Tra gli anni ’60 e ’80 il cinema italiano ha dato spesso prova di grande pragmatismo, non esitando a gettare un occhio ai fenomeni cinematografici d’oltreoceano per poi tentare di replicarne le formule vincenti. All’epoca i cosiddetti “rip-off” italiani non erano certo insoliti, e in molti casi si sono rivelati dei veri e propri successi commerciali ancora oggi impressi a fuoco nella mente degli appassionati.

Tra questi, uno in particolare si è guadagnato una certa fame tanto per la sua sfacciataggine tanto per la tribolata storia della sua realizzazione, che – per certi versi – rimane un fulgido esempio di “furbizia” tutta italiana. Stiamo parlando di Alien 2 – Sulla Terra, B-movie del 1980 scritto, diretto e interpretato da Ciro Ippolito, il quale si è reso protagonista di una delle operazioni più spericolate mai messe a segno dal nostro cinema.

Ispirato da Zombi 2 di Lucio Fulci – il quale tuttavia non aveva alcun legame con Zombi di George A. Romero – Ippolito decise di realizzare un sequel apocrifo di Alien di Ridley Scott uscito pochi mesi prima. Tale iniziativa fu portata avanti da Ippolito in fretta e furia temendo che la 20th Century Fox potesse registrare il marchio del titolo, il cui reale seguito sarebbe arrivato solo nel 1986 con Aliens – Scontro finale di James Cameron.

La trama di Alien 2 – Sulla Terra è incentrata sul ritorno di una nave spaziale sulla Terra che trasporta un letale carico di uova di creature aliene determinate a sterminare l’intera umanità. Un pericolo che viene tuttavia percepito da una speleologa dotata di poteri extrasensoriali la quale, durante una spedizione in una grotta insieme ai suoi amici, proverà a confrontarsi con gli esseri e tentare di bloccarne la diffusione.

Se l’unico punto in comune col capolavoro di Ridley Scott sono le uova aliene, ben più avvincente è la storia della realizzazione del film. Ciro Ippolito e il produttore Angiolo Stella si accordarono con un distributore per il mercato estero, il quale si accollò il finanziamento del progetto consegnando ai due 400 milioni di lire. I due impiegarono tale cifra per regalarsi una vacanza a Cannes con amiche al seguito spendendo gran parte del denaro in beni di lusso. Tale mossa – non si sa quanto premeditata – li spinse ad ambientare la storia sulla Terra per limitare l’esborso sul budget, dandole poi un tema speleologico.

Impegnati a cercare una location sotterranea adatta, Ippolito e Stella optarono per le Grotte di Castellana in provincia di Bari. Furbescamente, i due ricavarono degli ingrandimenti fotografici delle grotte da dei dépliant dedicati, spacciandole agli altri produttori come scenografie cinematografiche realizzate con i soldi del budget precedentemente elargito. Ma questo non fu l’unico espediente “creativo” che portò all’effettiva realizzazione del film.

Ciro Ippolito assunse la regia di Alien 2 – Sulla Terra sotto lo pseudonimo di Sam Cromwell dopo aver incassato il rifiuto di un impegnato Mario Bava – già autore a sua volta del cult Terrore nello spazio – e aver allontanato per divergenze artistiche Biagio Proietti. Nonostante Bava non fosse coinvolto, giocò un ruolo fondamentale quando suggerì a Ippolito di aggirare i problemi di Budget realizzando le creature aliene con.. la trippa. Questa fu disposta intorno all’obiettivo della telecamera per ricreare la visione soggettiva della creatura aliena, e venne resa tremolante grazie all’uso di pompe mediche riuscendo così a restituire la sensazione di un essere vivo e vegeto.

Nonostante tali ingegnose trovate, i guai maggiori per la troupe di Alien 2 – Sulla Terra arrivarono durante la realizzazione delle sequenze con gli effetti pratici in primo piano in uno scantinato di Roma. Complice il nauseabondo odore della trippa che andava progressivamente a male, e le urla degli attori durante le riprese delle scene, gli inquilini del palazzo decisero di chiamare la polizia la quale arrivò ad arrestare tutti i membri della troupe sospettando che nella cantina fosse avvenuto un omicidio con relativo occultamento del cadavere.

Insomma, il film ebbe una storia produttiva decisamente avventurosa e fuori dagli schemi, ma questa finì per forza di cose per influenzare il risultato finale. Al netto delle critiche impietose dovute anche ai limiti tecnici causati dal risicato budget usato nella sua realizzazione, Alien 2 – Sulla Terra si rivelò un discreto successo al box office globale, riuscendo inoltre a pareggiare i costi di produzione di 400 milioni di lire.

Nonostante i suoi limiti, il film rimane celebre per le rocambolesche vicende che hanno portato alla sua realizzazione, la quale ha visto un filmmaker italiano non solo battere sul tempo i giganti di Hollywood, ma anche prevalere sulla successiva azione legale intrapresa dalla Fox.

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