di
Natalia Distefano

Nelle prime 24 ore romane del premio Oscar tanti gli appuntamenti: dalla Lupa Capitolina ritirata in campidoglio alla tessera numero 1 del nuovo Cinema Fiamma e il party esclusivo in via Veneto che ritrova la Dolce Vita

I lustrini, il red carpet, le star americane, la folla di ammiratori. Ieri sera il colpo d’occhio in via Veneto è tornato quello della Dolce Vita di Federico Fellini, in occasione dell’inaugurazione del primo Nobu Hotel & Restaurant d’Italia.

Parterre della grandi occasioni

Presenti i padroni di casa, ovvero i tre soci fondatori del marchio: Robert De Niro, lo chef Nobu Matsuhisa e l’imprenditore Meir Teper. Ma non solo, perché per l’apertura romana — a cui l’attore americano ha detto di tenere particolarmente — si è mosso l’intero gotha del marchio: Hiro Tahara, Trevor Horwell, Struan McKenzie. E in prima fila pure Carlo Acampora, ceo di Grand Hotel via Veneto, che ha raccontato: «È un progetto che ha avuto una gestazione lunga, si lavora a tutto questo da parecchi anni e oggi finalmente via Veneto riprende il suo posto nella mappa dell’eccellenza internazionale». Poi il parterre delle grandi occasioni, tra istituzioni e personalità della cultura, della tv — da Alessia Marcuzzi a Elena Santarelli e Roberto D’Agostino — e (soprattutto) dell’imprenditoria.



















































La Lupa Capitolina e la tessera del Cinema Fiamma

Eppure, come prevedibile, tutti gli occhi erano puntati su De Niro, fresco di Lupa Capitolina e di un altro riconoscimento ricevuto nel pomeriggio al Cinema Fiamma: la tessera numero 001 dello storico cinema di via Bissolati che, dopo anni di chiusura, riaprirà finalmente nel 2026. A consegnarlo i direttori artistici di Alice nella Città, Fabia Bettini e Gianluca Giannelli: «Un gesto simbolico che vuole segnare l’avvio del percorso di rinascita di questo luogo iconico. La prima tessera a De Niro rappresenta un ponte tra ciò che il Fiamma è stato e ciò che tornerà a essere: uno spazio di cultura, incontro e scoperta. Siamo felici di restituirlo ai cittadini».

La cerimonia del sake

Sul palco allestito in via Veneto — per l’occasione chiusa parzialmente al traffico — lo spettacolo è iniziato alle 20. Prima il rullo dei tamburi giapponesi, poi una piccola presentazione di rito e infine l’ingresso di «Bob» e soci che ha dato vita al «Kagami Biraki», cerimonia giapponese beneaugurante che accompagna da trent’anni ogni inaugurazione targata Nobu nel mondo. Martello di legno in mano e una serie di colpi secchi contro un’antica botte di sake, fino a romperla per brindare al futuro. «Mi raccomando colpi decisi — ha scherzato chef Nobu —. Questa botte deve rompersi alla grande perché per Nobu Roma ci aspettiamo un futuro bellissimo, come questa città incredibile che non vedevamo l’ora di includere nel nostro marchio».

Fan emozionati ma delusi

E la botte si è rotta, tra i flash dei fotografi e gli applausi di una folla rimasta a lungo appollaiata dietro le transenne per salutare il divo americano. Tanta emozione e qualche rammarico per i fan più accaniti: «Lui è un mito vivente. Siamo qui ad aspettarlo dalle 15, speravamo che si avvicinasse alle transenne per firmare qualche autografo. Invece dopo la cerimonia è rientrato subito in albergo». Ma De Niro si era già fatto perdonare un attimo prima con un’autentica dichiarazione d’amore alla città e ai romani: «Grazie a tutti per essere qui stasera, in questo luogo che amo profondamente. Per me vedere Nobu inserito nel patrimonio incredibile di questa città unica è qualcosa davvero di speciale».

Il party esclusivo, de Niro sorridente ma inavvicinabile

Piccola consolazione per chi è rimasto in strada: incontrarlo non è stato facile neanche ai poco più di cento invitati al party esclusivo che ha svelato gli interni del nuovo gioiello dell’hôtellerie di lusso firmati dallo studio di architettura Rockwell Group, che ha curato il design delle 117 tra camere e suite, del rooftop, della spa e del ristorante (per un investimento che supera i 135 milioni di euro). Perché Bob ha cenato con pochi intimi in una sala riservata, ben visibile ma comunque impossibile da avvicinare. In compenso, per tutti, una cena finger food con tutte le ricette che hanno reso Nobu una leggenda dell’alta cucina in chiave fusion, poi fiumi di champagne, sake e assaggi di una Dolce Vita che finalmente sembra essere tornata a casa.


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7 novembre 2025 ( modifica il 7 novembre 2025 | 13:57)