Disposti sul bancone, uno accanto all’altro, sono tantissimi. Cercando bene si trovano anche i grandi marchi come Dior, Persol o Ray-ban. Tutti senza lenti, da aggiungere in base alla prescrizione. In alto il costo, esposto come da regolamento: zero euro. Vengono donati dai cittadini: per questo si chiamano occhiali ‘sospesi’. Sono riservati a chi è in condizione di difficoltà economica e non può permettersi di comprarli. È un servizio dell’Occhialeria sociale, che da circa due mesi ha aperto in via Ravenna angolo via Pomposa, zona Corvetto.
La storia dell’Occhialeria
“Le persone entrano nella nostra sede, fanno un controllo, scelgono una montatura fra queste e noi procediamo. Escono con occhiali nuovi, senza aver speso nulla”, spiega il fondatore Gino Repetto a MilanoToday Dossier. In due mesi hanno fatto circa una 30ina di paia, gratis. Gli altri a pagamento partono da 25 euro. Il progetto nasce a Genova, dove ha aperto la prima sede nel 2022. Poi sono arrivate quelle di Vigevano, Pavia, Torino e (ora) anche Milano. “All’inizio avevo un magazzino accanto a via del Campo, resa celebre dalla canzone di Fabrizio De André. Poco distante c’è via di Prè, una zona abbastanza difficile, con alti tassi di povertà”, prosegue Repetto. “Ricevevo sempre richieste sugli occhiali, anche da persone straniere: qualcuno ne aveva bisogno per sé, qualcuno per i figli, altri ancora chiedevano di poterli spedire nel proprio paese d’origine. Dopo un po’ di tempo ho capito che serviva un’attività apposita”. L’Occhialeria sociale è nata così.
Gli occhiali in Occhialeria (foto: Elisa Cornegliani)Rifornimento direttamente dalle fabbriche
Per garantire prezzi bassi comprano montature e lenti direttamente dalle fabbriche, le stesse cui fanno riferimento i grandi marchi. Non acquistano pezzi di brand famosi, che alzerebbero i costi: quelli firmati che si possono vedere in vetrina sono tutti regalati. Tolgono le lenti originarie e tengono le montature, destinate a chi ha un Isee fino a 10mila euro. In magazzino hanno a disposizione le lenti per i difetti visivi più comuni, fino a -4 di miopia o +4 di ipermetropia. Assemblando lenti a montatura creano occhiali di diverso tipo: per bambini o per la lettura, per lo sport, multifocali, progressivi. Oltre a quelli gratis ci sono anche i prodotti in vendita, destinati a chi ha un Isee superiore ai 10mila euro: il prezzo di questi ultimi è alzato in modo tale da poter avere margine per poter realizzare gratuitamente gli altri, ma è un costo comunque contenuto per via dell’acquisto senza intermediari. Nella nuova apertura di Corvetto ha una quota l’Antica farmacia dell’abbazia di Chiaravalle, che da oltre vent’anni è attiva nella zona (si trova in Via Comacchio 9, angolo Piazza Ferrara).
300 persone e miopie non curate
A Milano l’Occhialeria sociale aiuta circa 300 persone. A Genova, in tre anni, ne ha raggiunte circa 20mila. “Abbiamo una clientela trasversale. Moltissime famiglie con Isee più basso di 10mila euro. Persone italiane o appena arrivate in Italia, soprattutto minori non accompagnati. Spesso sono assistite da enti del terzo settore”, prosegue Repetto. Ci mostra, per esempio, la prescrizione per lenti correttive di una ragazza che si trova in carcere: l’ha inviata all’Occhialeria un’associazione che segue le donne detenute. “Ma abbiamo anche clienti benestanti, che comprano occhiali il più cari possibile apposta per aiutarci di più”, continua il fondatore. Nel tempo sono rimasti sorpresi dai vari casi che hanno seguito. “Persone con miopie importanti, -4, -5, non corrette per mesi o a volte per anni. Astigmatici, che hanno difficoltà sia da vicino sia da lontano, mai sistemati. Si tende a sottovalutare i difetti visivi, pensando che non siano prioritari. Ma è fondamentale sistemarli: per trovare lavoro, per studiare italiano, per mettersi a pari con gli altri”, continua Repetto. “Quando ho iniziato sembrava che io fossi da solo contro tutti. Più vado avanti più capisco che questo progetto ha senso”, dice.
Gli occhiali sospesi a zero euro (Foto: Elisa Cornegliani)Otto su dieci hanno difetti visivi
Secondo un report pubblicato nell’ottobre 2025 da Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia e da Censis, quasi otto italiani su dieci dichiarano di soffrire di disturbi alla vista. La metà di miopia, un quinto di presbiopia. Oltre il 90% di chi soffre di almeno un disturbo visivo cerca di intervenire: oltre il 66% usa gli occhiali. Se non corretti, si legge nell’indagine, i difetti “rischiano di peggiorare nel tempo ampliando esigenze e costi assistenziali”. La lunghezza dei tempi di attesa tipica del Servizio sanitario nazionale si percepisce anche in questo ramo: su 100 tentativi di prenotazione alle prestazioni oculistiche, in 39 le persone scelgono di rivolgersi alla sanità a pagamento, tra privato e intramoenia, proprio per questa ragione. Sempre secondo la stessa indagine la gran parte degli italiani intervistati (quasi il 70%) ritiene che l’oftalmologia (dalle visite oculistiche agli accertamenti fino all’acquisto dei farmaci e degli occhiali stessi o delle lenti a contatto) faccia riferimento ormai alla sanità a pagamento.