Stagione “nella media” per la Ef Education-EasyPost, che è rimasta nella dimensione di centro classifica in cui si era posizionata già nei due anni precedenti e che sembra voler mantenere anche per il futuro prossimo. Diversamente dal triennio precedente, la formaizone statunitense non ha avuto alcuna sofferenza per quel che riguarda la difesa della licenza WorldTour, ma nel 2025 gli acuti si sono fatti più rarefatti: sono state infatti “solo” 10 le vittorie stagionali, ben 14 in meno rispetto all’annata precedente. Di quelle comunque maturate, alcune hanno avuto una caratura notevole, facendo quindi pendere il bilancio conclusivo della squadra diretta da Jonathan Vaughters dalla parte del “positivo”.
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Ben Healy è ormai, con ogni probabilità, uno dei corridori più importanti al mondo. Il confronto con i fenomeni attuale lo vede ancora penalizzato, ma appena dietro di loro l’irlandese è una sicura realtà, garantendo sia risultati che spettacolo. Nella sua stagione ci sono il quarto posto alla Strade Bianche, il quinto alla Freccia Vallone, il terzo alla Liegi-Bastogne-Liegi e, qualche mese più, in là anche l’eccellente bronzo mondiale sulle strade di Kigali 2025. Basterebbe questo per catalogare la stagione come buona, ma il folletto irlandese è stato ottimo protagonista del Tour de France: una vittoria di tappa, un secondo posto e anche la nona posizione nella classifica finale. Quest’ultimo piazzamento è arrivato anche grazie alle fughe, ma per ora non è ancora da considerare impossibile un ruolo di classifica nel suo futuro a breve termine.
Un’altra garanzia di qualità è Neilson Powless, sempre più specialista delle Classiche di un giorno. Il suo successo alla Dwars door Vlaanderen è uno dei punti più alti, in termini di emozioni, dell’intera stagione, ma lo statunitense ha saputo collezionare piazzamenti di spessore per tutta la stagione, partendo dalla Volta ao Algarve a febbraio e finendo al Gran Piemonte di ottobre. Nel mezzo, la vittoria al Gp Gippingen e tre presenze fra i primi 10 di altrettante gare WorldTour, nell’ordine la Eschborn-Frankfurt, la Clásica San Sebastián e il Gp Montréal.
Il primo anno in squadra è stato positivo poi per Vincenzo Albanese. Rispetto agli anni passati, il campano ha selezionato i traguardi su cui puntare, riuscendo a rompere il ghiaccio su scala WorldTour grazie al successo di tappa ottenuto durante il Giro di Svizzera. Per lui ci sono stati anche la buona prova sfoderata alla Omloop Nieuwsblad, un Tour de France affrontato con un buon piglio e qualche altro piazzamento ricavato qua e là, facendo sempre affidamento sulle sue qualità di fondista-velocista.
Ancora una volta Marijn van den Berg si è confermato corridore perfetto per il ciclismo attuale, quello che oltre alle vittorie tiene in ampia considerazione la “raccolta punti”. Il neerlandese ha dato un contributo importante lungo tutta la stagione, vincendo il Trofeo Ses Salines a inizio anno e una tappa a La Route d’Occitanie a giugno; sparsi per il calendario ci sono tanti piazzamenti di rilievo, maturati grazie a una capacità ormai consolidata di muoversi con profitto nelle corse con un campo partenti buono, ma non di primissimo piano. Sulle tracce di VDB sembra crescere l’estone Madis Mihkels, al quale fa ancora difetto la continuità, ma che sa produrre guizzi di qualità: terzo alla Brugge-De Panne, buon protagonista alla Parigi-Roubaix e spesso piazzato su arrivi convulsi, ha portato a casa anche il primo titolo nazionale di una carriera che sembra proseguire nella giusta direzione, in attesa del successo spartiacque.
Per una squadra di “media classifica” un successo di tappa in un Grande Giro vale sempre parecchio ed è per questo che Kasper Asgreen rientra in questa parte di bilancio. Il danese era una delle grandi scommesse di CicloMercato della stagione, ma alla fine ha raccolto pochissimo in termini numerici: l’assolo vittorioso nella tappa di Nova Gorica del Giro d’Italia dà alla sua annata connotati comunque gradevoli. Decisamente più continuo, anche se gli è mancato il successo, è stato il francese Alex Baudin, brillante protagonista al Giro di Romandia e, in generale, molto spesso in evidenza con attacchi da lontano, anche al Tour de France. La casella delle vittorie in carriera è rimasta ancora vuota, ma le prove di Harry Sweeny sono state spesso di alto livello, soprattutto in chiave-squadra: l’australiano si sta ritagliando un credito notevole, stagione dopo stagione, e l’impressione è che per quel successo numero uno sia solo questione di tempo.
L’ultima stagione della lunghissima carriera di Rui Costa ha avuto qualche momento significativo: il portoghese ha saputo raccogliere diversi piazzamenti importanti, fra cui il secondo posto al Trofeo Matteotti, confermandosi fino all’ultimo corridore di classe. Una buona continuità ha caratterizzato l’annata di Mikkel Honoré, che ha chiuso la stagione raccogliendo punti pesanti al Tour of Guangxi e che, in generale, ha saputo reggere bene il palcoscenico, risultando fra i corridori più brillanti al selettivo Mondiale di Kigali. Due Grandi Giri portati a termine, con parecchi chilometri percorsi in fuga, e qualche piazzamento in corse di medio livello mettono, di poco, James Shaw nella parte positiva del consuntivo, anche se le sue prestazioni non hanno poi convinto la squadra a offrirgli il rinnovo del contratto in scadenza. Per Sean Quinn è stata un’annata molto complicata: fuori gara da febbraio a luglio, lo statunitense è tornato in azione e lo ha fatto portando a termine una Vuelta in cui è stato sovente all’attacco; il quinto posto della tappa di Cerler è un miglior risultato non indimenticabile, ma è anche un buon trampolino da cui provare a rilanciarsi.
Qualche mese di esperienza per lo statunitense Colby Simmons, che si è messo in luce con la squadra di sviluppo nei primi mesi dell’anno, convincendo la dirigenza a promuoverlo subito fra i “grandi”, dove però i risultati sono andati, per certi versi prevedibilmente, diradandosi: lui comunque non ha lesinato impegno, provando più volte ad andare all’attacco. Intorno a Markel Beloki c’è poi tanta pressione, che il 20enne figlio d’arte sta cercando di gestire: la sua prima Vuelta a España è stata tutto sommato positiva, ma dalla prossima stagione, che sarà la terza a livello WorldTour, dovrà iniziare a mostrare qualcosa in più nei finali di gara.
Difficilissimo, poi, far rientrare in una netta voce di bilancio Richard Carapaz. L’ecuadoriano è stato indiscutibile protagonista del Giro d’Italia 2025, chiudendolo al terzo posto e conquistando così il quinto podio finale in carriera nei Grandi Giri. Anche in termini di prestigio generale, quanto fatto dall’oro olimpico di Tokyo 2021 sulle strade d’Italia rappresenta probabilmente il momento più alto della stagione della squadra, ma rimane il dubbio che il risultato finale potesse anche essere migliore, dato l’andamento della penultima e decisiva tappa, quando l’ecuadoriano si mise a duellare con Isaac Del Toro mentre Simon Yates scappava via e ribaltava la corsa. Oltre al Giro, Carapaz ha messo in fila qualche discreto piazzamento, rimanendo però nell’ombra delle gare più importanti che sono entrate nel suo calendario.
+++ Ben Healy
++ Neilson Powless
+ Vincenzo Albanese
FLOP
Tra le note dolenti di questa stagione spicca sicuramente Hugh Carthy. Il britannico non sembra essere riuscito a invertire il trend negativo del 2024 e sembra ormai un lontano ricordo del corridore in grado di chiudere terzo la Vuelta a España 2020, dove aveva anche conquistato il successo più importante della sua carriera, nella frazione con arrivo sull’Angliru. Dopo qualche partecipazione a delle corse a tappe senza nessun acuto e con tanti DNF, il suo 2025 si è concluso nel silenzio generale a giugno: da quel momento non ha più preso parte a una competizione. Il suo contratto con la squadra statunitense termina a fine stagione ed è lecito avere diversi dubbi sul suo 2026.
Non è proseguita sui binari auspicati la crescita di Jefferson Alexander Cepeda, uno degli scalatori più promettenti del team. A 27 anni era atteso un suo salto di qualità, ma dopo il settimo posto alla Milano-Torino e due top ten di tappa al Tour of the Alps non è più stato in grado di farsi notare nelle posizioni più alte della classifica. Era lecito aspettarsi qualcosa di più dall’ecuadoriano, anonimo anche in un Giro d’Italia in cui, almeno sulla carta, aveva tante occasioni per provare a mettersi in mostra.
A proposito di Giro, non si è ripetuto Georg Steinhauser, che si era mostrato al grande pubblico del ciclismo vincendo sul Passo Brocon nella corsa rosa nel 2024. Sebbene a inizio stagione fosse arrivato qualche buon segnale, in particolare con il terzo posto ad Auron durante la Parigi-Nizza, il tedesco si è presto spento: al Giro 2025 non è andato oltre un ottavo posto di tappa a Castelraimondo (arrivato tra l’altro in una frazione in cui era tra una dozzina di fuggitivi), mentre nella seconda metà della stagione, condizionato dalla malattia di Lyme contratta ad agosto, ha collezionato una serie di DNF e piazzamenti poco esaltanti. Insomma, un’annata da dimenticare in fretta per costruire un futuro migliore.
Ci si aspettava qualcosa in più, soprattutto dopo il notevole 2024, da Archie Ryan, ma lo scalatore irlandese non è andato oltre il podio finale al Giro d’Austria (risultato comunque di valore se si pensa che a fare meglio di lui è stato solo il fenomenale Isaac Del Toro) e qualche attacco a lunga gittata alla Vuelta a España, da cui poi ha dovuto tornare a casa intorno a metà percorso. Altro irlandese considerato promettente è Darren Rafferty, pure lui rimasto nell’ombra quasi per tutto l’anno, dopo aver lanciato ottimi segnali in quella precedente: i suoi unici piazzamenti nei primi 10 di giornata sono stati infatti ai Campionati Nazionali. Qualche azione da lontano è andata a comporre il quadro dei momenti più significativi della stagione di Jardi Christian van der Lee, che però non ha raccolto probabilmente quanto desiderato, contando l’ottavo posto al Trofeo Tessile&Moda come miglior risultato stagionale. Un altro dei giovani, ma non più così tanto giovani, dell’organico della squadra statunitense è Lukas Nerurkar, che ha provato a capitalizzare il percorso di crescita degli ultimi anni, ma il miglior risultato del suo 2025 è stato il terzo posto alla Clàssica Terres de l’Ebre: un po’ poco.
Anche l’apporto di Michael Valgren alla causa è stato inferiore alle aspettative. Il danese ha iniziato bene con un buon ottavo posto alle Strade Bianche 2025, che sembrava fare da preludio a una buona primavera. La frattura alla clavicola rimediata alla Tirreno-Adriatico ha però compromesso le sue possibilità, costringendolo a rincorrere una condizione che poi non è mai davvero arrivata. E il nono posto nella tappa del Tour de France con arrivo a Carcassonne, all’interno della maxi fuga di 24 corridori, non basta per salvare il bilancio. Stefano Battistella non è riuscito a portare il suo contributo, in termini di presenza nei finali di gara, faticando a mettere su strada le sue qualità da finalizzatore, almeno in termini di piazzamenti. Qualche giornata all’attacco non basta a valorizzare la stagione di Max Walker, che ha indossato i colori rosa di squadra dopo i notevoli lampi fatti vedere con la squadra di sviluppo dell’Astana nel 2024 e che non è però riuscito a ripetersi.
Nuova stagione sottotono per il colombiano Esteban Chaves, che ha raccolto giusto qualche piazzamento fra Andorra e Austria, proseguendo però sull’andamento un po’ dimesso delle sue ultime annata, ben lontane da quelle di “picco” della prima fase della carriera. Poco da segnalare anche per il britannico Jack Rootkin-Gray, costretto poi a chiudere anzitempo la stagione per via del brutto infortunio accusato al Giro della Toscana, e tanto lavoro di gregariato per Owain Doull, che si è visto molto raramente nei momenti importanti delle corse cui ha partecipato. Stagione di pura esperienza, infine, per l’australiano Alistair Mackellar e per il giapponese Yuhi Todome, poco utilizzati dalla squadra e mai in evidenza nelle corse affrontate.
– Georg Steinhauser
— Jefferson Cepeda
— Hugh Carthy
Classifica UCI
Il triennio appena concluso è stato caratterizzato a dir poco dalla costanza per la EF Education-EasyPost. Dopo l’undicesimo posto del 2023 e il dodicesimo posto del 2024, la formazione statunitense è rimasta in 12esima piazza anche nel 2025. Molto simili anche i raccolti di punti UCI, con la stagione appena conclusa che ha visto il gruppo guidato da Jonathan Vaughters chiudere con un totale di 10763,75. Di seguito i 20 corridori che hanno raccolto punti nell’arco del calendario 2025.
Miglior Momento
Le vittorie in tutto sono state dieci nell’arco della stagione, alcune anche abbastanza pesanti. Quella che però ha mosso l’onda più alta dal punto di vista dell’attenzione è stata quella ottenuta da Neilson Powless alla Dwars door Vlaanderen 2025. Lo statunitense si è trovato in una situazione di “tre contro uno” nel finale, attorniato da corridori in maglia Visma|Lease a Bike, ma è stato lui ad alzare le braccia alla fine, dimostrando un’impeccabile capacità di gestione e anche un notevole sangue freddo. Al netto dei demeriti dei gialloneri, la prova di Powless rimarrà sicuramente da incorniciare, tenendo in considerazione anche la categoria WorldTour della corsa vinta.
Volate – 6.2
Classiche – 7.7
Grandi Giri – 7.3
7.1
La squadra statunitense sembra ormai essersi specializzata nel muoversi con profitto nelle pieghe di calendario lasciate libere dagli assi pigliatutto di questo periodo storico, capitalizzando inoltre anche la classe dei suoi corridori più rappresentativi in corse della massima importanza. Il conto delle vittorie è in discesa, ma il quadro generale è positivo, anche se, probabilmente, avrebbe potuto esserlo ancora di più…
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