A Palo Alto, nel cuore della Silicon Valley, c’è un quartiere che un tempo era la tranquilla dimora di professori e dirigenti, Crescent Park, ora noto per ospitare alcune delle proprietà più costose e, soprattutto, più discusse degli Stati Uniti. Il motivo? Il gigantesco complesso residenziale di Mark Zuckerberg, Priscilla Chan e le loro figlie. Per quasi un decennio, la famiglia ha speso oltre 110 milioni di dollari per acquisire, spesso sotto falso nome, almeno undici proprietà adiacenti, trasformandole in un’unica, enorme tenuta privata. Questo ha fatto storcere il naso ai vicini sin dal lontano 2016, quando l’espansione iniziò a destare serie preoccupazioni sul mercato immobiliare e sulla trasformazione del tessuto comunitario.



Le lamentele

Le lamentele dei residenti non si sono mai placate. Anzi, sono diventate un vero e proprio coro di protesta contro quello che descrivono come un «progetto invasivo». Il disagio è legato a diversi fattori: ci sono i lavori di costruzione incessanti e rumorosi che vanno avanti da anni; si aggiunge l’invadente presenza di sicurezza privata, telecamere e guardie che rendono il quartiere quasi una cittadella fortificata, con tanto di posti di blocco occasionali; e infine, si lamentano il traffico e l’occupazione dei parcheggi generati dalle “orde” di dipendenti, soci e personale di servizio.


Il culmine delle polemiche è arrivato con la scoperta di una scuola privata all’interno del complesso. Già operativa dal 2021 e destinata ai figli di Zuckerberg e a pochi altri, la struttura, che poteva ospitare fino a trenta studenti, era stata presumibilmente costruita senza i necessari permessi previsti dal codice di zonizzazione residenziale.



La causa legale

Questo abuso edilizio, sommato all’estenuante serie di disagi, ha portato i vicini a intentare una causa legale contro il fondatore di Meta, una battaglia che si protrae da circa quattro anni.

Molti residenti si sentono abbandonati dalle autorità locali, accusando apertamente il Comune di favoritismo verso la famiglia miliardaria. Un’e-mail citata da WIRED rifletteva bene il sentimento generale: “Troviamo notevole che si lavori così duramente per soddisfare una sola famiglia miliardaria, tenendo il quartiere all’oscuro.” La città, dal canto suo, ha sempre negato ogni accusa di trattamento preferenziale, assicurando che le norme edilizie e di sicurezza vengono applicate “in modo coerente” per tutti.

Nell’ultimo periodo, la situazione ha raggiunto un livello quasi surreale: per tentare di placare il malcontento dei vicini per gli otto anni di rumore, lo staff di Zuckerberg ha distribuito cuffie con cancellazione del rumore, omaggi di vino e dolci (Krispy Kreme) come tentativo di “comprare la quiete”. Nonostante questi gesti e una dichiarazione della famiglia che afferma di aver adottato misure per non disturbare la quiete, i vicini denunciano che il loro senso di comunità è stato irrimediabilmente compromesso. Il risultato è che, per chi non riesce più a resistere, l’unica scelta è vendere o continuare a convivere con quello che alcuni chiamano il “bunker sotterraneo” da 650 metri quadrati che il miliardario ha costruito sotto le sue proprietà.




Ultimo aggiornamento: sabato 8 novembre 2025, 18:56





© RIPRODUZIONE RISERVATA