Preso dalla squadra mobile e sottoposto a fermo per tentato omicidio e rapina a mano armata un 35enne considerato l’autore di un’aggressione a una tassista abusiva di 46 anni nell’ aprile 2025. La donna, anche lei cinese, dopo la rapina di 9.000 euro e dei cellulari subì uno strangolamento riuscendo però a liberarsi con un morso e a uscire dall’auto
L’ha strangolata con un cavo elettrico, picchiata con violenza e poi le ha sparato al volto con una pistola di colore oro e bianco calibro 9. Una brutale aggressione che solo per caso non si è trasformata in omicidio. A distanza di mesi, la Squadra Mobile della Questura di Prato ha fermato un cittadino cinese di 35 anni, ritenuto uno dei responsabili del tentato omicidio e della rapina a mano armata commessi nella notte tra il 17 e il 18 aprile 2025 ai danni di una connazionale di 46 anni, che svolgeva abusivamente l’attività di tassista.
L’arresto
Nella serata di venerdì 7 novembre nei pressi dell’uscita autostradale di Prato Ovest gli agenti della polizia hanno eseguito il fermo di indiziato di delitto nei confronti del 35enne, che è stato condotto in carcere. Il provvedimento, emesso dalla Procura della Repubblica di Prato, è stato eseguito nell’ambito di un’articolata indagine che ha consentito di ricostruire l’intera dinamica del brutale episodio. Il fermo, spiega il procuratore Luca Tescaroli in un comunicato, è stato disposto in quanto è “apparso che l’indagato si stava preparando a lasciare il paese”.
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L’aggressione
Secondo quanto emerso, la donna cinese era stata contattata attraverso il social network WeChat, da un profilo corrispondente al nickname “LU”, per un passaggio da via Pistoiese a Prato, all’altezza del civico 430, fino al comune di Vaiano (Prato). Giunta sul posto, la donna aveva caricato a bordo della propria Volkswagen Sharan il passeggero, che si era accomodato sul sedile posteriore, chiedendo di essere accompagnato in una zona isolata di montagna, dove avrebbe dovuto incontrare un amico. Una volta raggiunto il luogo indicato, l’uomo, approfittando dell’arresto del veicolo, avrebbe improvvisamente detto alla donna “ti ammazzo”, per poi aggredirla con estrema violenza. Impugnando una ciabatta elettrica, le avrebbe passato attorno al collo il cavo del dispositivo, tentando di strangolarla, mentre la colpiva ripetutamente con pugni al volto. La vittima, nel disperato tentativo di difendersi, sarebbe riuscita a liberarsi mordendo il dito dell’aggressore, ma l’uomo avrebbe ripreso il cavo e l’avrebbe nuovamente stretta al collo, tentando ancora di soffocarla.
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La prognosi
Nonostante le gravi ferite, la vittima si sarebbe in seguito riavuta e, riuscendo a raggiungere la strada, avrebbe chiesto aiuto, venendo soccorsa da personale sanitario e da un poliziotto fuori servizio che, intervenendo tempestivamente, le avrebbero salvato la vita. Dalle successive indagini mediche è emerso che la donna aveva riportato lesioni gravissime, tra cui, come recita il referto, “trauma cranico con ritenzione del proiettile a livello del processo spinoso di C2, frattura della mastoide sinistra, emotimpano e soffusione emorragica in sede limitrofa al temporale sinistro e lungo il territorio omolaterale”. Lesioni tali da provocarle una prolungata malattia del corpo, con esiti cicatriziali al collo e alla testa, una limitazione dei movimenti del rachide cervicale e una incapacità temporanea non inferiore a 35 giorni.

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