalla Procura nei mesi scorsi, ha sollevato davanti alla Consulta la questione di “legittimità costituzionale” del decreto del governo Meloni del 2024, convertito in legge, che ha ribadito la qualificazione di ente di diritto privato della Fondazione Milano-Cortina, tema centrale in un’inchiesta milanese con al centro affidamenti diretti pilotati, tra 2020 e 2021, in cambio di ipotizzate tangenti per i servizi digitali. Pronta la replica di Palazzo Chigi: “In riferimento alla decisione del Giudice per le indagini preliminari di Milano di rimettere alla Corte costituzionale la questione di legittimità costituzionale del decreto legge relativo alla Fondazione Milano-Cortina 2026, il governo accoglie con serenità e piena fiducia il percorso avviato e attende l’esito della pronuncia della Corte costituzionale”.

La valutazione dei pm e della giudice

Per i pm Francesco Cajani e Alessandro Gobbis, coordinati dall’aggiunta Tiziana Siciliano, la Fondazione è organismo di diritto pubblico, non privato, e quel decreto ha di fatto bloccato le indagini della Procura. La giudice ha sospeso, al momento, il giudizio sui sette indagati del procedimento, perché prima la Corte Costituzionale dovrà esprimersi sul decreto del governo e valutare la legittimità costituzionale. Secondo la giudice, in particolare, una norma del decreto viola ed è contraria a una direttiva dell’Ue del 2024. Nelle 53 pagine dell’atto la gip evidenzia come  l’intervento “normativo della cui legittimità si discute”, ossia il decreto del governo Meloni del 2024 che ha ribadito che la Fondazione Milano Cortina 2026 è ente di diritto privato, abbia escluso “l’attribuzione della qualifica di organismo di diritto pubblico”, nonostante “la sussistenza dei requisiti previsti dalla direttiva” dell’Ue 2014 del 2024 e, dunque, “in violazione della stessa”. E ciò “con incidenza in un procedimento che ha ad oggetto fattispecie penali”, come la corruzione, che sono “anche oggetto di uno specifico obbligo sovranazionale di penalizzazione”, come la Convenzione delle Nazioni Unite “contro la corruzione”.

Palazzo Chigi: “Su Milano-Cortina pieno rispetto delle regole”

In seguito alla decisione del gip di Milano, è arrivata la risposta di Palazzo Chigi: “L’esecutivo ha operato e continua a operare per assicurare la migliore riuscita dei prossimi Giochi olimpici e paralimpici invernali. A tal fine, il governo ha posto in essere le basi giuridiche e organizzative necessarie affinché l’evento si svolga al meglio, nel pieno e trasparente rispetto delle regole e della normativa nazionale ed europea”, hanno dichiarato alcune fonti. L’obiettivo primario resta quello di garantire la massima trasparenza e l’efficace realizzazione dell’appuntamento sportivo, un’occasione di importanza strategica che conferirà ulteriore lustro e prestigio alla nazione intera”, si conclude.

Attilio Fontana: “Gip mette zeppe in organismo che funziona”

“Quando partirono le Olimpiadi, il governo stabilì che la Fondazione che avrebbe avuto in gestione l’organizzazione dei Giochi dovesse essere di diritto privato. Improvvisamente salta fuori che è di diritto pubblico e cambia tutto. Per organizzare un evento importante come le Olimpiadi ci vuole elasticità che il pubblico non ci consente di avere”, ha dichiarato il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana a 7 Gold commentando la decisione del gip di Milano. Secondo Fontana, i magistrati “stanno cercando di mettere delle zeppe in un’organizzazione che sta funzionando e sta dando risposte eccellenti. Aspettiamo l’esito della decisione della Suprema Corte, ma tutti i comportamenti commessi in vigenza della legge in questione credo escludano la sussistenza di qualunque reato: è anche abbastanza anomalo il comportamento della Procura”, ha poi concluso.

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