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Caos negli Stati Uniti. Oltre 800 voli sono stati cancellati e migliaia sono in ritardo a causa dello shutdown. E i disagi, che oggi hanno riguardato il 4% del traffico aereo, potrebbero aumentare la prossima settima, costringendo a terra fino al 20% delle tratte, secondo l’allarme lanciato dal segretario ai Trasporti, Sean Duffy, in un’intervista a Fox. E mentre la paralisi del governo americano rischia di ripercuotersi anche in Italia e in Europa, dove nelle basi americane sono a rischio gli stipendi dei lavoratori civili, un accordo al momento non sembra in vista per risolvere l’impasse e riaprire il governo americano.
APPROFONDIMENTI
Le trattative
Forti della vittoria elettorale di martedì scorso, i democratici per ora continuano a fare muro e respingere qualsiasi proposta dei repubblicani per riaprire il governo. «Concederò loro un voto su tutto quello che vogliono se riapriamo il governo», ha detto il leader dei conservatori in Senato John Thune.
Parole cadute però nel vuoto: i liberal non si fidano delle promesse dei repubblicani e ancora di meno di Donald Trump e chiedono che l’accordo per mettere fine allo shutdown includa da subito l’estensione dei sussidi all’Obamacare, quelli al centro del contenzioso, senza posticiparla a voti successivi su cui non c’è alcuna certezza. Mentre le trattative proseguono i disagi per gli americani aumentano. «I senatori dovrebbero essere a Washington e risolvere lo shutdown», ha detto Duffy ribadendo che la riduzione del traffico è necessaria per mantenere la sicurezza messa a rischio dalla mancanza di fondi per i controllori di volo e il personale aeroportuale.I disagi
Le tratte più colpite dalle cancellazioni solo quelle nazionali, mentre i voli internazionali finora non hanno registrato grandi disagi. Ma le lunghe file ai controlli, anche di ore in alcuni aeroporti, colpiscono tutti i passeggeri e fanno temere per la festa del Ringraziamento, che cade l’ultimo giovedì di novembre e rappresenta il periodo di maggiore traffico aereo dell’anno. Se lo shutdown, già il più lungo della storia, non sarà risolto per allora, il rischio è quello di una caos totale. La Airlines for America, l’associazione che rappresenta le maggiori compagnie aeree americane, chiede al Congresso di mettere fine allo shutdown. «Il periodo del Ringraziamento inizierà in due settimane e ci attendiamo il record di 31 milioni di passeggeri. Chiediamo – afferma l’associazione – un’azione urgente per riaprire il governo e far sì che i dipendenti federali possano essere pagati in modo che lo spazio aereo torni alla normalità».
Le ripercussioni in Italia
Tornando alle possibili ripercussioni in Italia la parlamentare del Pd Debora Serracchiani ha presentato nei giorni un’interrogazione al ministro della Difesa Guido Crosetto e del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Calderone sui ritardi nei pagamenti a causa dello shutdown, chiedendo al governo di provvedere «al versamento dello stipendio ai dipendenti civili delle basi Usa in Italia, concordando con le autorità americane il successivo rimborso». I contraccolpi si fanno sentire anche nel resto d’Europa, con i militari americani che non ricevono lo stipendio e sono sempre più in difficoltà.
Quali rischi corrono i viaggiatori italiani?
Il Dipartimento dei trasporti ha previsto una graduale riduzione del voli fino al raggiungimento del 10%. Da oggi la riduzione del traffico aereo è del 4 per cento, poi il 5 per cento sabato e il 6 per cento domenica, fino ad arrivare al 10 per cento entro il 14 novembre. La Federal Aviation Administration (FAA), l’agenzia federale che si occupa della sicurezza e dei controlli di volo, ha detto che i voli internazionali saranno esclusi dalle cancellazioni. Pertanto, non sono previsti disagi per i viaggiatori fuori dai confini statunitensi.
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