Ravenna, 7 novembre 2025 – René Giachi, 38 anni, figlio di Edi Giachi, l’uomo travolto il 16 ottobre a Porto Corsini e morto al Bufalini quattro giorni dopo, si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia tenutosi davanti al Gip di Ravenna, Federica Lipovscek. L’uomo è accusato di stalking in ragione delle minacce nei confronti della moglie e del figlio di Carlo Piccolo, l’autore dell’omicidio del padre, gesto volontario secondo la Procura, che lo aveva investito con l’auto in retromarcia.
“Occhio per occhio dente per dente”
Secondo la denuncia della donna, Giachi avrebbe più volte dichiarato in pubblico, soprattutto nei bar del paese, l’intenzione di uccidere per vendetta lei e il figlio, pronunciando frasi come “occhio per occhio, dente per dente”.
Arresti domiciliari per il figlio della vittima
Il Gip ha disposto per lui gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, mentre resta al momento detenuto nel carcere di Forlì in attesa dell’attivazione del dispositivo.
La Procura aveva chiesto la custodia in carcere, ritenendo elevato il rischio di reiterazione delle condotte minacciose. Il giudice ha definito pienamente attendibile la paura della donna, alla quale le amiche avevano suggerito di contattare Linea Rosa, l’associazione ravennate che tutela le donne vittime di violenza, e persino di allontanarsi per un po’ di tempo da Porto Corsini.
I precedenti di René Giachi
Sul 38enne, evidenzia l’ordinanza del Gip, pendono altri procedimenti anche per episodi di violenza. Era con lui, la sera del 16 ottobre, che Carlo Piccolo, 37enne di origini campane, attualmente in carcere a Ravenna, avrebbe voluto regolare i conti, sebbene per un irrisorio debito di droga (20 euro). L’uomo si era presentato in auto, alterato, davanti all’abitazione della famiglia Giachi, padre e figlio erano scesi in strada per allontanarlo e in quel contesto si era consumata la tragedia, con Edi Giachi rimasto vittima di una spedizione punitiva della quale non era lui il bersaglio.