Venerdì ci sono stati oltre mille voli cancellati e quattromila ritardi. Ieri i numeri sono stati molto simili e nei prossimi giorni potrebbero peggiorare, arrivando fino a 9.000 cancellazioni al giorno se il Congresso non riuscirà a trovare un accordo per porre fine allo shutdown, la paralisi del governo federale per mancanza di fondi che continua da 39 giorni, la più lunga della storia degli Stati Uniti. I voli cancellati in media sono solo 1.000, il 4% del totale, che è di circa 45.000 al giorno (salvaguardati, per ora, i collegamenti internazionali).

Ma, come ha fatto sapere il segretario ai Trasporti, Sean Duffy, la riduzione potrebbe arrivare anche al 20%. Ieri all’aeroporto Jfk di New York ci sono stati dei blocchi ai decolli che hanno causato ore di ritardi. A Chicago, l’O’Hare ha tenuto le partenze ferme per qualche ora, mentre gli aeroporti di Boston e Las Vegas sono rimasti chiusi.

Venerdì sera la Corte Suprema ha bloccato momentaneamente la decisione di un tribunale federale, confermata da un tribunale d’Appello, di obbligare l’amministrazione Trump a erogare il 100% dei buoni alimentari per le famiglie a reddito basso.

LA DECISIONE

La Corte Suprema ha deciso di sostenere la scelta della Casa Bianca di contribuire solo al 50% dei sussidi che in questi giorni stanno arrivando a milioni di cittadini americani.

Non sembra che il Congresso riesca a trovare un accordo a breve, visto che repubblicani e democratici continuano a litigare sulla legge di bilancio: quella approvata alla Camera non prevede il rinnovo dell’Obamacare e di recente il partito di Trump ha chiesto ai democratici di approvarlo lo stesso e poi provare a trovare un’intesa a parte sui sussidi alle assicurazioni sanitarie a costi agevolati. I democratici non hanno intenzione di cedere e hanno rilanciato chiedendo un accordo che comprenda il rinnovo dell’Obamacare fino alla fine del 2026. In tutto questo ieri Donald Trump su Truth Social ha attaccato il partito democratico: «I democratici stanno vincendo in questo, nel distruggere la nostra grande, miracolosa economia, che è esattamente quello che avevano in programma di fare. Terminate il filibuster!».

LA POSSIBILITÀ
Il presidente da giorni sta chiedendo al suo partito di usare la cosiddetta «opzione nucleare», che permette di evitare di approvare la legge con la maggioranza qualificata del 60%. Fino ad ora i repubblicani hanno preferito continuare a negoziare con i democratici, sapendo che se dovessero usare questa opzione, in futuro se i democratici dovessero riconquistare la maggioranza al Senato potrebbero vendicarsi e riusarla. Ieri i senatori hanno continuato a discutere in una sessione iniziata a mezzogiorno. I repubblicani hanno respinto la richiesta del rinnovo di Obamacare per un anno. «Questa proposta è un fallimento in partenza. Dobbiamo votare per riaprire il governo. C’è una proposta sul tavolo per farlo, e solo dopo potremo affrontare l’intera discussione sull’assistenza sanitaria», ha dichiarato il leader della maggioranza repubblicana al Senato, John Thune. I democratici più moderati sembravano aperti a trovare un accordo e a far avanzare la bozza della Camera in cambio della promessa di un voto a parte sui crediti d’imposta per le assicurazioni sanitarie.

Ma la vittoria nelle elezioni locali della settimana scorsa ha spinto la maggioranza del partito a prolungare lo scontro per cercare di ottenere più concessioni dai repubblicani. Ieri Thune ha detto che il suo partito ha lavorato al testo di un ‘minibus’, ovvero un pacchetto che contiene tre proposte di legge di spesa (appropriations bills).

LA STRATEGIA

L’obiettivo è attirare il sostegno dei democratici moderati e convincerli a votare a favore della risoluzione temporanea (continuing resolution) che permetterebbe di riaprire il governo.

Thune non ha specificato quando il Senato potrebbe prendere in esame il pacchetto, anche se i senatori dovranno prima analizzare la proposta e decidere se votarla. Sui sussidi alimentari la questione passa dal governo federale ai singoli stati: alcuni stanno riuscendo a garantire l’erogazione completa. Il Massachusetts per esempio è riuscito a distribuire i buoni completi ai residenti che li dovevano ricevere entro venerdì.

L’Ohio invece ha promesso di distribuirli integralmente entro la settimana prossima, ma dopo l’annuncio della Corte Suprema ha detto che «sono previsti dei ritardi». Ci sono invece stati che avevano detto che avrebbero fatto arrivare i benefici completi, anche se in questo momento la situazione è poco chiara e non è detto che possano riuscirci: tra questi ci sono la California, il Michigan, il New Jersey e il Wisconsin.


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