Nella sua autobiografia, “Lo slalom più lungo”, il grande campione racconta non solo medaglie e trionfi ma anche aneddoti, sorprese e un lato umano che va ben oltre la goliardia del personaggio

10 novembre – 09:55 – MILANO

L’occasione è la pubblicazione della sua autobiografia “Lo slalom più lungo”, l’intervista è pubblicata dal Corriere della Sera, la voce narrante è la sua, quella di Alberto Tomba: “Ho sempre odiato quando mi chiamavano sbruffone. Detestavo essere definito guascone. E quando mi chiamavano Sex Bomb… che stupidaggini.”. Eppure qualche show oltre le righe c’è stato, tipo quella salita sullo skilift al contrario: “Sa perché l’ho fatto? Perché non volevo dare le spalle ai tifosi che mi acclamavano”. I tifosi, una componente fondamentale del suo personaggio, ma anche della sua vita: “I miei più grandi fan sono ancora adesso i miei più grandi amici. Da Castel dei Britti portavano i salumi, dall’Appennino piadine, crescentine, tigelle… Con il giro stretto ci vediamo ogni due mercoledì. Ogni anno ci ritroviamo in tanti per festeggiare una ricorrenza, nel 2026 saranno i trent’anni dei Mondiali di Sierra Nevada”.

martina colombari—  

Ecco, il cibo, altro argomento delicato. Come quando tra le due manche del gigante di Calgary, prima medaglia d’oro olimpica, aveva mangiato una fetta di panettone: “È vero, ma mica l’ho finito… Lo so, qualsiasi allenatore lo proibirebbe. Ma io ero fatto così. Non volevo passare il tempo tra le due prove a macerarmi”. Dal cibo alla vita privata, partendo dalla relazione con l’ex Miss Italia Martina Colombari: “Ero giurato a Miss Italia. Vinse lei: era bellissima, e fu una storia bellissima. Non aveva ancora la patente, la andavo a prendere a scuola… È durata quattro anni. Come mai è finita? Troppa pressione mediatica. Io ero sempre in giro, lei aveva avuto successo nel suo mestiere. Ci vedevamo poco”. Perché non si è mai sposato? “Non rispondo, poi estrapolano una frasetta che rimbalza sui social. Io detesto i social. Infatti non li ho. C’è troppo odio in giro. Viaggiavo tanto, come i marinai… Ma non sposarmi non è stata una scelta”.

i canguri—  

Scrivevano che trascurasse lo sci per le discoteche: “Frottole. Mi sottoponevo ad allenamenti massacranti. Passavo le estati sui ghiacciai, a tremila metri di quota. Sulle Ande, in Argentina, in Cile. La sveglia all’alba a trenta gradi sottozero, il vento in faccia, il gelo, i panorami infiniti. Mi piaceva”. E i canguri cosa c’entrano? “Mio papà ne allevava una specie europea. Stavano benissimo. Innocui, buoni. Una volta la porta del recinto restò aperta, qualcuno uscì fuori, fu notato, ne nacque una polemica. Così ci hanno portato via i canguri. Morirono in una settimana”. E infine il passaggio di testimone di Ingemar Stenmark: “Il mio idolo. Un giorno a Sestriere disse: ‘Ora posso ritirarmi, Alberto ormai è imbattibile’. Una soddisfazione immensa”. A maggior ragione per un campione che “si è battuto con tre generazioni di sciatori” e ha smesso a 31 anni:  “Ho lasciato dopo aver vinto la mia cinquantesima gara di Coppa del Mondo. Per il fan club, cinquanta più una: il parallelo in cui battei Zurbriggen, quello che non valeva per la classifica”.