di
Vera Martinella
«Mi sveglio piena di dolori, mi sento il doppio della mia età» racconta la cantante. Oggi esistono terapie efficaci per ridurre il rischio di ricadute, ma le controindicazioni hanno un forte impatto sulla vita delle donne
Cosa vuol dire curarsi davvero bene ogni giorno? Vuol dire anche seguire una terapia scomoda, antipatica, spesso faticosa, ma che ti salva la vita. E continuare a seguirla per anni, tentando però di arginarne il più possibile gli effetti collaterali. Quello di cui si è parlato al Tempo della Salute del Corriere della Sera è un tema «nuovo» per chi non è medico: si chiama aderenza terapeutica, ovvero il rispetto del percorso di cura indicato dai medici, a cui può essere necessario ricorrere ad esempio dopo una diagnosi di un tumore al seno. La cantante Sabrina Salerno ha portato la sua testimonianza, dando voce alle pazienti. «L’anno scorso, dopo l’annuale mammografia, ho scoperto un nodulo maligno. La diagnosi precoce mi ha salvata. Ora seguo la terapia, ma gli effetti collaterali sono pesanti, certe mattine mi sveglio piena di dolori e mi sembra di avere cent’anni. L’idea di una recidiva però è angosciante, continuerò a seguire le cure» ha raccontato.
«In Italia ogni anno circa 54mila donne e 1.500 uomini ricevono una diagnosi di tumore al seno – ha ricordato Grazia Arpino, professore associato oncologia medica università di Napoli Federico II -. Quasi nove su dieci oggi guariscono, grazie soprattutto al fatto che la diagnosi è precoce e il tumore piccolo, localizzato, quando viene individuato. La ricerca scientifica ha però scoperto che esistono molti tipi di carcinoma mammario diversi, alcuni più aggressivi, altri meno. E che questa neoplasia si ripresenta, con una certa frequenza, anche a distanza di parecchi anni». Grazie alla ricerca scientifica oggi esistono terapie (in pastiglie da assumere a casa) efficaci nel ridurre il rischio di ricadute e mortalità, ma troppo spesso le pazienti decidono di sospenderle prima del tempo, soprattutto a causa degli effetti collaterali o per mancanza di informazioni. «Ci vogliono costanza, motivazione, coraggio anche per non mollare una cura che ti salva la vita – ha sottolineato Gabriella Pravettoni, direttrice della Divisione di Psiconcologia dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e docente di Psicologia delle decisioni all’Università Statale di Milano -. La principale paura legata a una malattia come quella del tumore al seno è senza dubbio quella di una ricaduta: l’impatto del tumore e delle cure a livello psicologico può essere grande, con un adeguato sostegno la vita delle donne e la loro adesione alle terapie sarebbero migliori».
Fra le italiane intervistate in una recente indagine per la campagna «The Life Button – il bottone che ti lega alla vita», il timore che la neoplasia ritorni è ancora fortissimo: il 75% teme una recidiva, il 55% ha paura di non accorgersene in tempo. Ciononostante molte, troppe, interpellate sospendono prima del tempo la cura che viene prescritta, con una durata compresa tra 5 e 10 anni, proprio per ridurre il rischio di ricadute e mortalità. Perché? Effetti collaterali (56%) e disagio psicologico (50%) sono le due principali cause di interruzione precoce delle terapie. «Seguire le indicazioni del medico è necessario affinché la terapia possa dare il massimo del suo beneficio e avere il suo effetto terapeutico, ma questo non è sempre facile a causa delle conseguenze indesiderate che possono essere pesanti (come dolori, vampate, aumento di peso), della stanchezza, scoraggiamento, che troppo spesso inducono a voler interrompere le cure prima del tempo – ha spiegato Alessandra Fabi, responsabile Medicina di Precisione in Senologia Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma -. Noi come medici dobbiamo impegnarci per evitare che questo accada e instaurare un rapporto di fiducia tra medico e paziente, che sia fonte di un supporto, sostegno e confronto costante».
Un dialogo costante con l’oncologo è quello che chiedono le donne interpellate nel sondaggio, soprattutto per limitare gli effetti collaterali e ricevere indicazioni anche per far fronte all’ansia e al disagio psicologico.
5 novembre 2025 ( modifica il 5 novembre 2025 | 15:12)
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