L’erede ha un nome, un volto, e vive in un quartiere di Padova. Si chiama Marco, ha 67 anni, e fino a pochi giorni fa ignorava del tutto di essere il destinatario di un patrimonio ingente lasciatogli da un padre che non aveva mai conosciuto, ma che non lo aveva mai dimenticato.

La svolta è arrivata giusto in tempo: il 30 novembre sarebbe scaduto il termine fissato dalla legge svedese per rivendicare il lascito, e l’eredità sarebbe finita agli altri rami familiari. Ma Chi l’ha visto? ce l’ha fatta a rintracciare Marco.

A mettere in moto la soluzione, una donna di Padova. Aveva letto un articolo del Corriere del Veneto sulla storia dell’erede misterioso e ha riconosciuto in quel racconto un uomo della sua città. Gli ha scritto una lettera anonima, allegando l’articolo e un biglietto: «Se ti riconosci in questo bambino, contatta Chi l’ha visto?».

Marco non ha la tv, non usa i social, ma quella foto l’ha riconosciuta. Il bambino con la maglietta a righe delle foto era lui. «Sono io, questa è la mia storia. In tanti mi chiedevano di che origini fossi e io dicevo stampato a Londra e nato in Italia, come diceva mia madre», ha raccontato alla trasmissione.

Per capire come si sia arrivati a questa incredibile ricerca durata quattro anni, bisogna tornare alla fine degli anni Cinquanta.

La storia della nascita di Marco

Malcolm, nato in Guyana nel 1936, futuro pioniere tra i dj neri in Svezia, a Londra si innamora di una giovane triestina, una ragazza alla pari. La relazione dura poco ma è intensa: lei rimane incinta e, dal momento che aveva perso il lavoro, rientra in Italia dalla sua famiglia. Nel novembre del 1958, a Trieste, nasce un bambino.

Malcolm, intanto, è richiamato a Cipro per il servizio militare, e quel legame si spezza. Finita la leva, l’uomo si trasferisce in Svezia con Mona, che diventerà sua moglie. La carriera da dj decolla e la sua vita cambia. Ma quel figlio perduto rimane nei suoi pensieri.

Quando Malcolm muore di Covid nel 2021, lascia scritto che tutto il suo patrimonio deve andare a quel figlio. È Mona a raccogliere l’eredità emotiva del marito e a inseguire quel desiderio. Lancia un appello nel 2021, poi ancora nel settembre 2025 e di nuovo pochi giorni fa. «Malcolm mi parlava sempre di due città italiane: Trieste e Padova», ha detto a Chi l’ha visto? l’85enne.

In trasmissione vengono mostrate foto in bianco e nero: un neonato in braccio a una donna, un bimbo che muove i primi passi, una dedica sul retro in cui si intravede un nome – Michael, Michele o Marco. Indizi fragili. La redazione di Chi l’ha visto? aveva già rintracciato dodici bambini «illegittimi» nati nel 1958, ma senza risultati. La pista sembrava di nuovo svanire. «Sono sicura che quel bambino, oggi un uomo, è da qualche parte», aveva detto Mona. «Vorrei tanto trovarlo, per esaudire il desiderio di mio marito, che mi parlava sempre di quel figlio avuto in gioventù».

«Ho vissuto bene con mia madre»

E, alla fine, eccolo. Quel bambino c’era davvero. E la foto in cui indossava una maglietta a righe, quella stessa immagine che Malcolm aveva conservato per una vita intera, ha chiuso finalmente il cerchio. «È una cosa che non mi aspettavo assolutamente anche perché non mi sono mai chiesto chi fosse mio padre», spiega oggi Marco. «Ho sempre vissuto con mia madre. Ma non c’è nessun risarcimento e nessun danno perché io ho vissuto bene con mia madre e non mi sono mai sentito solo».