L’Emilia-Romagna “non riesce più a curare i pazienti” che provengono “da fuori” regione. È l’allarme lanciato dal presidente della Regione, Michele de Pascale, che ha spiegato in che modo l’attrattività della sanità emiliano-romagnola rischia di trasformarsi in un boomerang fatto di liste di attesa infinite e diseguaglianze nel diritto alla salute.
L’allarme: “Non ce la facciamo più”
“In questo momento il problema principale dell’Emilia-Romagna è il nostro storico motivo di orgoglio e cioè l’enorme pressione di persone da fuori regione che si vengono a curare qui. Non ce la facciamo più, non riusciamo più a soddisfare i nostri cittadini e l’enorme pressione delle altre regioni che si vengono a curare in Emilia-Romagna e ci stanno intasando il sistema e lo dico con rispetto”, ha detto il governatore in un’intervista a 24 Mattino, su Radio 24.
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Emilia Romagna accoglie di più insieme a Lombardia e Veneto
L’Emilia Romagna è, insieme a Lombardia e Veneto, la regione che accoglie più pazienti dal resto d’Italia secondo il principio della mobilità sanitaria. Che da un lato è indice della qualità delle prestazioni che gli ospedali sono in grado di erogare, ma che, dall’altro, può aggiungere ulteriore pressione a un sistema sanitario nazionale che continua ad affrontare grossi e storici problemi come il sottofinanziamento, l’assenza di medici e liste d’attesa lunghissime.
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“La sanità in Italia sta diventando un po’ un clic day, i primi mille che premono il bottone ricevono una prestazione, e questo è inaccettabile, perché ogni prestazione a chi non ne avrebbe bisogno è una prestazione che stiamo togliendo a un’altra persona, che rinuncia. È impopolarissimo da dire, ma la sanità segue l’offerta se non la regolamentiamo”, ha concluso de Pascale.
Attacchi politici
Le dichiarazioni del governatore hanno suscitato gli attacchi politici dell’opposizione in Regione. A partire dalla civica Elena Ugolini, che ha accusato de Pascale di cercare “un capro espiatorio per non guardare la realtà e cercare di risolvere i problemi”.
Netto anche Giancarlo Tagliaferri di Fratelli d’Italia: “Chi governa la Regione da vent’anni non può far finta che questo scenario sia improvviso o inaspettato”, ha dichiarato.
Così anche Rifondazione Comunista in una nota: “Secondo le statistiche dell’Agenas solo nel 2023 l’Emilia Romagna ha ricevuto 472.744.536€ dalle altre regioni, frutto della mobilità attiva. L’ennesimo dato che ci conferma il fallimento di una classe dirigente”.
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