Insomma, “chi va piano va sano e va lontano”, dice il proverbio. Ma non vale per questa Fiorentina, con il “Martello” Vanoli che ha già iniziato a battere forte su certi punti
Partiamo con una premessa. Nessuno vuole puntare il dito contro nessuno — ci mancherebbe farlo con professionisti del calibro di Stefano Pioli e del suo staff tecnico. Tuttavia, che la Fiorentina abbia un problema dal punto di vista atletico è un dato di fatto. Non lo diciamo noi, ma gli stessi tesserati viola: dal nuovo direttore sportivo Goretti a Roberto Piccoli. Un po’ tutti, al Viola Park, si sono resi conto che qualcosa quest’estate non è andato come doveva. O meglio, come dovrebbe andare adesso. Perché è chiaro che la Fiorentina di Pioli doveva lottare per la Champions League, non per la salvezza. E questo aspetto ha sicuramente inciso sotto ogni punto di vista.
“Allenarsi, allenarsi e allenarsi”, ha sottolineato il direttore sportivo Roberto Goretti dopo la sconfitta della Fiorentina contro il Mainz. Un segnale chiaro alla squadra, ma anche a chi c’era prima. Perché, con Pioli, la squadra non si allenava? O lo faceva nel modo sbagliato? Il campo, per ora, sembra dare ragione al dirigente viola. A rafforzare la sua teoria ci sono le parole di Daniele Galloppa, che senza mezzi termini ha svelato la polvere nascosta sotto il tappeto di questi mesi difficili: “La sensazione è che, con il passare dei minuti, caliamo fisicamente e mentalmente non curiamo ogni dettaglio”. A confermare ulteriormente la situazione è arrivato anche Roberto Piccoli che, dopo la sfida contro il Genoa, ha ammesso: “Fisicamente non sto bene, ho giocato poco. Siamo indietro a livello fisico”. Insomma, se ancora ci fossero stati dubbi sulla condizione atletica della Fiorentina, l’ex Cagliari li ha spazzati via tutti.
Paolo Vanoli, in questi due giorni al Viola Park, non è rimasto inerme di fronte alla pessima condizione fisica della squadra. Non a caso, da mercoledì inizieranno due allenamenti al giorno, con l’obiettivo di riportare la Fiorentina a un livello adeguato per competere almeno con le formazioni impegnate nella lotta salvezza. Sia chiaro: la squadra non rifarà da capo la preparazione — sarebbe impossibile, e i tempi sono davvero stretti. Ma Vanoli proverà a correggere quei difetti che la gestione Pioli non è riuscita a riconoscere o a limitare.
E non si parla soltanto di condizione fisica: poco alla volta, l’ex Torino cercherà di inserire nelle “vene” di questa squadra anche la difesa a quattro. In futuro, quando la Fiorentina (si spera) sarà fuori dalla zona retrocessione, potremmo assistere a una rivoluzione pure dal punto di vista tattico. 3-4-2-1 o 3-4-1-2? Cambia poco, ma l’idea è che qualcosa possa davvero trasformarsi.
Al di là di una Fiorentina che va a un ritmo diverso rispetto agli avversari, il dettaglio più preoccupante di questi mesi disastrosi riguarda i cambi. I giocatori che subentravano dalla panchina si muovevano alla stessa velocità di chi aveva già giocato settanta minuti. Nessuno è mai riuscito a dare il giusto cambio di passo. Un segnale evidente della condizione fisica della squadra.
Colpa di Pioli? È chiaro che qualche errore sia stato commesso. La preparazione in Inghilterra, con amichevoli contro squadre fisicamente più avanti come quelle inglesi, avrebbe dovuto aiutare da questo punto di vista. Il Viola Park, invece, non può essere considerato il problema: con Italiano prima e con Palladino poi, la tenuta atletica non è mai stata un punto debole. Un motivo in più per mettere sul banco degli imputati l’ex allenatore del Milan e il suo staff, in particolare il preparatore atletico Matteo Osti, già criticato ai tempi rossoneri per l’elevato numero di infortuni.
Insomma, “chi va piano va sano e va lontano”, dice il proverbio. Ma non vale per questa Fiorentina, con il “Martello” Vanoli che ha già iniziato a battere forte su certi punti.
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