I perché del disastro di Max Verstappen in qualifica a Interlagos
“Mi posso scordare il Mondiale, non dobbiamo parlarne più perché ormai è finita”: così Max Verstappen alla fine delle disastrose qualifiche del GP di San Paolo del Brasile, che lo hanno visto centrare un record stavolta tutt’altro che positivo. Già, perché il quattro volte campione del mondo ha raccolto suo malgrado la prima eliminazione della carriera in Q1 indipendente da elementi esterni: non è che non fosse mai successo in passato, ma era sempre dipeso da incidenti, bandiere rosse, problemi tecnici di varia natura. Questa volta invece Max è incappato nella rete a maglie larghissime della prima eliminazione e, come detto dopo la bandiera a scacchi, “il vero problema è che non sappiamo il perché”.
Dietrofront sugli aggiornamenti
Con un retroscena. Secondo quanto riportato dai sempre ben informati giornalisti del quotidiano olandese De Telegraaf, su impulso di Verstappen la Red Bull avrebbe deciso di smontare gli aggiornamenti portati a Città del Messico dopo la deludente prestazione della Sprint Race – che secondo le simulazioni del team avrebbero dovuto funzionare meglio su una pista come quella di Interlagos – per tornare al pacchetto e all’assetto che aveva permesso a Max di dominare ad Austin. Il risultato finale delle qualifiche, con Max 16° in griglia e lontanissimo dal leader (del weekend e del Mondiale) Lando Norris, sarebbe stato uno shock anche per l’olandese, che si aspettava di fare un passo in avanti tornando… indietro alla configurazione vincente dello scorso GP degli Usa.
Problemi di assetto: Red Bull troppo bassa e rigida
Ma da dove deriverebbero le difficoltà della Red Bull nel weekend del GP del Brasile? Michael Schmidt, storico corrispondente dell’autorevole rivista tedesca Auto Motor und Sport, riporta le considerazioni del direttore tecnico Pierre Waché, secondo cui la monoposto di Max Verstappen avrebbe avuto un assetto troppo basso e rigido: una soluzione che è quella verso cui tendono tutte le squadre in tutte le piste, cercando però sempre di non oltrepassare il punto in cui le auto iniziano a spanciare eccessivamente sull’asfalto o perdere aderenza nei curvoni, mettendo anche a rischio la gestione delle gomme, che si consumano più velocemente quando la macchina scivola e non trova grip.
Max Verstappen parte dalla pit-lane?
“Prima eravamo lenti soltanto nel tratto lento – ha spiegato dopo le qualifiche Helmut Marko – mentre adesso siamo lenti in tutto il giro. All’inizio perdevamo tempo (da Norris, ndr) soltanto nel secondo settore, mentre adesso ne perdiamo ovunque. È stato come se avessimo una maledizione addosso, i piloti non hanno mai trovato aderenza sull’asfalto. Anche le gomme sono un mistero, con Russell che era più veloce con le medie che con le morbide, o altri che hanno fatto meglio con quelle usate rispetto a quelle nuove”. Un bel rebus da risolvere, considerando che tra le qualifiche sprint e quelle “vere” Max Verstappen ha perso quasi 9 decimi. Per questo, sempre secondo AMuS, la possibile soluzione sarebbe quella di tentare il tutto per tutto con un setup completamente diverso e una nuova power unit, ma solo nel caso in cui la pista restasse asciutta.