di
Valerio Vecchiarelli
Gli azzurri trovano un grandissimo successo nella Quilter Nations Series
L’Italrugby inizia il suo autunno di scontri con il mondo sottosopra con un trionfo, a Udine vince (26-19, 2 mete a 3) una partita senza respiro con l’Australia e lo fa con la disciplina, la concentrazione, la fantasia latina e la voglia matta di gridare al mondo che il bel rugby si può giocare anche da queste parti. È una squadra solida quella che presenta Gonzalo Quesada, con una terza linea che va oltre il sacrificio, con Zuliani e Vintcent che a ogni punto di scontro ci mettono mani, cuore e faccia per inceppare il maccanismo dei canguri, con una mediana precisa, mai spettacolare, ma redditizia come in pochi casi si era visto.
Paolo Garbisi fa percorso netto dalla piazzola (16 punti, 6/6), dà sicurezza, si immola in difesa, è un’apertura atipica e per fortuna questa volta ha la maglia azzurra. Ma è un trionfo della squadra, delle strategie del tecnico argentino che così l’aveva disegnata e su quella strada i suoi lo hanno seguito.
Si parte e si intuisce subito che i canguri dovranno sudarsela, in 10′ Garbisi sfoggia la sua giornata di grazia con il piede, mette tra i pali 2 piazzati che arrivano perché c’è pressione in giro per il campo e l’Australia va in affanno, la prima volta in touche, la seconda in mischia. Il vantaggio è effimero, l’Australia ama giocare con il pallone in mano e alla fine va in meta con Faessler al termine di un’avanzata compatta dopo una touche. La partita sembra girare, l’Australia mette l’ovale in cassaforte, l’Italia si immola in difesa, concede poco spazio, ma va in affanno sulle multifase ripetute degli avversari. Così arriva la meta del pilone Bell, al termine di un’azione infinita di sportellate e avanzamento millimetrico. L’Italia è dietro (6-12), insegue ma non perde la bussola e prima di andare negli spogliatoi accorcia lo svantaggio, ancora con un centro di Garbisi. Si può fare.
Si riprende e Udine impazzisce quando Garbisi, sempre lui, pareggia dalla piazzola (12-12), adesso la partita è ruvida, spezzettata, imbottita di scontri al limite del codice penale. E in uno dei tanti scontri in mezzo al campo Manuel Zuliani fa esplodere il pallone in mano a capitan Wilson, l’ovale rotola in avanti sul prato, è un chiaro passaggio in avanti per tutti ma non per l’arbitro. L’Italia si ferma, Carter Gordon no, raccoglie e va in meta. Non basta l’arbitro televisivo a convincere l’irlandese Brace che la meta è viziata, lui non cede alla propria convinzione e si becca una bordata di ululati.
Il miglior modo per rispondere all’affronto è farlo con il gioco e questa Italia si dimostra matura, va a giocare in territorio altrui, forza i tempi e alla fine raccoglie il frutto di tanto lavoro con una meta di Lynagh, figlio di quel Michael (con mamma di Treviso) che con l’Australia fu campione del mondo. Nell’azione del pareggio Sualii attenta alla testa di Garbisi, il fallo è pericoloso e fin troppo scenografico da costare 10 minuti in punizione al centro Wallabie. La nuova maturità azzurra si palesa in superiorità numerica, l’Italia fiuta il colpo grosso, alza il ritmo, gioca in velocità che è una meraviglia e confeziona l’azione più bella di giornata: Menoncello non si sa come riesce a trascinarsi dietro 2 colossi e mette i suoi sul ritmo, è una sarabanda di fantasia e velocità, Capuozzo indica la direzione, Varney (eletto miglior giocatore del match) la percorre e alla fine Ioane, che è australiano lo è per nascita, segna di rabbia e convinzione. Lo stadio è una bolgia, adesso servono 20 minuti in trincea e l’Italia delle meraviglie questa volta non commette svarioni. L’Australia attacca da tutte le parti, l’Italia difende come meglio non potrebbe fare, erode metri e convinzione e sull’ultimo disperato assalto, Lorenzo Cannone strappa dalle mani altrui il pallone della vittoria. Vittoria bella e impossibile, come poche volte l’Italrugby ha potuto festeggiare, che vale una possibilità di posizione migliore quando si andranno a comporre i gironi della prossima Coppa del Mondo.
Alla fine Gonzalo Quesada fa sfoggio di saggezza, in fondo siamo solo all’inizio del percorso: «Tutte le vittorie sono belle e con questi avversari era difficile fare una partita perfetta. In corso d’opera abbiamo dovuto mettere riparo a qualche errore in touche o in gioco aperto, ma con i pochi palloni di qualità che abbiamo avuto abbiamo saputo essere perfetti. Una nota di merito per Paolo Garbisi, è il giocatore più coraggioso che abbiamo e lo ha dimostrato prendendosi tante responsabilità. Questa sera sono davvero fiero di come i ragazzi hanno gestito la partita».
8 novembre 2025 ( modifica il 8 novembre 2025 | 21:08)
© RIPRODUZIONE RISERVATA