L’attore e le sue passioni sportive: “Ho perso un po’ di affetto per il calcio, preferisco seguire i campioni delle discipline che pratico. Federer è il tennis, perciò mi piace Jannik. Chi tifava Nadal ora tifa Alcaraz”


Elisabetta Esposito

Giornalista

8 novembre 2025 (modifica alle 08:17) – ROMA

Nella vita è importante sapersi mettere nei panni degli altri. Se non lo fai rischi di non comprendere molte cose e magari ti ritrovi a perdere qualcosa che amavi. A Luca Argentero è successo con il calcio, «mi sono allontanato perché non mi riconosco in questi giovani giocatori”. Eppure l’attore torinese e juventino dal 6 novembre è nei cinema con un film che spinge proprio a fare quello sforzo lì, a immedesimarsi in chi ti sta accanto. Si intitola “Una famiglia sottosopra”, è una commedia intelligente firmata da Alessandro Genovesi che mostra un’inversione totale di ruoli e di corpi tra i membri di una famiglia, genitori, figli e persino la nonna. 

Argentero, noi la ricordavamo juventino vero. 

“Lo sono, la squadra non si cambia, è come la mamma, ma sono rimasto indietro. È come se a un certo punto mi fossi un pochino disinnamorato di questo sport, non della Juve in sé, ho perso entusiasmo”. 

“Penso che finita la generazione dei miei campioni, a partire da Ale Del Piero, io non riesca tanto a riconoscermi in questi calciatori: sono più giovani, mi sembrano diversi da me e in qualche modo ho perso un po’ di affetto. Ripeto, non è un discorso legato alla Juve, però seguo meno, mi concentro più su altre passioni, come il tennis e lo sci. Quelli sono gli sport che pratico e quindi ho una certa facilità a identificarmi con chi gareggia. Quando vedo Sinner giocare penso a cosa avrei fatto io al posto suo, con il calcio mi viene più difficile”. 

Mettiamo in pausa il discorso Sinner e torniamo alla Juve. Per quanto distaccato, siamo certi che si sia accorto del cambio in panchina. 

“Questo è chiaro. Spalletti è arrivato in un momento non facile e ha dato subito i primi buoni segnali. Non lo conosco granché bene come allenatore, ma ovviamente so che ha vinto a Napoli e che è stato ct della Nazionale. Ho trovato veramente geniale lo spot di un famoso amaro di cui è protagonista assieme a Francesco Totti: in fondo il dissing Spalletti-Totti è forse il più celebre degli ultimi anni e quella pubblicità mi ha fatto volare! Credo sia anche un modo per capire di che pasta sia fatto il nostro nuovo tecnico: saper sdrammatizzare è per me segno di grande intelligenza”. 

È possibile che dietro a questo suo allontanamento dal calcio ci sia anche la rivoluzione societaria della Juve? L’uscita degli Agnelli non è cosa di poco conto, soprattutto per voi torinesi. 

“Mi è dispiaciuto molto, sia per la storia del club, sia a livello personale. Sono tutti ragazzi, a partire da Andrea, con cui sono cresciuto, sono persone che vedevo spesso anche al di fuori del contesto calcistico. Ho tanti amici con cui studiavo all’università che lavoravano alla Juve… Diciamo che si è chiusa un’era, ora se ne aprirà certamente un’altra che spero sia altrettanto gloriosa”. 

Ha preso le distanze anche dalla Nazionale? 

“Mi sa che hanno preso le distanze tutti visto che non siamo più abituati ad andare a un Mondiale e di conseguenza a fare il tifo! Ci ritroviamo a dover raccogliere le briciole… Speriamo di poterci di nuovo affezionare a una Nazionale che quantomeno ci faccia divertire e che ci porti là dove tutti vogliamo andare”. 

Gattuso può essere il tecnico giusto? 

“Eh sì, gode dell’affetto e della fiducia di tutti, quindi ci spero fortemente. In campo aveva quel carattere e quella determinazione che è un po’ ciò che serve adesso agli azzurri”. 

Parliamo di tennis? Domani partono le Finals nella sua Torino. Ci sarà? 

“Purtroppo no, lo scorso anno ci sono stato, adesso sono preso dalle riprese della nuova stagione di Doc e probabilmente non ce la farò. Peccato”. 

Capiamo il suo dispiacere, vedere Sinner dal vivo è davvero uno spettacolo. 

“Sì, devo dire che è sempre molto divertente e interessante. Penso che chiunque ami il tennis sperasse di vedere almeno una volta nella vita un italiano numero uno, finalmente ce l’abbiamo. Ma credo che la vera eccezionalità sia in questa generazione incredibile. Con Sinner ci sono Musetti, Sonego, Arnaldi, i doppisti, c’è un fermento del tennis italiano incredibile e sono felice di poterlo vivere. Non era scontato accadesse…”. 

La qualità migliore di Sinner? 

“La consistenza, ma non posso non parlare anche della sua lucidità, della capacità di esaltarsi sui punti importanti che sono poi quelli che fanno la differenza. Ha una personalità non amata da tutti, è piuttosto freddo come giocatore, ma a me invece piace tantissimo. Io sono un federeriano e quell’attitudine in campo mi fa impazzire. Chi amava Nadal oggi solitamente tifa Alcaraz, chi amava Federer si identifica più in Jannik. Il no alla Davis? Nessuno di noi può giudicare il percorso di preparazione atletica e psicologica di un giocatore di quel livello. Chi lo critica penso lo faccia per il dispiacere di non vederlo in campo e perché sa che con Sinner sarà probabilmente più difficile vincere, ma ne abbiamo già conquistate due…”. 

Da appassionato di sci sarà ai Giochi di Milano-Cortina? 

“Ci sarò. Ho già visto quelli di Torino, ero gasatissimo almeno quanto adesso. C’è il grande rimpianto per Federica Brignone e si è rotta anche Marta Bassino, altra potenziale medaglia, un vero peccato. Ma sono certo che sarà una splendida Olimpiade e una grande occasione per l’Italia”. Torniamo al suo film: domattina si vorrebbe svegliare e ritrovarsi nel corpo di? 

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“Roger Federer. Per me lui è il tennis”.