Ex avvocato militare arrestata ai domiciliari, trovato il suo iPhone
Cinque giorni dopo il suo arresto, un giudice israeliano ha ordinato la scarcerazione e il trasferimento agli arresti domiciliari per dieci giorni di Yifat Tomer-Yerushalmi, ex Procuratore generale militare dell’esercito israeliano, coinvolta nello scandalo legato alla diffusione di un video che mostra soldati israeliani mentre abusano di un detenuto palestinese nel carcere di Sde Teiman.
La donna è stata prima costretta alle dimissioni e poi arrestata. Israele la accusa di aver leso l’immagine dell’esercito ed è sospettata di frode, abuso d’ufficio, abuso di fiducia, ostruzione alla giustizia e divulgazione non autorizzata di materiale riservato. Viene punita insomma per aver permesso la diffusione del video degli abusi, cosa che lei ha ammesso di aver fatto, motivando la sua decisone con l’intento di non voler coprire abusi e torture da parte dell’esercito.
La decisione di mandarla ai domiciliari include il divieto di contattare altre persone implicate nel caso per un periodo di 55 giorni. Lo riporta il Times of Israel.
Degli autori degli abusi, invece, solo uno è stato condannato (a 7 mesi) dopo aver confessato: è, tra l’altro, l’unica condanna di un militare israeliano dal 7 ottobre 2023. Nessuno degli altri militari coinvolti (almeno quattro) è stato invece condannato.
Intanto questa mattina una donna ha trovato un telefono cellulare sulla spiaggia di Hatzuk, vicino Tel Aviv, che, secondo quanto riportato da Channel 12, apparterrebbe proprio a Tomer-Yerushalmi. «Stavo nuotando e ho notato qualcosa nell’acqua bassa: era un iPhone. L’ho aperto e ho riconosciuto la foto del procuratore generale militare», ha raccontato la testimone all’emittente, precisando di aver immediatamente consegnato l’apparecchio alla polizia. Le autorità hanno confermato il ritrovamento e il sequestro del dispositivo per accertamenti.
Il ritrovamento del telefono avviene a cinque giorni dalla scomparsa temporanea di Tomer-Yerushalmi, avvenuta domenica scorsa sulla costa di Tel Aviv. In quell’occasione la polizia aveva temuto un gesto estremo, ma l’allarme è rientrato quando la donna è stata ritrovata illesa a Herzliya. Il cellulare era però perduto, e le ricerche, proseguite anche con squadre di sommozzatori, avevano alimentato l’ipotesi che l’ex ufficiale avesse tentato di inscenare un suicidio per distruggere prove digitali.
A seguito dello scandalo, il Corpo dell’Avvocatura Generale Militare è stato posto temporaneamente sotto il comando del Maggior Generale Given Bar Kalifa, responsabile della Direzione del Personale dell’Idf. La decisione è stata presa dal Capo di Stato Maggiore, Tenente Generale Eyal Zamir, poiché gran parte dei vertici del Corpo MAG risulta attualmente sotto inchiesta.
Il vice di Tomer-Yerushalmi, il Generale di Brigata Gal Asael, è stato interrogato e messo anche lui agli arresti domiciliari, mentre altri alti ufficiali sono stati sospesi e indagati. Bar Kalifa avrà un ruolo puramente tecnico in attesa della nomina di Itai Ofir, ex consulente legale del Ministero della Difesa, come nuovo Avvocato Generale Militare. Nomina contestata anche perché avvenuta al di fuori delle procedure e lo stesso Zamir non ne è stato mia informato.
L’esercito ha dichiarato che il Capo di Stato Maggiore «ritiene di fondamentale importanza stabilizzare il Corpo dell’Avvocatura Generale Militare e garantirne la continuità operativa e professionale», in un momento di forte turbolenza per le forze armate israeliane.
Nessuna parola invece sulle vittime di abusi nelle carceri israeliani. I casi denunciato sono centinaia, mentre migliaia sono gli arresti effettuati senza accuse formali. Israele, nonostante le continue richieste, soprattutto negli ultimi due anni, non permette neanche alla Croce Rossa di accedere alle carceri.