Quella svolta dal fotografo svedese Mikael Olsson tra il 2000 e il 2006, è un’indagine svolta su due case emblematiche dell’architetto e designer modernista Bruno Mathsson, costruite rispettivamente negli anni Cinquanta e Sessanta a Värnamo, nella Svezia meridionale. I due edifici sono non soltanto abitazioni, ma dichiarazioni programmatiche, esperimenti radicali sul rapporto tra individuo e ambiente, tra spazio domestico e paesaggio naturale. Il lavoro di Olsson non aderisce ai codici della fotografia di architettura – basata sulla chiarezza, sulla neutralità dello sguardo, sull’accurata riproduzione delle forme – bensì trasforma i soggetti in presenze vitali, enigmatiche, perturbanti. Delle due case non emerge soltanto la perfezione geometrica, la purezza del disegno, ma anche la fragilità, il modo in cui accolgono e mostrano il passare del tempo, si deteriorano, custodendo stratificazioni e memorie.

3. My Dream House is not a House di Julia Gaisbacher

Mostra fotografie alla parete tavolo con vetro e struttura rossa

La mostra di Julia Gaisbacher alla Fondazione Collegio Venturoli.

Courtesy Foto/Industria

La mostra è dedicata al complesso residenziale Gerlitzgründe di Graz, uno dei primi esperimenti di edilizia sociale partecipata in Austria, realizzato dall’architetto Eilfried Huth negli anni Settanta. In quel contesto pionieristico, Huth introdusse un metodo radicale secondo cui il processo di progettazione architettonica doveva svolgersi fianco a fianco con i futuri residenti, innescando un rapporto di collaborazione basato sull’uguaglianza e sull’ascolto reciproco e diventando un laboratorio non solo di nuove architetture, ma anche di comunità. Attraverso una serie fotografica, un film documentario, una selezione di immagini d’epoca fornite dagli stessi abitanti e un modello architettonico originale, questa mostra compone un mosaico complesso che restituisce la dimensione stratificata del progetto originario.

Palazzo Bentivoglio

L’attuale Palazzo Bentivoglio, situato in via del Borgo di San Pietro a Bologna, è un importante spazio culturale e artistico. L’edificio, realizzato nel 1551 su progetto di Domenico Tibaldi, ospita oggi mostre, installazioni d’arte contemporanea ed eventi culturali di rilievo, con una programmazione che valorizza le espressioni dell’arte contemporanea di artisti italiani e internazionali. Accanto a questo, il secondo Palazzo Bentivoglio, costruito in via Belle Arti, conserva ancora oggi la sua funzione di edificio storico e viene utilizzato per attività culturali e rappresentative. La storia della famiglia Bentivoglio e delle loro residenze rimane oggetto di studio per comprendere meglio il ruolo politico e sociale che la casata ebbe nella Bologna rinascimentale. Il sito dove sorgeva il primo Palazzo Bentivoglio, distrutto nel XVI secolo, è oggi occupato dal Teatro Comunale di Bologna e dal Giardino del Guasto, luoghi che testimoniano la trasformazione urbana della città e ne conservano la memoria storica. Il Teatro Comunale, in particolare, è oggi uno dei principali teatri lirici d’Italia, simbolo della vitalità culturale e artistica di Bologna.