MESTRE – Quella di Noale era stata la prima ad aprire, non solo nell’Ulss 3 ma in tutto il Veneto. E adesso, in contemporanea con l’avvio del numero unico 116.117 per i servizi sociosanitari non urgenti attivato dalla scorsa settimana, anche in città sono arrivate le prime Case della comunità: «Favaro e Lido sono operative con tutti i servizi previsti, compresa la presenza del medico in servizio per 12 ore durante il giorno per le cure non differibili, su invio proprio del 116.117», spiegano dall’Ulss veneziana.

APPROFONDIMENTI


ACCREDITAMENTO «Per Noale abbiamo già ottenuto l’accreditamento dalla Regione, che certifica il rispetto di tutti gli standard previsti dalla normativa. La prossima settimana attendiamo questo riconoscimento anche per Lido e Favaro, dove i servizi sono comunque già partiti. E non abbiamo aperto con un’attività ridotta, ma garantendo l’intera offerta» sottolinea Massimo Zuin, direttore dei Servizi socio-sanitari dell’Ulss 3. Un passo indietro. Le Case della comunità nascono con il Pnrr (e per questo dovranno essere tutte pronte entro metà 2026), con la “missione” dedicata alle “Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale”. Le Case della comunità mirano dunque a rafforzare la “sanità diffusa”, coordinando i servizi a livello territoriale, con un’attenzione particolare ai pazienti cronici. Il decreto ministeriale 77/2022 prevede che sia presente una Casa della Comunità hub ogni 40mila-50mila abitanti (per le isole però va diversamente), assegnando dai 7 agli 11 infermieri, un assistente sociale, dalle 5 alle 8 unità di personale di supporto sociosanitario e amministrativo). Facendo un esempio concreto, nella Casa della comunità di via della Soia a Favaro si possono trovare i servizi di specialistica ambulatoriale, l’ambulatorio infermieristico (con infermieri territoriali presenti dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 19 e infermieri dell’assistenza domiciliare tutti i giorni dalle 7 alle 20), il Punto prelievi, quello per le vaccinazioni e la diagnostica per immagini “di base” (le analisi più accurate continueranno ad essere svolte in ospedale o in altri presidi). PROSSIMITÁ

Nelle tre Case della comunità già operative è stato riorganizzato il personale già presente, «ma siamo riusciti a garantire la presenza di un medico fra le ore 9 e le 19 – aggiunge Giovanna Busso, direttrice amministrativa del territorio Ulss 3 -. L’utente chiama il 116.117 e la sua richiesta viene valutata: se deve essere visto in giornata, il suo medico di medicina generale non è in servizio in quegli orari e non è un caso grave che deve essere affidato al Pronto soccorso, allora il paziente viene inviato al medico della Casa della comunità». Per ora, ovviamente, per la terraferma c’è solo quella di Favaro, ma nel prossimo futuro questi “invii” verranno suddivisi “per prossimità”, cioé a Mestre (per centro e Carpenedo-Bissuola), Marghera (che coprirà anche per Chirignago Zelarino), e poi Marcon (anche per Quarto d’Altino) fino alle “Case” di Venezia, Martellago, Dolo, Mira, Chioggia e Cavarzere che coprono il resto del territorio dell’Ulss 3 Serenissima.

«Un altro aspetto importante del lavoro è quello del coinvolgimento delle associazioni locali, come abbiamo già fatto a Noale per integrare la Casa della comunità con i gruppi di volontariato, in un’ottica di agevolare la conoscenza dei servizi – riprende Massimo Zuin -. È chiaro poi che per la presenza dei medici di medicina generale aspettiamo e confidiamo nell’accordo che si sta discutendo su base regionale. Nella sanità siamo tutti sulla stessa barca: operatori, medici e pazienti. In questa operazione di ridefinizione dei servizi territoriali abbiamo di fronte una sfida nella quale ci sono anche nuove opportunità e tecnologie, come l’intelligenza artificiale»