Saranno decisamente diverse le persone che andranno a vedere Francesco De Gregori al Gran Teatro Geox giovedì 13 novembre, rispetto a quelle che hanno acquistato il disco di Rimmel 50 anni fa. A rimanere, oltre a quel qualcosa, fra le pagine chiare, fra le pagine scure, che cita l’omonimo brano, sarà l’emozione dell’ascolto dal vivo di un’opera che ha saputo vincere su ogni tipo di passaggio generazionale e continua a farlo, numeri alla mano. E che si prepara a farsi ascoltare a Padova, nel mezzo di un tour italiano che passerà per teatri, palasport e club, per ben due volte visto che il prossimo 10 febbraio approderà anche all’Hall.
APPROFONDIMENTI
A dirsi soddisfatto è De Gregori stesso «perché sicuramente avere scritto delle cose che piacciono sia ai miei coetanei, sia a chi potrebbe essere mio figlio o addirittura a chi potrebbe essere mio nipote, stabilisce il fatto che in queste canzoni c’è qualcosa di buono. E quindi per me che le ho scritte, insomma, sì, è una soddisfazione». Eppure, nonostante il mezzo secolo di distanza, alcune storie sembrano appartenergli ancora. «Sicuramente i sentimenti che stanno dietro alle storie che ho raccontato in questo disco ancora mi appartengono riconosce il cantautore romano – perché c’è molto amore, molta passione e c’è anche un certo sguardo sulla società che ancora coltivo. Anche se ovviamente sono un uomo molto diverso da allora».
PERLE DI POESIA
Così, il tour di “Rimmel 2025” ripropone dal vivo integralmente in ogni data tutte e nove le tracce del quarto album registrato in studio dall’artista, tra cui perle di poesia e musica come Buonanotte fiorellino e Pezzi di vetro: «In effetti, le canzoni d’amore di questo disco, che sono poi la maggior parte, sono quelle più attuali» ammette De Gregori pronto ad alzare i toni, invece, su brani come Pablo. «A quei tempi parlavo di italiani che andavano a lavorare in Svizzera ricorda, sollevando il tema dell’emigrazione scritto nel celeberrimo brano ora come ora cambierebbe il versante. Oggi viviamo una situazione opposta, c’è gente che viene da noi in Italia a cercare lavoro o per fuggire da situazioni terribili. Quindi ci dobbiamo porre il problema di accogliere queste persone come noi avremmo voluto essere accolti in Svizzera». Messaggi che si rivelano attuali come lo saranno quelli di altri suoi brani tra i più celebri ripresi dagli album successivi, che canterà secondo una scaletta che cambia in ogni tappa, di modo da rendere ogni concerto a suo modo unico.
Se l’estate si è conclusa con la tappa all’Arena di Verona, il tour ripartito la scorsa settimana percorrerà lo stivale di teatro in teatro fino a dicembre, quando approderà ai palasport di Milano e Roma, per tornare nel 2026 all’intimità dei club. «Di solito ho sempre approfittato dello spazio live per poter giocare un po’ con le mie canzoni, cambiarle, ma qui, invece, per rispetto a questo bel disco che stiamo celebrando dopo 50 anni, le farò molto vicine a com’erano» garantisce De Gregori, a capo della sua band formata da Guido Guglielminetti, Carlo Gaudiello, Primiano Di Biase, Paolo Giovenchi, Alessandro Valle, Simone Talone, Francesca La Colla e Cristina Greco.
Un gruppo di professionisti che non fa rimpiangere la versione originale, una pietra miliare ora uscita come riedizione per Sony Music secondo un viaggio sonoro rinnovato, che esalta ogni sfumatura dell’album del 1975 che ha segnato intere generazioni con brani indimenticabili. Se le versioni saranno tutte disponibili, dagli Lp 180gr Clear o Black, entrambi a 192KHzper una qualità audio superiore e con i testi dei brani trascritti per la prima volta, e le diverse modalità di cd singolo o con 45 giri black o picture disc, fino alla musicassetta, sarà proprio il 45 giri quello che più seguirà la versione originale del 1975 con Rimmel e Piccola Mela. Il tour prodotto da Friends & Partners ha ancora alcuni biglietti e prevendite disponibili sui canali Ticketone e nei circuiti di prevendita abituali.