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Redazione Online
Si chiama Pedro Elias Garzon Delvaux ed è stato soprannominato «Fedora man»
Nello scenografico furto al Louvre, è rimasta impressa una foto dell’Associated Press del “dopo”: ritrae un uomo vestito di tutto punto, con tanto di gilet e cappello fedora decisamente d’altri tempi, in mezzo a un gruppo di poliziotti e la loro volante. Molte le ipotesi: che si trattasse di un detective, o forse di un complice, qualcuno ha persino ipotizzato che si trattasse di una immagine creata dall’intelligenza artificiale. Per settimane, il nome di quell’uomo è rimasto sconosciuto ai più, tanto che neanche la sua famiglia – a quanto risulta – è stata in grado di riconoscerlo. Ora, però, l’uomo misterioso ha un nome: Pedro Elias Garzon Delvaux. E ha 15 anni.
Lui, appassionato di detective classici come Sherlock Holmes e Hercule Poirot, si è ben guardato dallo svelare online il suo nome e per settimane ha assistito divertito a quello che la Francia (ma non solo) diceva di lui. Il 15enne vive con i genitori e il nonno a Rambouillet, a 30 chilometri da Parigi, e ha deciso di giocare con la curiosità del mondo. «Non volevo dire subito che ero io», ha spiegato all’Associated Press. «Questa foto ha un mistero, e il mistero va fatto durare».
Per la sua unica intervista in presenza da quando quello scatto lo ha reso famoso, il «Fedora Man» si è presentato alle telecamere dell’AP a casa sua vestito quasi identico a quel giorno: cappello fedora, gilet Yves Saint Laurent preso in prestito dal padre, giacca scelta dalla madre, cravatta ordinata, pantaloni Tommy Hilfiger e un orologio russo restaurato e segnato dalla guerra. La fedora, inclinata con precisione, è un omaggio all’eroe della Resistenza francese Jean Moulin.
Delle tante ipotesi, a colpirlo di più è quella che lo vede immagine ricreata dall’Ai. Ne comprende il motivo: «Nella foto sono vestito come negli anni ’40, ma siamo nel 2025. C’è un contrasto». Persino alcuni parenti e amici hanno esitato a crederci, finché non hanno notato sua madre sullo sfondo. Solo allora ne sono stati certi: il detective preferito di internet era un ragazzo vero.
La realtà era molto più semplice. Pedro, sua madre e suo nonno erano andati a visitare il Louvre. «Volevamo entrare, ma era chiuso», ha raccontato. «Non sapevamo del furto». Hanno chiesto agli agenti perché i cancelli fossero serrati. Pochi secondi dopo, il fotografo dell’AP Thibault Camus, impegnato a documentare il cordone di sicurezza, ha scattato la foto che ha cambiato tutto. «Quando la foto è stata scattata, non lo sapevo», dice Pedro. «Stavo solo passando di lì».
Quattro giorni dopo, un’amica gli ha scritto: «Sei tu?». «Mi ha detto che la foto aveva cinque milioni di visualizzazioni», racconta. «Sono rimasto un po’ sorpreso». Poi sua madre lo ha chiamato per dirgli che era sul New York Times. «Non capita tutti i giorni», ha aggiunto. Cugini in Colombia, amici in Austria, conoscenti e compagni di scuola hanno iniziato a mandargli schermate e messaggi. «Mi dicevano: “Sei diventato una star”», racconta. «Sono rimasto stupito da come, con una sola foto, si possa diventare virali in pochi giorni».
Lo stile che ha conquistato milioni di persone non è un travestimento improvvisato per la gita al museo. Pedro ha iniziato a vestirsi così meno di un anno fa, ispirato dalla storia del XX secolo e dalle immagini in bianco e nero di statisti e detective immaginari. «Mi piace essere elegante», dice. «Vado a scuola vestito così».
Il cappello invece è «un rituale a parte: è riservata ai weekend, alle vacanze e alle visite ai musei». Nella sua scuola senza uniforme, il suo stile sta già contagiando altri. «Un mio amico questa settimana è venuto con la cravatta», racconta sorridendo.
Sua madre, Félicité Garzon Delvaux, è cresciuta in un palazzo-museo del XVIII secolo, figlia di un curatore e di un’artista — e porta regolarmente il figlio alle mostre. «L’arte e i musei sono spazi vivi», dice. «La vita senza arte non è vita». Per Pedro, l’arte e le immagini sono sempre state parte della quotidianità. Così, quando milioni di persone hanno proiettato storie su uno scatto che lo ritraeva con una fedora accanto a poliziotti armati davanti al Louvre, ha riconosciuto la forza di un’immagine. È rimasto in silenzio per alcuni giorni, poi ha reso pubblico il suo profilo Instagram. «La gente doveva provare a scoprire chi fossi», spiega. «Poi sono arrivati i giornalisti, e ho detto loro la mia età. Sono rimasti estremamente sorpresi».
Adesso, però, spera nel futuro, che questa visibilità non si esaurisca con l’uscita del suo nome. «Aspetto che mi contattino per dei film», dice ridendo. «Sarebbe divertentissimo». E nella consapevolezza di essere diventato «una star», rinnova il guardaroba: «Continuerò a vestirmi così. È il mio stile».
10 novembre 2025
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