Nell’ambito delle iniziative promosse dal tavolo di lavoro delle associazioni Umanità alla Deriva in collaborazione con il Comune di Casatenovo, sabato 8 novembre è stata inaugurata a Villa Mariani l’esposizione fotografica ”C’era una volta Gaza” di Paolo Trainito.
Ospiti dell’iniziativa sono stati lo stesso fotografo Paolo Trainito, che ha introdotto la mostra, il giornalista e docente universitario Alfredo Luis Somoza e – in collegamento – Meri Calvelli, cooperante di ACS attiva nei territori palestinesi.
Ad aprire l’incontro è stato il consigliere comunale Francesco Sironi, che ha portato i saluti dell’Amministrazione, ricordando come l’evento si inserisse nel percorso avviato dall’ente sul tema del riconoscimento dello Stato di Palestina. ”Riconoscere non significa togliere nulla a qualcuno, ma dare valore a ogni essere umano” le sue parole.
Al microfono il consigliere comunale Francesco Sironi
A seguire l’assessore alla cultura Gaia Riva ha ringraziato i relatori dell’incontro, il tavolo di Umanità alla Deriva, l’associazione Piccoli Idilli, la Scuola di Musica Antonio Guarnieri e i volontari che garantiranno l’apertura della mostra nei prossimi giorni. Ha inoltre ricordato il prossimo appuntamento del 12 novembre, una serata di musica e teatro dedicata all’arte come linguaggio di pace.
A destra l’assessore alla cultura Gaia Riva
Sara Benedetti, tra le promotrici dell’iniziativa, ha ringraziato l’organizzazione umanitaria ACS – Associazione di Cooperazione e Solidarietà attiva a Gaza e gli Amici del MIR di Borgomanero, grazie ai quali la mostra è giunta a Casatenovo. Ha poi presentato gli ospiti: il fotoreporter Paolo Trainito, l’esperto di geopolitica e docente universitario Alfredo Luis Somoza e, in collegamento dalla Giordania, Meri Calvelli.
Nel suo intervento, Trainito ha raccontato la genesi del progetto: ”Ho conosciuto Meri durante un reportage in Ucraina nel 2022 e, grazie a lei, ho potuto entrare a Gaza. Lì ho scoperto una realtà viva, fatta di persone che resistono, studiano, creano. Così è nata C’era una volta Gaza, una collezione di volti e storie che vogliono restituire umanità a chi spesso è rappresentato solo attraverso la guerra. Un viaggio attraverso immagini che ci sottrae dagli stereotipi del sangue e del dolore che domina nei media tradizionali”.
”In arabo – ha spiegato Trainito – esiste la parola Sumud che significa fermezza, perseveranza, resistenza. È la forza che tiene in vita Gaza, quella che ho voluto raccontare con le mie immagini”.
Da sinistra Alfredo Luis Somoza, Paolo Trainito e Sara Benedetti
Il fotografo ha quindi illustrato alcuni dei protagonisti del suo lavoro: Hiba-La, una bambina di sette anni che recitava poesie sulla Palestina; Muhammad Abi Jamus, giovane atleta di parkour che sognava di poter viaggiare e mostrare al mondo la sua arte; Himam, artigiana e produttrice di sapone con il marchio Made with love; Ali, artista che ha trasformato le pagine strappate del passaporto in opere d’arte; e Gaza Subinho, sportivo e simbolo di resilienza.
Dopo il 7 ottobre, ha aggiunto il fotografo, i volti e le storie della sua mostra si sono intrecciati con le immagini della distruzione e delle richieste di aiuto provenienti da Gaza: ”Sono frammenti di vita sospesa, ma anche testimonianze di una nuova forma di Sumud”.
Il giornalista Alfredo Luis Somoza ha poi offerto un approfondimento storico e politico sulla questione israelo-palestinese, ricordando come la Striscia di Gaza sia ”una delle aree più densamente popolate del pianeta, residuo della spartizione del 1948 e teatro di un conflitto che affonda le radici nella storia del Novecento”. Somoza ha denunciato la drammatica situazione della stampa locale – ”oltre 200 giornalisti uccisi” – e la difficoltà di immaginare un futuro di convivenza: ”Il diritto di Israele e quello dei palestinesi esistono entrambi, ma oggi non trovano ancora una sintesi politica possibile”.
Il collegamento con la cooperante Meri Calvelli
Infine, in collegamento da Amman, la cooperante Meri Calvelli ha aggiornato i presenti sulla situazione che si vive oggi a Gaza: ”Gli aiuti umanitari stanno finalmente entrando” ha spiegato, ma le frontiere restano chiuse, gli aiuti sono ancora troppo pochi e la popolazione è allo stremo, costretta a sopravvivere tra macerie, fame e paura, in condizioni che restano disumane e disperate.
Il pubblico presente, che ha seguito con grande interesse l’incontro, ha apprezzato la chiarezza espositiva dei relatori e la capacità di analizzare con competenza una situazione geopolitica complessa e delicata.
La mostra sarà visitabile presso Villa Mariani dal 9 al 15 novembre dalle 15.30 alle 18.30 e sarà arricchita la sera del 12 novembre da una serata di musica e teatro curata dell’Associazione Piccoli Idilli e della Scuola di Musica Antonio Guarnieri.
L’iniziativa si inserisce nel percorso di solidarietà e sensibilizzazione per la pace promosso dalle associazioni e dal Comune di Casatenovo, per mantenere viva l’attenzione sulla popolazione di Gaza e sulla necessità di costruire una cultura di dialogo e umanità.
Un ringraziamento particolare è stato rivolto agli Alpini di Casatenovo, che con la consueta disponibilità e spirito di servizio hanno contribuito all’allestimento della mostra, confermando la loro presenza preziosa in ogni iniziativa della comunità.
G.S.