La settimana delle belle notizie si è conclusa ieri con l’oro di Mattia Agostinacchio agli Europei di cross, ma si era aperta con quella del ritorno in bici di Filippo Baroncini. A Dubai era davvero sole splendente. Quello sulla strada e quello nell’animo del corridore, ma anche dei suoi tifosi. Gli ultimi mesi non erano stati un granché, come si può facilmente immaginare.
Ricordiamo che Baroncini era stato vittima di una caduta tremenda al Tour de Pologne. Filippo aveva riportato fratture alla clavicola, alla colonna vertebrale e al viso, tanto da essere indotto al coma farmacologico. Una vera botta per lui e anche per la sua UAE Emirates. Vederlo tanto festeggiato in sella sui rettilinei assolati degli Emirati Arabi, dove si è ritrovata la squadra di Mauro Gianetti, è stato davvero bello. Nell’accezione più semplice e genuina del termine.


Filippo, ripartiamo proprio da qui: da queste pedalate al sole emiratino…
Eh sì – attacca Filippo con un leggero sospiro liberatorio, ma con tono squillante – sono più sereno adesso. Sono più felice, sono tornato in bici e tutto è stato subito più bello.
Che periodo è stato?
E’ un periodo speciale, un po’ di alti e bassi. Magari si possono dividere: il periodo dell’ospedale, quello del ritorno a casa, poi la riabilitazione, dove ci sono alti e bassi anche lì. E infine il momento del rientro in bici. In ospedale ho avuto la fortuna di avere sempre accanto i miei familiari ogni giorno e questo mentalmente mi ha aiutato tanto. Poi ho trovato un ambiente bellissimo, medici e infermieri super carini, motivanti. Questo mi ha fatto passare le giornate con più calore. Bisognava solo far sera, il tempo scorreva piano… Pensare il meno possibile alle negatività e avere persone positive accanto ha contato tanto.
Com’è stato il periodo della riabilitazione? Cosa facevi, com’era la tua giornata tipo?
Con la squadra abbiamo deciso quale centro fosse meglio per me, anche seguendo i consigli dei medici. All’inizio sembrava dovessi restare in un centro giorno e notte, ma poi hanno visto che il mio recupero era ottimo e mi hanno dato la possibilità di un percorso ambulatoriale. Questo è stato un grande stimolo. Alla fine abbiamo scelto il Fisiology Center di Forlì (la struttura creata da Fabrizio Borra, ndr), dove conoscevo già i ragazzi: super motivanti e super preparati. Il recupero è stato subito buono, soprattutto a livello muscolare, che era la cosa principale che avevo perso, oltre ai vari acciacchi.


Adesso hai qualche problematica particolare, ossa, tendini, postura… o c’è solo da ricostruire tutto?
A livello osseo sto bene, tutto è saldo, quindi sono potuto tornare abbastanza presto alla normalità. E’ ovvio, bisogna andare step by step. Vorrei anch’io fare subito quattro ore e allenarmi pienamente, ma alla fine è come se fossi ripartito da zero, soprattutto a livello cardiorespiratorio. Questo aspetto è quello che ho perso di più, perché sono stato fermo due mesi e mezzo. In ospedale facevo solo esercizi di forza, non di resistenza, quindi ora con la bici sto lavorando su quello. L’obiettivo è riportare il cardio alla normalità.
Sei ripartito direttamente con la bici?
Ho iniziato camminando, poi con la cyclette, quindi i rulli e infine la bici su strada. Il problema principale ora è la rigidità muscolare e articolare: ci sto lavorando con osteopati e fisioterapisti.
Quindi continui a fare fisioterapia?
Diciamo che la fisioterapia si sta trasformando in palestra. Prima di salire in bici ho fatto anche diverse camminate, come detto.
Ricordi qualcosa della caduta?
Sì, ricordo tutto…


Okay, messaggio ricevuto. Parliamo di cose belle: sei risalito in bici. Abbiamo visto tanti tuoi compagni sinceramente contenti per te. Che momento è stato?
Sì, li ho trovati tutti lì a Dubai e ad Abu Dhabi. E’ stata una grande emozione, come se fossi uscito dal gruppo e poi ci fossi tornato. Per me è stato importante, era ciò di cui avevo più bisogno adesso: rientrare in squadra, far vedere che ci sono, raccontare come sta andando. Tutti sono rimasti stupiti da come sto recuperando. Mi hanno scritto sempre in tanti.
Com’è stato risalire in bici? L’aria in faccia…
Era l’emozione che aspettavo di più. Più del capire come stessi realmente. Tutti lo sapevano, ma io volevo viverlo. Non volevo e non mi aspettavo di dire: “Cavolo, sto bene, via, sono pronto di nuovo”. No, volevo solo ritrovare me stesso a fare ciò che ero abituato a fare.
Hai cambiato qualcosa nel risalire in bici o hai ripreso la stessa di prima?
Ho cambiato le pedivelle. Sono passato da quelle da 172,5 a quelle da 170 millimetri per provare sensazioni diverse. La tendenza è questa e ne abbiamo approfittato. Adesso sto ancora cercando di capire: mi sono quasi dimenticato come mi sentivo in bici prima! Da una parte è un bene, è come ripartire da zero. Alla fine, anche nelle cose peggiori, c’è sempre un piccolo lato positivo.


E adesso come procederai?
Gradualmente. Finalmente il preparatore ha iniziato a mettermi qualcosa su TrainingPeaks, quindi avere una programmazione settimanale è già tanta roba. Piano piano, giorno per giorno, aumentando, sempre un po’, ma sempre seguendo le sensazioni del fisico. Magari con sedute doppie: palestra la mattina e bici al pomeriggio, o viceversa.
Invece il Filippo Baroncini uomo cosa ha fatto in questo periodo? Ti sei trovato un hobby, hai letto, visto serie tv…
Vi dico la verità, ero molto concentrato sulla mente, quindi ho dedicato tanto tempo a quello, con sedute tre o quattro volte a settimana. Avevo il mio cagnolino, ho letto qualche pagina del libro di Agassi. E poi la PlayStation di Covi è stata una novità in casa!
L’altra volta avevamo fatto un pezzo con Gazzoli che salutava il tuo ritorno a casa. Hai detto che in tanto ti hanno scritto. E c’è stato qualche altro corridore che ti è venuto a trovare?
Sono venuti a trovarmi i miei amici di casa, quelli di sempre. Poi tutti i dirigenti della squadra, compreso il presidente Matar Suhail, Matxin, Gianetti, alcuni compagni come Covi. E’ venuto persino il presidente federale Cordiano Dagnoni. Mi ha fatto super piacere vedere tutte queste persone che mi hanno dimostrato tanta vicinanza.